Tony Gallo




Tony Gallo È nato a Padova nel 1975 dove vive e lavora.

Il suo percorso artistico comincia come musicista suonando come componente in una band, attività a cui si dedica fino al 2008, anno che lo vede avvicinarsi al mondo della pittura, una passione sempre portata avanti negli anni e che arriva poi a colmare un vuoto dopo lo scioglimento del gruppo.

La sua formazione da autodidatta lo porta a consolidare visioni e sperimentazioni compositive senza seguire uno schema preciso, ma attestando la sua personalità attraverso un linguaggio vicino al mondo della street art.


Si apre quindi una strada che si trasferisce nella pittura utilizzando come supporto sia il muro che la tela, concependo sempre le opere come una visione puramente emotiva.

I suoi lavori cominciano ad essere contrassegnati da uno stile multiforme in cui prendono vita personaggi antropomorfi, animali che si confondono con l'uomo, dove la natura si fa poesia.

L'uso dei materiali quali la bomboletta spray, segno tipico distintivo del mondo dei writer, il tratto veloce e il gesto nella composizione, inscrivono Tony Gallo tra i nuovi artisti che si affacciano ad un percorso che porta l'impronta caratterizzante di un'arte emozionale, cui la caratteristica di poesia, magia e sentimento si fondono con i colori e l'armonia di un universo creato dalla fantasia dell'autore.

I nuovi mezzi di comunicazione globale quali i social network, hanno permesso una rapida diffusione nell'immaginario collettivo di un riconoscimento dell'artista a livello mediatico, creando così una visibilità che ha presto raggiunto spazi e approvazione da parte sia, all'inizio, della comunità locale patavina, sia nell'ambiente street che nel mondo dell'arte successivamente, da dove poi sono arrivate le prime conferme.

La sensibilità dei suoi personaggi che guardano lo spettatore in maniera pacata e muta, è diventata simbolo univoco di una generazione silenziosa e attenta che vive di sogni e attese.

Queste sue rappresentazioni arrivano poi al cuore della città che si popola nei muri sui quali si colorano le sue figure, arrivando così ad una collettiva identificazione.

Nel 2016 la città di Padova lo gratifica al Galileo Festival dell'Innovazione con il Premio Noi#Generazione Merito.

Nel corso degli anni diversi sono i muri delle città che sono stati "graffiati" dalla magia di Tony Gallo e sue opere si trovano in varie siti: in primis nella natia Padova, successivamente ad Imola, Treviso, Dolo, Bassano del Grappa e il suo linguaggio tradotto in tele si è impresso in svariate collettive e personali tra Padova, Rovigo, Vicenza, Treviso, Bassano del Grappa e Londra, dove ha travalicato il suo lessico verso un respiro sempre più internazionale, fino a raggiungere l’Olanda e la Svizzera.


Layla Moon_cm.120 x 120_spray on canvas


Donare un senso al vuoto del mondo. 

E percepire un'opportunità laddove gli altri avvertono il nulla. Tony Gallo ha in sé tali qualità, assieme alla passione visionaria di una street art attivamente internazionale: mediato col tempo attraverso un comparto grafico volontariamente leggero, nelle tonalità pastello e nel segno delicato, il suo è invece un percorso visivo che trascende di netto ambientazioni oniriche o più banalmente magiche per riferirsi con forza a un'ineluttabile indagine introspettiva, figlia di una riflessione impietosa sulla condizione dell'uomo e sui più reconditi movimenti dell'anima. Un'anima attratta alla vita eppure condizionata dal timore del presente, riflesso di un sentire ormai comune che è intenso e precario equilibrio. 


Al di là delle divertenti mascherate e dei costumi variopinti, delle atmosfere sognanti di un mondo fiabesco che di fiaba non è, Gallo dipinge un uomo vincolato al suo universo apparente, una favola esopica che è teatro e palcoscenico, luogo in cui travestirsi, celarsi, proteggersi. 

L'aspetto ludico è essenza profonda del nostro essere, mentre la forma più vera diventa fantoccio da manovrare nascosti dietro le quinte. 

L'anima è ritaglio di carta, lo sfondo prezioso tessuto. Ma l'inganno è presto svelato: e la formula magica un palliativo per un fragile essere umano che ancora nasconde purezza. Art Brut e Surrealismo: dunque Street. Ma anche certa letteratura infantile, illuminata e mitteleuropea, sferzatamente didattica ma mai invasiva: egli infatti attrae a sé lo spettatore con la promessa di un segno colorato, edulcorato e tangibile, mostrando in effetti la status quo di una realtà che interpreta se stessa, alla ricerca di un senso più profondo della propria esistenza. Poiché tagliente è la narrazione, certo ammantata di gioia in un tempo luminoso che è quasi metafisico: gesti infiniti, marionette e feticci, minuscole architetture sospese a un filo. Tra manti di pelliccia e casacche alla marinara, l'uomo consuma il suo dramma silente, assorto. 

La tecnica è attuale: l'acrilico definisce i passaggi, lo spray libera il segno, il gesto immediato. Ritorno al passato: dall'antica pittura parietale, Gallo recupera alla tela prestezza e inventiva; e il senso di un'emozione istantanea che è didattica, dunque, diretta e inappellabile. 

Hocus Pocus (Vecchiato Arte, Padova, 27.10 - 30.11.2016, a cura di L. Beatrice), più che divertita e affascinante invocazione sabbatica, è l'ultima, struggente fatica progettuale dell'artista padovano Tony Gallo sulla nascosta natura dell'uomo come ultimo, grande segreto del mondo.


Francesco Mutti


Different Love_cm. 100 x 100_spray on canvas


Tony Gallo: l'inconfondibile leggerezza di "essere"

Un writing tra street e arte emozionale



"Provo costantemente a reinventare le mie sensibilità e le mie idee.

Mi piace sentirmi soddisfatto per le cose che ottengo quando ritengo di avere fatto un buon lavoro.

Ma il lavoro solitario è abbastanza doloroso."

(Vincent Gallo)


"Siamo fatti anche noi della materia di cui sono fatti i sogni;

e nello spazio e nel tempo d’un sogno è racchiusa la nostra breve vita."

(William Shakespeare)




Le opere della strada ritornano nelle gallerie, spaziano nei musei e ripercorrono al contrario quello che qualche decennio fa avveniva: l'abolizione degli spazi per la presa di possesso del mondo esterno.

Si parla oggi di artisti nati "sui muri" e con linguaggi desunti dai fumetti o dai manga, saltano fuori dal cilindro i nomi storici di Keith Haring, Jean-Michel Basquiat, al quale si affiancano le nuove leve artistiche di Banksy, Blu, Anthony Lister, Takashi Murakami, Os Gemeos e tra i padovani Alessio B. e Kenny Random.

Quella proposta nel decennio corrente non è solo una nuova tappa ed evoluzione della Street Art, che è passata ad essere l'espressione dell'arte contemporanea per eccellenza, ma un percorso che segue di pari passo l'evoluzione sociale, globale e tecnologica delle nuove generazioni.

L'arte fatta in strada è segnata dalla nascita del fenomeno underground dei graffiti e del movimento Hip Hop dove per decenni si sono riversate le idee di cultura, di sofferenza e rabbia delle popolazioni nere dei secoli scorsi, prima strappate dalle loro terre d'origine e trapiantate come schiavi nelle piantagioni e poi, in successiva battuta, questo aspetto ribelle si riversa in tutte le manifestazioni artistiche come la poesia, la musica e l’arte dove predomina quel senso di sofferenza e rancore misto al desiderio di ritrovare un’ identità felice attraverso la religione, la droga, il misticismo o le rivolte politiche.


Il fenomeno del graffitismo alla sua nascita si contrapponeva al pensiero hipe utilizzando la metafora di Babilonia, simbolo di numerosi linguaggi intraducibili, e il graffitismo rappresentava l'emergenza attuale unita al linguaggio musicale rap determinando cosi una profonda crisi d'identità delle culture giovanili in cerca di punti di riferimento ideologici, etici ed estetici.

Sociologici, storici e critici d’arte e studiosi focalizzano sempre più frequentemente la loro attenzione sul mondo dei murales, dei graffiti.

George Brassai nel suo testo del 1933 "Dai muri delle caverne ai muri delle aziende" aveva anticipato e scritto: "La legge dei graffiti è un attacco, rigira diligentemente tutti i sistemi estetici verso il basso. La bellezza non è l'oggetto della creazione ma è la ricompensa."

Per Brassai, l’arte primitiva, l’arte dei bambini, l’arte dei pazienti psichiatrici e i graffiti hanno in comune una libertà e un’energia che è difficilmente riproducibile per un’artista “serio”.

Quindi l’idea dell’arte di strada, sui muri che segnano il passato, appena fuori dalla porta di casa, è rigorosamente seducente e ripugnante per molti aspetti così come può esserlo ancora oggi. 6

La grande rivoluzione della Pop Art negli anni Sessanta del Novecento si occupa della strada in quanto “infettata” l’arte tradizionale con oggetti profondamente banali di tutti i giorni; ecco allora che molti artisti di strada si sentono direttamente collegati a questa forma d’arte, per questo suo essere così ricettiva in tutti i campi della vita umana, così aperta alla comprensione di tutti.


Il writing vero e proprio, come movimento con delle proprie regole e “leggi”, nasce a Philadelphia nei tardi anni Sessanta per poi svilupparsi nei primi anni Settanta a New York che da questo momento diventerà il fulcro dell’intero movimento fino ai giorni nostri.

Marcel Duchamp aveva visto in NY la città del futuro artistico e spesso le sue affermazioni sono palesemente legate alla grande ammirazione per la città, come quando afferma che “New York diventerà la residenza permanente degli artisti, New York è un’opera d’arte in se stessa, un’opera d’arte completa.”

Affermando quasi profeticamente che: "Ancora oggi a distanza di 100 anni questa metropoli ci appare più che mai un’opera d’arte, città estetica ideale, fruibile dalla conoscenza e dalla sensazione." 

Secondo Francesca Alinovi, critica d'arte bolognese negli anni Ottanta alla quale dobbiamo la scoperta del mondo dei graffiti per l'Europa, “a New York troverebbero applicazione pratica e letteraria, a livello di esperienza quotidiana, le due condizioni basilari indicate dal Baumgarten come peculiari dell’esperienza estetica: cioè quel binomio di –cognito sensitiva- tanto bene interpretato da Renato Barilli come estensione sintetica dell’intelligenza e della sensorialità.” 

Siamo nell’era che Mc Luhan definisce del “villaggio globale”, espressione ormai consumata e usata dal sociologo per indicare, come con l’evoluzione dei mezzi di comunicazione, tramite l’avvento del satellite che ha permesso comunicazioni rapide in tempo reale e a lunga distanza, il mondo sia diventato piccolo e abbia assunto l’aspetto di un villaggio.

L'arte contemporanea di questo nuovo secolo fa proprio questo: rende globale la trasmissione dati attraverso il web, gli smartphone, i social network e viene data a tutti la possibilità di produrre ed esprimere le proprie sensazioni, la propria arte, di lasciare il proprio messaggio, di segnare il territorio, travalicando le norme per imporre la propria libertà di pensiero e azione.


In questo contesto storicizzato e legato ai decenni passati in cui la crescita degli artisti si forma in base alle esperienze emozionali personali fatte di episodi, incontri, realtà artistiche differenti provenienti dal mondo musicale, dalla poesia e dalla scrittura si entra nell'intimo processo creativo degli artisti.

Negli spazi che la gente chiama "studi d'artista"si entra sempre con un timore reverenziale, quasi con la paura di importunare chi ci lavora, disturbati da un vagar di idee e di abbozzati pensieri che cominciano ad affollare le pareti, i soffitti e i pavimenti sul quale vive l'artista che si rimette nell'atto della creazione.

Gli atelier sono sempre diversi, come differente è sempre la vena creativa di ogni persona che, con l'appellativo di "artista", crea il gioco tra lo spettatore e il messaggio che è proposto attraverso l'opera creata. Stanze più o meno grandi e luminose, ricoperte di appunti, di segni e disegni, di musica che risuona per accompagnare momenti alternati ai silenzi si popolano di sogni e attese. Spesso è l'odore dell'arte che accompagna chi ci entra: l'ambiente si satura di esalazioni di vernici, colore, olio, materiali acrilici, bombolette spray… un insieme di profumi che sono il pass d'artista, del suo mestiere. Stanze ricolme di confusione e idee abbozzate, spazi che partoriscono nozioni e che si accompagnano alla puzza di sogni realizzati a scapito di alcuni andati a male.


Non c'è un manuale d'istruzioni che conduca a decifrare ciò che si tramuta in una visione onirica che prende forma per mezzo della scultura, della pittura e del modo di creare quando si entra per carpire le opere di un "poeta visivo", perché?

Perché quando si parla di artisti come Tony Gallo (pseudonimo di Alberto Tonello, Padova, 1975) si arriva al confronto con una porta del sogno che si svela e lascia andare la propria emozionalità solo attraverso le tracce di forme e colori.

I suoi personaggi sono nati in un mondo silenzioso, si bloccano improvvisi davanti all'osservatore e lo guardano tendendo i loro occhi e le grandi orecchie quasi come animali spaventati ma nello stesso tempo curiosi per capire e indagare chi li guarda.

Usciti come dai disegni di un mondo infantile e favolistico, incontaminato e silenzioso fatto di colori e atteggiamenti che fissano sulla tela le sensazioni di un abbraccio, di un saluto rivolto allo spettatore, di primi piani indagatori, illustrazioni di una fiaba quotidiana che si ripete a suon di bombolette spray dai colori flou e accesi, segnate da segni a tratti indefiniti, ed ecco i protagonisti che si rivestono di cappotti e pellicce quasi a diventare una seconda pelle.

I tratti somatici di questi silenziosi volti sono appena abbozzati: un paio di segni nascosti per lo sguardo, una sottile linea per la bocca e sempre grandi orecchie squadrate che Tony Gallo definisce "scudi che rappresentano l'incapacità di accettare le negatività della vita, del quotidiano, come a dire " mi tappo le orecchie di fronte al male".

Aspetti muti, silenti. Pronti a tapparsi le orecchie per non sentire le banalità della gente, dove prima di vedere e di parlare i suoi esseri antropomorfi ascoltano e rappresentano, con un tratto minimale tipico della nuova Street Art, la personalità poliedrica ed emozionale dell'autore, un uomo da cui traspare determinazione, testardaggine e sensibilità dalle orecchie pronte ad accogliere l'ascolto e gli occhi che catturano il mondo esterno.

La bocca? Non c'è, o è appena abbozzata nei personaggi così come lo è in Tony Gallo che la nasconde tra la folta barba e lui, come i protagonisti delle sue tele, vede e ascolta prima di dare vita alle parole, le stesse cha accompagnano la galleria virtuale del suo mondo fatto di musica, poesia, arte e di silenzi emozionali:

"Per molti vivo nel buio ...hope - voglio sentimi bene - ho il naso lungo FAKE parlo spesso con me stesso …help - pensavo di poter volare...aiutami a sognare - io non so piangere ...….love - gli occhi mi servono a farti capire ciò che voglio dirti - io sono il più bello TONY GALLO ...….fine - per pochi ho pensieri particolari - io sono sempre stato solo io - io ti odio"


Parole che si spostano nell'aria come onde sonore che si propagano, come palloncini colorati che spesso popolano i lavori dell'artista dove piccoli esseri stilizzati ed eterei vengono portati verso l'alto accompagnati da colori forti che lasciano l'impronta immediata come un moderno affresco sul muro della memoria silenziosa. Ma i tempi sono cambiati, non si affrescano più le pareti interne degli edifici, si guarda all'aperto, si esce dagli studi e dalle istituzionali gallerie e musei, l'arte si fa in strada, per la strada come esprime l'artista: "Per me la Street art è un modo di sfruttare e rendere migliori i luoghi della città dismessi o che devono essere demoliti. Mi piace l'idea di contaminare: l'arte può avere anche queste forme, sono l'essenza della contemporaneità."


Contaminare, fondere "il fare pittorico" con il "fare pensiero", portare avanti il passato dei luoghi dismessi con la vivacità d'azione fatta di bombolette spray, stencil, colore e passione segnate da un cuore pulsante spesso presente nelle tele e nelle sculture di rete metallica di Tony Gallo, un "LOVE" per la pittura, come a suo tempo lo fu per la musica come componente del gruppo Stato Bardo.

Quello stesso amore che fa rivestire all'autore degli estentitori di cuori e colori e che diventano una sorta di scatola di zuppa Campbell's che, citata e riprodotta in alcuni lavori, riporta alla memoria l'insegnamento Pop di Andy Warhol.

Un estentitore che è simbolo di sicurezza e che serve a spegnere gli incendi al quale, allegoricamente, Tony Gallo mette un cuore: è metafora di un amore che brucia come il fuoco, che non si estingue e che rimane impresso nella pelle, nelle cose e nelle tele, come l'amore per la pittura e la sua silenziosa presenza emozionale.

Le vuote bombolette spray diventano il supporto per oggetti ready made di duchampiana memoria ed esse stesse opere d'arte colorate: è la summa delle esperienze artistiche storiche che rivivono in un linguaggio completamente nuovo dove si fonde con l'immediatezza dei segni, semplici e immediati tipici di chi ha assorbito il modo di esprimersi dei writing trovando uno stile proprio fatto soprattutto di suggestioni emotive.

L'impressione sulla tela lascia spazio all'espressione interiore dell'anima di Tony Gallo che parla attraverso i suoi silenziosi protagonisti che occupano tutto lo spazio messo a loro disposizione, ora rivestiti di vestiti e colori accessi, ora librati nell'etere leggeri come i palloncini sospesi che li accompagnano, ora inconfondibili nei tratti vibrati tanto da mostrarsi come apparizioni miste a magia e come risultato derivante dai sogni.


Massimiliano Sabbion

1. G.MERCURIO,D.PAPARONI, The Keith Haring Show, Milano, ed. Skira, , 2005

2. P.HOBAN, Basquiat, vita lucente e breve di un genio dell’arte, Roma, Castelvecchi, 1998

3. G. SHOVE, P. POTTER, Banksy. Siete una minaccia di livello accettabile, Milano, L'Ippocampo, 2013

4. J. STAHL, Street art, ed.H.F.Ullman, 2009, p.52

5. R. BARILLI, in Pittura dura. Dal graffitismo alla Street Art, (a cura di) G. IOVANE, L. M. BARBERO, ed. , 1999, p.15

6. È importante sottolineare che spesso i Writers sono conoscitori dell'arte e rispettosi nei confronti del patrimonio e dei beni culturali. Un vero writer non lorderebbe mai un monumento, molto più frequentemente a farlo è un ragazzino che si trova con un marker in mano per la prima volta o quasi.

7. Nel 1986 Keith Haring apre a New York un negozio: “Pop”, unico esemplare nel suo genere, dove vendeva a prezzi modici i suoi lavori, le sue grafiche stampate e riprodotte su ogni genere di supporto. Da mobili per l’arredamento a oggetti molto più piccolo e alla portata di tutti come magliette, spille, cappellini etc etc. L’idea è proprio quella di promuovere un arte per tutti.

8. F. ALINOVI, “New York: città della conoscenza o città <kitsch>?”, p. 17

9. Ibidem

10. Ibidem, p. 18

Solo Shows


2018

My Stories, Ischia Street Art Gallery, Ischia(Na) - Italy


2016

Hocus Pocus, Vecchiato Arte, Padova - Italy

L’amour terrible, Start, Bassano del Grappa (VI) - Italy

Pensavo di poter volare, DeltArte - Museo della Bonifica di Ca’ Vendramin, Rovigo - Italy

Welcome to my forest, Spazio Tindaci, Padova - Italy


2015

Magical Disguises, Palazzo della Gran Guardia, Padova - Italy

Pensavo di poter volare, Biblioteca Civica “G. Bedeschi”, Arzignano (VI) - Italy


2014

Tony Gallo Art show, Spazio Lumiere Padova


Group Shows


2018

Arte Fiera Lucca, stand Vecchiato Arte Lucca - Italy

Galleria Vecchiato Arte, Pietrasanta(Lu) - Italy

Baf Arte Fiera Bergamo, Bergamo - Italy


2017

Arte Fiera Bologna, stand Vecchiato Arte, Bologna –Italy

Arte Fiera Lucca, stand Vecchiato Arte, Lucca - Italy

Galleria Vecchiato Arte, Pietrasanta(Lu) - Italy

Arte Fiera Padova, stand Vecchiato Arte, Padova - Italy


2016

Arte Fiera Padova, stand Vecchiato Arte, Padova - Italy

Art Apartments, London – United Kingdom

Altrove, Spazio Supernova, Casier (TV) - Italy

Arte Fiera Lucca, stand Vecchiato Arte Lucca - Italy

Galleria Vecchiato Arte, Pietrasanta(Lu) - Italy


2015

Arte Fiera Padova, stand Vecchiato Arte Padova - Italy

Galleria Vecchiato Arte, Pietrasanta(Lu) - Italy


2014

Khymeia: le teorie della percezione. New Generation Festival, Lonigo (VI) - Italy

Start Festival, Santa Lucia di Piave (TV) - Italy

Spray Paint Day, Marghera (VE) - Italy


2013

ALÉTHEIA: prospettive contemporanee. New Generation Festival, Lonigo (VI) - Italy

Colour With Anger, Palazzo Pisano Lonigo (VI) - Italy


Special projects/walls


2018

St. Gallen, Svizzera

MARKETERs Day, Università Ca’ Foscari, Venezia - Italy

L’Amore senza ipocrisia e La Gattara, Ischia (NA) – Italy

Fragile, Oncologia pediatrica/Team for children, Padova – Italy

Tutto quello che ho sempre voluto, Dipartimento di Pediatria, Padova – Italy

Ti ho voluto tanto bene, Street Art Festival, Cecina (LI) – Italy

Questo è un regalo per te, Gulìa Urbana Festival, Mangone (CS) – Italy

Io gioco, Palazzetto dello sport, Rubano (PD) – Italy

@URBO arredo urbano, Padova – Italy

@ Faccia da Cane , Padova – Italy

La casa che ho sempre voluto e Freedom, Parco Piacentino, Padova – Italy

L’amore di un albero@Pier88, Bassanello/Padova - Italy




2017

Magic Garden@Malvasia, Treviso – Italy

Dritto al cuore, Via Savonarola, Padova – Italy

Hopes, Ponte di Brenta (Pd) – Italy

Volevo paralrti, Arcella/Padova – Italy

@Chinchio tipografia, Rubano (PD) – Italy

Salgared’Art , Treviso – Italy

Volare per poi incontrarsi, IDoLove Urban Art Festival, Dolo (VE) – Italy

Padovanelle - Ippodromo, Padova – Italy

@TEDx, Padova – Italy

Quattro stagioni@Ipercity, Albignasego (Pd) – Italy

Jam Reggio Emilia collaborazione con Bibbito, Reggio Emilia – Italy

@2Zeta srl, Bastia di Rovolon (PD) – Italy



2016

Performance live @Blue Box Group, Blue Box Group, Cona - Italy

Downtown, Piazza Gasparotto, Padova - Italy

Vallance Road Bethnal Green, London - UK

Segno d’artista, Downtown Exhibition, Padova - Italy

Salgared’Art , Treviso - Italy

The Dream, Piazzetta Bussolin, Padova - Italy

Il silenzio dei pesci, IDoLove Urban Art Festival, Dolo (VE) - Italy

Red Bull Canvas Cooler, Bologna - Italy

L’amour Terrible, Start, Bassano del Grappa - Italy

La celebrazione dell’amore, Limena, Padova - Italy

Via Sorio, Padova - Italy

Istituto Magistrale Statale Amedeo Di Savoia Duca D'Aosta, Padova - Italy

Scuola Arcobaleno, Padova - Italy

Rotonda Cavalcavia Stazione Ferroviaria di Padova, Padova - Italy


Presentazione del film “La storia dell’orso” regia di Enrico Lando, manifesto del film di Tony Gallo, Vecchiato Arte, Padova - Italy


2015

Restart Urban Art Festival, Imola - Italy

Strani incontri, Tony Gallo - Kenny Random, via Santa Lucia, Padova - Italy

Libreria Mondadori, Padova - Italy

Padovanelle - Ippodromo, Padova – Italy

Via Gianeselle, Pojana Maggiore, Vicenza - Italy


2014

Vecchio Magazzino, Arcella, Padova - Italy

Stazione Ferroviaria di Preganziol, Treviso - Italy



Prizes


2016

Premio Noi#Generazione Merito, Galileo Festival dell'Innovazione, Padova - Italy

Tutto quello che ho sempre voluto_2018_Pediatria di Padova


Forever Love_cm.120 x 120_spray on canvas

Volare per poi incontrarsi-IDoLove Festival_2017_Dolo-Venezia


Volevo parlarti_2017_Arcella-Padova


Ti ho voluto tanto bene_2018_Cecina(LIvorno)


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