1140
la dominazione normanna in città cosi come in tutta la regione, subisce un forte scossone dovuto alla riconquista dei territori da parte di Ruggero II re normanno di Napoli, che in questo modo crea l'annessione al nuovo Regno di Sicilia, Iniziò quindi da parte di Ruggero II per la città un nuovo modello di rinnovamento con l'avvio di numerosi lavori di urbanizzazione, ricostruzione delle mura bizantine e del porto.
Gli anni successivi furono però caratterizzati da molteplici devastazioni della città, colpita sia da eventi naturali come terremoti e frequenti inondazioni del fiume, che da attacchi da parte di eserciti dei signorotti locali o delle grandi potenze del tempo,
1209
dell'imperatore Ottone IV si spinge con le sue truppe in Italia con lo scopo di sottomettere il Regno di Sicilia al Sacro romano impero. Il periodo fu davvero tragico e la città nonchè la popolazione fu messa in ginocchio anche negli anni successivi ove continui ribaltamenti di fronte ,si scontravano le signor'è locali per conquistare il potere della città. In pochi anni la città fu meta di brigantaggi e di devastazioni, saccheggi e violenze che portarono la cittadinanza intera ad una condizione di sofferenza e carestia.
1273
il re Carlo I d'Angiò riprende in mano la situazione politica dell'abruzzo e in modo particolare la gestione della città città, divenuta con il suo porto, punto bevralgico del commercio.
decise quindi di creare una netta divisione della regione, creando una separazione del Giustizierato d'Abruzzo, territorio troppo vasto da governare, scegliendo quindi una strada più semplice: la divisione della regione.
Venne quindi instaurata una nuova mappa geopolitica e demografica che vedeva da una parte la regione di Aprutium citra (flumen Piscariae) con la città di Piscaria ( attuale Pescara) e dall'altra quella di Aprutium ultra (flumen Piscariae),. Divennero centri commerciali e di governo sia ;Chieti e L'Aquila, che consentirono la centralità e lo sviluppo culturale e finanziario della regione.
1409
Nella città viene dato il via alla costruzione del castello e la torre di origini romane a guardia del ponte, parzialmente distrutte, e questo avvenne grazie all'intervento economico di potenti signorìe e tra Francesco del Borgo, detto Cecco del Cozzo, vicario di Ladislao I di Napoli , Rainaldo Orsini, Luigi di Savoia.