Introduzione Subacquea


Il desiderio di andare sott'acqua come quello di volare è sempre stato un desiderio intrinseco dell'essere umano. 

La storia della subacquea ci riporta che il desiderio dell'uomo di conoscere le profondità, lo ha portato continuamente all'esplorazione che per molti secoli, si è fatta attraverso l'apnea e a pochi metri di profondità.

La subacquea quindi è nata anche per la necessità delle popolazioni di cibarsi di ciò che il mare offriva, proprio a pochi metri dalla sua superficie.

Gilf Kebir del deserto del Sahara (dove milioni di anni fa sorgeva un grande lago) vi sono tracce di attività legate al nuoto e molto probabilmente ai primi approcci con la pesca subacquea. 

Incisioni all'interno della grotta, a sud-ovest dell'Egitto nella regione di Gilf Kebir nel deserto del Sahara,

dove le incisioni a parete raffigurano scene di nuoto.

(una delle tre figure raffigurate, quella al centro, ha in mano un arma da pesca)


2000 a.C.

Si ha traccia di quella che è considerata la leggenda di Glauco figlio di Poseidone e di una Naiade. Ci racconta che fu proprio lui a raggiungere la ragguardevole profondità di 100 mt sotto il livello del mare con lunghe apnee prolungate fino a superare la profondità di 10 mt., ma come tutte le leggende, si tratta solo di un sogno che l'uomo da sempre rincorre.


1100 a.C. Assiria

Alcune incisioni scoperte in Assiria illustrano soldati che sembrano nuotare a livello dell’acqua sul corso di un fiume con lo scopo di raggiungere la sponda opposta. Le incisioni mostrano chiaramente che questi uomini hanno una specie di equipaggiamento, probabilmente composto da "giubbotti" di pelle di pecora galleggianti. 

Si tratterebbe di sacche ottenute da una sola pelle intera di animale il cui “respiratore” (probabile stomaco di pecora o vacca lasciati ad essiccare e poi lavorati con olii vegetali per renderli malleabili), supportato e legato ad una cannula che fuoriusciva dall'acqua per respirare.  Le giunture della cannula si presume fossero rese impermeabili grazie ad un impasto di miele e cera d’api, in grado di rispondere ai requisiti di impermeabilizzazione necessari. 

La sacca di pelle non garantiva una respirazione adeguata e aveva un autonomia di pochi minuti. 


650 a.C., Grecia

Nell'antica Grecia la pesca in immersione era ad appannaggio degli "specialisti" che avevano il compito di immergersi alla ricerca delle spugne che servivano per diverse lavorazioni. Chi si occupava di questo era ritenuto un uomo di grandi capacità atletiche, spesso ambito dalle donne che lo vedevano come l'esempio di fisicità e di forza, in quanto per immergersi ripetutamente e per decine di volte ogni giorno, occorreva una buona preparazione atletica.

Questi specialisti dell'apnea erano selezionati in qualche modo dai mercanti che indicavano i luoghi e le ore esatte per pescare le spugne e, allora, questo tipo di impiego era riferito solo a pochi. 

Per svolgerlo spesso si faceva riferimento a ex soldati che avevano combattuto contro il nemico e che conoscevano bene la paura e che, magari non più giovanissimi, sapevano certamente gestire situazioni difficili come l'ansia e il coraggio, condizioni che si presentavano facilmente soprattutto quando le condizioni del mare si presentavano proibitive.  

Malgrado questo tipo di lavoro di estrazione delle spugne fosse ben pagato, molti furono i morti che, regolarmente, venivano sostituiti con una certa velocità, in quanto il remunerativo mercato delle spugne era sempre in fermento e non si poteva perdere tempo con la concorrenza.


550-590 a.C. Grecia

In questo periodo storico, il greco Scilla fu fatto prigioniero e imbarcato dal re persiano Serse I. Quando Scilla seppe che Serse stava per attaccare una flotta greca afferrò un coltello e saltò fuori dalla barca dileguandosi alla vista dei soldati. 

I persiani controllarono tutti i lati dell'imbarcazione con la certezza di vederlo aggrappato allo scafo, ma non fu cosi. Guardarono e riguardarono, attendendo molto tempo, convinti che il suo corpo non avrebbe resistito molto in apnea e che, da li a poco, lo avrebbero visto galleggiare esanime, non riuscirono a trovarlo in acqua e credettero che fosse annegato. 

Solo dopo tempo si scoprì che per riuscire a respirare utilizzò un lungo giunco cavo come boccaglio che sporgeva di pochi centimetri dalla superficie, nuotando silenziosamente sott'acqua per  15 chilometri per raggiungere i greci situati con le imbarcazioni nei pressi di Capo Artemisio. 

1-45 d.C. ,Impero Romano

Nel De Re Militari scritta da Publio Flavio Vegezio Renato si legge che ai tempi dell’imperatore Claudio  esisteva un corpo scelto di soldati, chiamati “urinatores o urinantes”, dal verbo latino arcaico urinari = immergersi in acqua, che avevano il compito di sabotare le imbarcazioni nemiche. 

Erano spesso dei soldati di buona capacità fisica, muniti di una "cuffia" in pelle e in dotazione oltre che il pugnale, avevano una sacca ricavata dallo stomaco di un agnello al quale vi era collegato un tubo che affiorava sulla superficie dell'acqua.

Spesso, essendo abili atleti, tenevano in bocca dell'olio d'oliva fino a gonfiare il più possibile le guance, poi nell'immersione, rilasciavano l'olio aprendo la bocca in modo tale che l'olio formasse delle bolle (l'olio d'oliva immerso in acqua non si scioglie ma si divide), bolle che fungevano da lente di ingrandimento e che quindi consentiva ai subacquei di utilizzarli come "lente di ingrandimento" per meglio vedere il fondale e reperire preziosi come oro o monete perse da carichi durante la navigazione o l'affondamento in battaglia.

1531

Guglielmo di Lorena si immerse sulle due galere di Caligola usando una campana derivata dai disegni di Leonardo da Vinci.


Leonardo Da Vinci si occupa anche del moto subacqueo.  Progetta e disegna dei particolareggiati guanti palmati, un boccaglio fornito della necessaria curvatura per meglio poterlo portare alla bocca e facilitare la respirazione (da cui il moderno snorkel), uno scafandro, un’ingegnosa attrezzatura adatta a respirare sott'acqua molto simile ai successivi dispositivi ARO (autorespiratori ad ossigeno).


1819 

Augustus Siebe introdusse il primo modello del suo vestito e casco da sub. La forma originale era conosciuta come il vestito "aperto" e consisteva in un elmetto in ottone, dotato di una porta di osservazione, attaccato a una giacca che arrivava fino alla vita. Il casco è stato fornito con aria sotto pressione da una pompa in superficie e poteva sfuggire liberamente alla vita del sub.  


1829

Charles e John Deane di Whitstable, nel Kent inglese, progettarono il primo elmo da palombaro.
E.K.Gauzen, un tecnico navale russo di Kronshtadt (un distretto di San Pietroburgo) propose una macchina per immersioni. La sua invenzione era un elmo metallico, in cui veniva pompata l'aria, legato con cinghie ad una tuta di cuoio. Questa muta da immersione, con le sue successive modifiche, venne utilizzata dalla Marina Russa fino al 1880.


1837

Sulla base degli studi di Leonardo e di Halley Augustus Siebe costruì una veste per immersione standard, una sorta di muta da palombaro per l'immersione.  Siebe modificò il suo originale vestito "aperto" racchiudendo il subacqueo (a parte le mani) in una tuta di tela gommata impermeabile alla quale era attaccato il casco. Questo era conosciuto come il vestito "chiuso" di Siebe e doveva diventare lo Standard Diving Dress del mondo, l'attrezzatura subacquea più utilizzata fino alla seconda guerra mondiale.   In una forma modificata, può ancora essere trovato in uso in tutto il mondo. 


1842 

Il francese Joseph Cabirol iniziò la costruzione delle prime mute da palombaro.


1849

Nasce la Scuola palombari a Genova.


1879

Il primo rebreather (dotato di assorbimento di anidride carbonica tramite calce sodata) venne inventato da Henry Fluess per il recupero dei minatori intrappolati dall'acqua.


1943

Lo sviluppo di un autorespiratore a circuito aperto fu rivisitato da un ufficiale navale francese, il comandante Le Prieur. Il suo design utilizzava un serbatoio di aria compressa ma non includeva un regolatore di domanda. Il subacqueo è stato così costretto a passare gran parte del suo tempo a manipolare una valvola per controllare la sua riserva d'aria.  Questo, insieme a una breve durata, limitava severamente l'uso pratico dell'attrezzatura.  

Nel 1943, altri due francesi, il capitano Jacques-Yves Cousteau e il signor Emile Gagnan dimostrarono con successo un set con un regolatore della domanda migliorato e serbatoi d'aria ad alta pressione e questo divenne il primo vero apparato d'auto-contenimento a circuito aperto di successo. Così, l'aqualung è nato come usato dalla Royal Navy e migliaia di subacquei SCUBA (Self-Contained Underwater Breathing Apparatus) fino ad oggi.


Come diventare un Sub

Per capire quanto Leonardo si impegnasse per risolvere l'annoso problema della respirazione subacquea a tal punto da inventare per primo, soluzioni autonome in grado di arrivare a grande profondità, basta recarsi ad una scuola di Subacquea, possibilmente affiliata alle federazioni e associazioni nazionali e internazionali più importanti e garantire i corsi di diving a tutti i livelli, rilasciando brevetti riconosciuti a livello internazionale. 


In pochi giorni si acquisiscono nozioni teoriche e si fa pratica, prima in piscina poi in acque libere. L’istruttore normalmente è in possesso dei brevetti di salvamento e di guida subacquea o un brevetto di specialità per immersioni particolari (conoscenza percorsi in grotta e immersioni notturne).


I metodi più diffusi sono:

  • Padi (Professional Association of diving instructors);
  • Cmas (Confédération mondiale des activités subaquatiques);
  • Fias (Federazione italiana attività subacquee);
  • Fipsas (Federazione italiana pesca sportiva e attività subacquee);
  • l’Anis (Associazione nazionale istruttori subacquei).

 

Gli studi di Leonardo

 

Citazione  tratta dal codice Atlanrico, visibile presso biblioteca Ambrosiana



"....come non si può star sotto l'acque, se non quando si può ritenere lo alitare. 

Come molti stieno con istrumento alquanto sotto l'acque. 


Come e perchè io non scrivo il mio modo di star sotto l'acqua, 

quanto io posso star senza mangiare; 

e questo non pubblico o divulgo per le male nature delli omini, 

li quali userebbero li assasinamenti ne' fondi de' mari col rompere i navili in fondo, 

e sommergerli colli uomini che vi son dentro; 

e benchè io insegni delli altri, quelli non son di pericolo, 

percè di sopra all'acqua apparisce la bocca della canna, onde alitano, posta sopra li otri o sughero......."



Così c'è l'abbozzo d'un bavaglio di cuoio, posto sulla bocca del palombaro, con un rigonfiamento in cui s'innesta un tubo flessibile, l'altro capo del quale è a sua volta unito ad una cannuccia attaccata ad un disco di sughero galleggiante sull'acqua.  E' appunto quella ch'egli ha indicato come la bocca della canna,onde alitano, posta sopra li otri o sughero".