Nella mitologia Greca, il piccolo Giasone sfugge per un soffio al massacro che costa la vita al padre Esone, re di Iolco, per mano del crudele zio Pelia. Divenuto adulto, torna in patria deciso a far valere i suoi diritti di erede al trono, ma Pelia lo condanna immediatamente a morte, e, per salvarsi, Giasone promette di portargli il leggendario Vello d'oro. Inizia così l'avventura di Giasone.
La rappresentazione con gli attori fa si che , vestiti con costumi greci, facciano ingresso nel salone con una forte musica e canti che rappresentano la forza dei guerrieri attraverso una danza molto simile ad una marcia militare eseguita facendo strisciare le suole dei sandali sul pavimento, hanno tra le mani, in qualità di eroi del tempo, il famoso "vello d'oro" che, inchinandosi innanzi agli sposi, viene ceduto e poggiato sopra il tavolo ( che disteso simbolicamente sulla lunga tavolata fungeva da tovaglia).
il banchetto
chiamato anche imbandiglione, prevedeva ”l'Ordine de le Imbandisone“, cioè l'elenco delle tipologie di pietanze previste, quello che oggi chiameremo menù. In realtà non si trattava di un mero elenco di portate, piuttosto fu scritto in versi da Baldassarre Taccone, poeta della corte sforzesca.
Per erto sappiamo che alla festa vi fu anche Leonardo da Vinci e questo è testimoniato dallo stesso Baldassarre Tacconi. Leonardo aveva il compito di "sovraintendere" alla gestione del banchetto ( cosa che fece spesso nelle feste di corte di Ludovico il Moro presso il castello di Milano).
Sembrerebbe dalle cronache che al banchetto vi parteciparono i signori di tortona, ma anche politici e uomini e donne di potere della vicina Vigevìgne ( oggi chiamata Vigevano), Pavia e alcune famiglie provenienti da Novara.
Ogni portata era accompagnata da musica eseguita da musici ( strumenti a fiato e chitarrine) che sottolineavano la pietanza secondo la forza che trasmetteva ( se acida o di forte sapore come il cinghiale o il maiale nero la musica era più forte).
Inoltre all'ingresso di ogni portata retta dai "servienti" ( camerieri) vi erano al seguito mimi, cantori, e ballerini che sottolineavano l'importanza del momento ( la cerimonia nuziale) con temi allegorici di ispirazione mitologico-encomiastico.
di seguito è elencato parte del menù
( l'introduzione dei piatti e delle procedure cosi come scritto su carta)
Ordine de le imbandisone se hanno a dare a cena
Prima imbandisone
Primo gambari
triumpho uno vitello inargentato qual
serà pieno de ucelli vivi con duy vitelli cocti
pieni de pernice e fasani cocti donato da
Mercurio
Io ho veduto el mio fratello Apollo
Mutatosi in pastor guardar sarmento
d’Admeto amor li ha posto in ioco al collo
e con la cetra tocca un tal concento
che fermato a dal corso el fiumo Amfriso
e solo alarmonia sua dolce e intento
Canta quanto e vegiolo el chiaro viso
della figlia del suo patrono Hemonio
e quanto in lei lampegia el grato riso
Parsomi di veder cosa in insonio
aime che amore e maiestate insieme
non stano più non e quel Phebo idonio
Mentre del suo dolor si lagna e geme
e sparge suspirando in aere el sono
e dice ai boschi la sua fiama extreme
questo vitel gli ho tolto e a te lo dono.
Item per tavole de sotto pernice neli pia-
telli o ver fasani con li gambari
Lo alessio son suo sapore biancho e pernice
Una a brodo lardero per menestra
triumpho uno agnello dorato donato da
Iasone
Domai i tauri che spiravan focho
gionti alaratri seminai i denti
da quali nascer vide a pocho a pocho
destinate amia morte armate genti
e tutti a un tempo e su quel proprio loco
volti fra lor se fien de vita spenti
sopì el dracon e tolse laureo vello
a te lo do che cossì vol el cielo
Uno intermezzo
Teste de vitelli cocti col corio
triumpho testa una de porcho salvatico
donato da Atalanta
un fier cinghial mandato da Diana
guasto de Calidonia el bel paese
onde foe la speranza al coglier vana
El fior de Graeci con le voglie acese
concorse tutto il caso de la fiera
et io ve andai chalcuor gli mi prese
A colarlo de sangue fui primera
lhonor fu mio de la piaga prima
onde hebbio el capo della bestia austera
Poi che fra tanti visi io fui la prima
et hor vedendo la tua celsa gloria
iusto e chonoro tua supprema extima
onde habi il segno de la mia victoria
Uno altro intermezo de lepore galatina
triumpho uno cervo cotto donato da Diana
el troppo ardire d’Acteon mi spiacque
perché me vide dentro al fonte ignuda
in cervo lo mutai con le sparse aque
Alcun dicon per questo chio fu cruda
ma non fu vero e le dovuta cosa
chel temerario in bestia el corpo chiuda
pur al suo fin esser gli vo pietosa
Questo val più chesser de vita fuore
e la transfigurata sua figura
qual magior gloria mai o che più honor
chaver si gloria sepultura
Rosto sutto de caponi lonzi de vitelli colum-
bi salsa verde limoncini confecte et olive
Triumphi pavoni dui che conducano uno
carro presentato da Iris
Nuntia de Giunon sono io avisa
celsa madona intorno alla mia veste
portami el tuo signor per sua divisa…”