Durante il periodo svevo Crotone, detto anche Cotrona, è una città demaniale e commerciale importante specie per l'estrazione di vettovaglie. L'imperatore Federico II oltre a prestare particolare cura ai castelli, fece costruire due porti uno sul Tirreno a "Bivona" e l'altro sull'Ionio a "Cotrona".
1239,
5 ottobre
Nell'ordinamento dei nuovi porti "ad extrahenda victualia" ,viene indicatro il nome del custode e del notaio del nuovo porto di Crotone: "In Cotrona novus portus / Custos Nicolaus Barbatus de Cotrona / Notarius Bencivinius de Cotrona" . Sempre nello stesso mese a sicurezza della città nominava castellano del castrum di Crotone Petro Rufo.
1240,
3 maggio
Un ordine dell'imperatore a Johannes Cioffus di vigilare sul nuovo porto ("Mandata ad Johannem Cioffum magistrum camerarium a porta Roseti usque Farum ut novos portus in Cotrona et Bivona statutos et alios jurisdictionis ejus bene custodiat ..." Huillard–Breholles J.L.A., Historia, t. V, I , 409, 419; II, 953-954).
1259
il re Manfredi di Hohenstaufe stipula con i commercianti della Repubblica Serenissimi di Venezia il contratto, chiamato "estedio" che comprendeva i territori conferma ai Veneziani un contratto commerciale e lo estende anche a Ragusa e Zara, colonie veneziane (Spremic M., Scambi commerciali tra la repubblica slava di Ragusa, i Balcani e la Calabria nel basso Medioevo, in Calabria Sconosciuta, n. 7/8, 1979).
Il commercio è soprattutto attivato da Amalfitani, Pisani, Genovesi, Fiorentini e Veneziani, che imbarcano legname della Sila e generi alimentari.