La storia della tessitura segue passo passo quella dell'umanità, cercando di soddisfare le sue esigenze materiali l'uomo costruisce macchinari sempre più complessi, sino ad arrivare al punto, durante la rivoluzione industriale in cui le macchine condizionano e determinano la vita di un'ampia fascia della popolazione europea occupata nel settore tessile.
I primi telai apparvero nel neolitico, erano costruzioni molto semplici, poco più di una intelaiatura rettangolare costruita con rami o pali di legno messa in posizione verticale. La tensione dei fili di ordito era ottenuta tramite pesi, in argilla o pietra, che si trovano numerosissimi negli scavi archeologici. L'immagine di questo tipo di telaio è rappresentata sui vasi Greci, spesso abbinata all'immagine di Penelope.
I popoli antichi oltre al telaio con pesi usavano telai orizzontali, a terra, dove la tensione dei fili d'ordito veniva ottenuta con il tiraggio tra il subbio anteriore e quello posteriore. Questo tipo di telaio, solamente un po' raffinato, continuò ad essere utilizzato per millenni, dagli Egizi e dai Romani. Nel medioevo il telaio verticale continua ad essere utilizzato per il confezionamento degli arazzi, e nel 1250 fu dotato per la prima volta di pedale.[1]
La costruzione dei telai diviene sempre più accurata, fino a permettere nel rinascimento la produzione di manufatti complessi e raffinati. La tessitura diviene un'arte, grazie anche all'arrivo della seta dalla Cina: fiorisce la produzione di tessuti pregiati come raso, broccato, damasco, velluto.
Nella seconda metà del Settecento nella nuova produzione industriale, il cotone è la più diffusa ed utilizzata delle fibre naturali e la maggiore coltura agricola non alimentare. I ritrovamenti più antichi di tessili di cotone vengono datati al 5800 a.C Il cotone, ha antiche tradizioni essendo stato introdotto in Sicilia dai Saraceni nel IX sec.
La lavorazione avveniva in quattro fasi:
cardatura
La
cardatura è un'operazione che precede il processo di filatura della lana. Preceduta dalla
battitura delle fibre, per liberarle dai corpi estranei, consiste nel liberare dalle impurità, districare e rendere parallele le fibre tessili, al fine di permettere le successive operazioni di filatura. Deve il suo nome alla pianta del cardo; anticamente le infiorescenze seccate del cardo dei lanaioli (che sono coperte di aculei) venivano usate per questo lavoro.
filatura
Col termine
filatura si intende definire la complessa sequenza di operazioni necessarie alla trasformazione delle fibre tessili in filato oppure filo, sia lo stabilimento industriale (filanda, filatoio) in cui avviene tale lavorazione.
tessituraLa tessitura è l'arte di costruire un tessuto. Si ottiene con l'intreccio dei fili di ordito con quello di trama.Nel caso del tessuto più semplice, la tela, i fili di ordito (verticali) sono divisi in due serie, quelli pari e quelli dispari, aprendo le due serie, una in alto e l'altra in basso, si ottiene un varco (passo) in cui si inserisce il filo di trama (orizzontale), con lo scambio di posto delle serie, quella che era in alto va in basso e viceversa, si ottiene un incrocio che blocca il filo di trama, questo deve essere battuto, cioè schiacciato, contro la trama precedente andando a costituire il tessuto.La navetta inserisce il filo di trama nel passoTessitura del paese di Ulassai, SardegnaPer costruire un tessuto si possono utilizzare molti mezzi, dai più semplici, un cartone dentellato, alcuni bastoni o una cornice di legno, a quelli più complessi come un telaio jacquard o uno industriale. Ovviamente la resa, cioè la qualità, la complessità e la dimensione del tessuto ottenuto è in relazione con le caratteristiche tecniche del mezzo utilizzato.
finitura e filatura
La filatura era in genere assegnata alle donne, che lavoravano in casa e molto spesso venivano reclutate nelle campagne circostanti Firenze; il processo di filatura consisteva in due operazioni eseguite contemporaneamente, la
torsione e la
stiratura del filo, che veniva avvolto a spirale e messo in tensione usando i fusi e le rocche. Il
fuso era un piccolo bastone in ferro o in legno con una parte ingrossata al centro, ad esempio una rotella, sul quale si disponevano le fibre, imprimendo un movimento rotatorio continuo che lo faceva girare su stesso, torcendo e distendendo i fili; la
rocca serviva a reggere le fibre da filare, si trattava di un bastone più lungo tenuto in genere tra il braccio e ed il fianco della filatrice.