1201, 21 gennaio
l'importanza dei Conti di Gorizia nell'ambito dell'Impero comincia a crescere in modo esponenziale.
In una piccola chiesa in località di Cormons i cui ruderi sono ancora visibili, fu stipulato il Trattato di San Quirino, che sancì ufficialmente il riconoscimento ai Conti di Gorizia del pieno possesso dell'area goriziana. I Conti si adoperarono allora a completare i loro possedimenti sparsi, unificandoli e consolidandoli in domini ben delimitati con l'edificazione di castelli, con l'obiettivo di staccare così definitivamente il territorio di Gorizia dal Patriarcato.
1210
La città ottiene la concessione imperiale di tenere il mercato una volta all'anno in occasione della festa di San Giovanni Battista. Sempre a Mainardo II viene concesso il privilegio di battere moneta.
Negli stessi decenni, i Conti cominciarono la loro espansione verso l'Istria, mentre si consolidava una convergenza di interessi tra Tirolo e Gorizia, che si concretizzò con il matrimonio di Mainardo III e Adelaide.
Con ogni probabilità fu edificata nei primi decenni del Trecento la primitiva struttura del futuro Duomo di Gorizia, mentre nel .
Nella prima metà del XIV secolo, grazie alla forza delle armi e a un'abile politica estera e matrimoniale messa in atto dai suoi sovrani, la Contea di Gorizia raggiunse la sua massima espansione territoriale, estendendo la propria egemonia su quasi tutto il Friuli orientale, su gran parte dell'Istria e della Carniola, sul Tirolo, su alcune zone della Carinzia e della Stiriae, per un breve periodo, anche su alcune città del Veneto (Padova e Treviso). Tale egemonia spesso si sovrappose a quella, in declino, dei patriarchi di Aquileia, provocando frizioni e scontri.
1253
si compie la fusione fra le contee di Gorizia e del Tirolo. Mainardo III divenne così anche Mainardo I del Tirolo. Nel frattempo, i Conti consolidano anche in Friuli la loro egemonia: Alberto prima, e poi il figlio Enrico II, riuscirono a diventare i veri signori della regione, occupando Tolmezzo, Sacile, Caneva, Tricesimo ed altre terre, oltre a Tolmino, nell'alta valle dell'lsonzo. Persino Gemona aprì le porte ai Goriziani.
Enrico II, nato nel 1266 e figlio di Alberto II, fu forse il personaggio più affascinante della casata. Enrico II accarezzò il sogno di espandere i suoi possedimenti in territorio italiano, sconfiggendo definitivamente il Patriarcato di Aquileia. Occupò parte della Carnia. Si alleò quindi con Verona, patteggiando con Cangrande della Scala e marciò verso Treviso e Padova, assoggettando queste città nel 1319.