1405
La città di Padova secondo gli archivi storici, sembra essere una delle ultime città del territorio Veneto a fare resistenza alla Repubblica di Venezia volendo mantenere una propria autonomia governativa e amministrativa e, proprio in quest'anno, risulta annessa definitivamente a Venezia.
rano gli ultimi bagliori militari di Padova, che, nel 1405 dovette piegarsi definitivamente a Venezia dopo una lunga e cruenta lotta. È la cosiddetta "devozione" di Padova a Venezia: gli ultimi Carraresi detronizzati sono costretti a cambiare nome in Papafava, a dispetto della leggenda secondo la quale, prigionieri, vengono uccisi mentre si trovano nei Piombi, le famigerate carceri veneziane.
1443
In città si è a conoscenza della presenza dello scultore fiorentino Donatello, da poco arrivato. da questo momento in poi, proprio in Città, avrà inizio quello che non è sbagliato definire "il rinascimento padovano", grazie al quale si sviluppano le botteghe d'arte e dei mestieri congiuntamente alle prime scuole d'arte che influenzerà anche la visione pittorica in modo determinante.
Mentre nello Studio (l'Università) fioriva una cultura averroista e aristotelica, volta soprattutto all'indagine scientifica e laica del mondo fisico e naturale (anziché alla teologia e alla metafisica), la signoria dei Carraresi si improntava a modelli soprattutto romano/imperiali, in contrapposizione con la cultura bizantina di Venezia.
In città vi fu un vero e proprio interscambio culturale con Firenze e la presenza in esilio forzato di alcuni personaggi di notevole peso ed importanza culturale, come ad esempio
I contatti con Firenze furono precoci, grazie al soggiorno durante i rispettivi esili di personaggi di spicco come Cosimo il Vecchio e
Palla di Onofrio Strozzi banchiere, politico, letterato, filosofo e filologo italiano.