1140
In città ha sede quello che è definito il Camerario per il Ducato di Calabria. Per il resto delle funzioni amministrative Ruggero mantenne il precedente sistema romeo, con gli strateghi ed i logoteti (funzionari contabili).
Un cronista arabo che visitò Reggio nel periodo normanno la descrive come piccola ma molto abitata, con orti e alberi da frutto. Sembra che i Normanni introdussero nel Regno di Sicilia la coltivazione delle cannameli, ovvero della canna da zucchero.
Dopo il dominio Normanno la città seguì le alterne vicende di Angioini e Aragonesi, rimanendo sempre e comunque capoluogo e centro principale dei territori calabresi.1154, Palermo
Ruggero II dopo aver regnato ventiquattro anni, muore in città. Senza dubbio il suo regno si distinse, nel bene e nel male, e la sua persona fu indicata e descritta da molti suoi contemporanei come un uomo di grandi virtù, protettore delle chiese e dei conventi, che viveva in modo spartano, dotato di un eccezionale talento militare, ma era, anche, molto modesto”.
1267
passata sotto gli Angioini subì un peggioramento delle proprie condizioni economiche e sociali a causa della pressione fiscale e delle guerre degli Angioini. Durante i Vespri Sicilianidel 1282 infatti Reggio si alleò con gli Aragonesi, tentando invano di liberarsi dal dominio angioino che la occupò ancora per più di un secolo.
1442
Alfonso di Trastámara, detto il Magnanimo, re Alfonso I di Napoli dal 1442 al 1458, Fu il capostipite del ramo aragonese di Napoli, intervenne militarmente per sottrarre la città agli Angioini per poi consegnarla direttamente nelle mani nobile Folch de Cardona, della famiglia nobile spagnola di origine catalana, seconda per importanza dopo la famiglia reale d'Aragona, gran Connestabili del Regno d'Aragona , che ne fece il suo feudo principale .
1462
Il popolo di Reggio insorge contro la famiglia dei Cardona che li costrinse a lasciare rapidamente la città e, alcuni membri della famiglia, si rifugiarono sia in Spagna che a Messina.
Si istauraronod a subito le nuove figure governative, chiamati sindaci, I sindaci reggini Nicola Geria e Giacomo Foti chiesero quindi la defenestrazione del Cardona e la reintegrazione della città nel demanio regio. Così nel 1465
Re Ferranteconcesse - con l'assenso dello stesso Cardona che preferì tornarsene nelle sue terre dopo la traumatica esperienza reggina - la perpetua demanialità, la conferma dei privilegi municipali, l'indulto generale e particolari incentivi.
E dunque nella seconda metà del XV secolo la società reggina attraversò una fase di forte sviluppo tuttavia non durevole per l'instabilità del regno aragonese.