Virginio Ugo Nebbia
- data di nascita: Perugia, 16 marzo 1880
- data di morte: Sori, 1º aprile 1965
Virginio Ugo Nebbia
Nacque da Paolo Alberto, occupato presso la Regia Intendenza di Finanza, e Anna Pezzani.
Si trasferì con la famiglia più volte a causa dei lavori del padre. Passò l'infanzia a Genova, ma fuggì di casa durante l'adolescenza per impiegarsi come mozzo su un mercantile della Capitaneria di Porto.
1899
Si diploma presso il liceo Manzoni di Milano, ove la famiglia si era trasferita.
1902
si Laurea presso la facoltà Lettere all'Università di Pavia
Durante gli studi universitari si dedicò anche alla ricerca e al ripristino delle fonti documentarie, assieme al concittadino Ettore Verga, impiegato per catalogazioni scientifiche a Milano dell'Archivio Storico, della Camera di Commercio e della Fabbrica del Duomo. Qui ha modo di affrontare e di approfondire i progetti di restauro prodotti da Leonardo da Vinci e di studiarne i processi di costruzione.
Questo gli valse gli apprezzamenti di varie personalità tra intellettuali, architetti o semplici addetti agli uffici pubblici per la protezione dei monumenti regionali, come Camillo Boito, Luca Beltrami, Gaetano Moretti e altri, con alcuni dei quali continuò a collaborare.
1904
Pubblica uno studio sulle decorazioni del Duomo di Milano, studio richiesto da Carlo Romussi.
A quegli anni risalgono i periodi di viaggio all'estero, nel corso dei quali visitò la Danimarca, la Russia e più volte Parigi, dove conobbe eminenti personalità artistiche dell'epoca.
Seguì i circoli futuristi e divenne amico di Filippo Tommaso Marinetti, Umberto Boccioni e Antonio Sant'Elia.
1909
fu assunto come ispettore presso la Soprintendenza ai Monumenti di Milano, ufficio allora dipendente dal Ministero della Pubblica Istruzione, dove cominciò, continuando con dedizione per tutto il tempo trascorso all'interno della Soprintendenza, a dirigere restauri e a battersi per la tutela delle opere d'arte e del paesaggio: da ricordare fra le altre cose la difesa della Casa degli Omenoni nel 1913, minacciata di demolizione. I suoi contributi cominciarono ad apparire sui quotidiani locali e sulle riviste specializzate, come il Bollettino d'Arte del Ministero della Pubblica Istruzione.
1915
all'entrata dell'Italia nella prima guerra mondiale, si arruolò come volontario. Durante uno scontro rimase vittima dei gas, perdendo l'uso dell'olfatto. A Milano, nell'aprile 1917, sposò Vittoria Boneo.
Al termine del conflitto riprese il posto di ispettore, ma lontano dal capoluogo lombardo dove l'impegno critico a favore delle avanguardie cubiste e futuriste gli aveva procurato dissensi con la Soprintendenza e un ammonimento da parte di Corrado Ricci, continuando a spostarsi lungo la penisola
1919
1922
1933-1939
all'Ufficio distaccato per i monumenti della Liguria a Genova, 1933-39.
Nella Soprintendenza all'arte medievale e contemporanea di Venezia ha lavorato sotto la direzione del soprintendente Gino Fogolari distinguendosi per l'attività di tutela e di catalogazione degli edifici monumentali nelle province venete. Si occupò della sistemazione delle sale d'armi del Palazzo Ducale e della raccolta Franchetti alla Ca’ d’Oro.
1939
Nebbia venne trasferito all'Aquila dove rimase sino al 1942, quando riuscì a tornare a Milano.
1940
Iniziò una lunga collaborazione con l'Istituto Geografico De Agostini di Novara, per il quale compilò volumi di divulgazione storico-artistica e, dal
1952
curò le agili monografie della collana «Galleria antica e moderna». Sua collaboratrice, in questo contesto, fu la storica dell'arte Amalia 'Mia' Cinotti, figlia del pittore Guido Cinotti, con la quale Nebbia iniziò una relazione sentimentale che si protrasse fino alla morte.