Tecnica di velatura o sfumato


Nella pitture del '400 italiano esiste la concezione che il disegno attraverso il tratto deciso, identifichi con precisione le figure e i suoi contorni, senza approssimazione.

Nelle botteghe viene insegnata la tecnica del disegno prima di ogni altra cosa e se si vuole apprendere il "mestiere dell'arte", occorre conoscerne bene i suoi dettami e le sue regole fondamentali.


"non potè di non sapere de disegnare colla attenta forma delle cose e se imparrai di segnare il tratto, pittore e mastro d'arte poi divenire nel tempo corto". 

Citazione attribuita ai maestri di bottega fiorentini anonimi riguardanti la pittura del 1400,
non verificata. 


E' un periodo nel quale le idee e le nuove strade, sono sviluppate e percorse nella sperimentazione alla ricerca del nuovo modo di fare e del nuovo modo di rappresentare. L'artista è investito di un carico di responsabilità culturale e ideologica molto importante, in quanto a lui, viene affidata la nuova via di questo rinascimento in corso. 

Siamo nell'epoca della nascita della stampa, delle nuove forme di comunicazione e la pittura assorbe questi nuovi orizzonti, capendo che occorre dare un segno distintivo e di forte cambiamento.

Il disegno quindi è sinonimo di definizione chiara, di precisione delle forme, di ricalco forzato dei contorni delle figure, quasi a marcare un territorio che da sempre gli appartiene sin dalla preistoria e che sarà cosi nel tempo a venire.

Eppure il mondo della pittura sta cambiando e qualcuno che di pittura se ne intende, decide che è arrivato il momento di sperimentare ciò che sino ad allora mai era stato fatto prima: portare il disegno al suo minimo rapporto, facendolo diventare elemento secondario nella pittura e non più elemento primario, fondamentale nella trasmissione di un messaggio.
Leonardo da Vinci, noto già per la sua grande capacità nell'arte del disegno, si fa capostipite di questo nuovo pensiero creativo e decide di abbandonare il disegno ordinato, il tratto deciso e i contorni evidenti, verso un metodo di pittura più leggero, meno invasivo e meno definito, un modo di trattare il disegno che sia più evanescente, quasi apparisse dal nulla, confuso nell'ambiente nel quale esso stesso viene creato.

Decide quindi di sperimentare le tonalità più lievi, evitando confini che il tratto del disegno richiede, più leggeri toni che smorzano, quasi a nascondere le linee delle figure, e si confondono nel tutt'uno del disegno.

Il suo modo di sperimentare questa tecnica lo convince che nelle sue opere non si distingue più il confine, piuttosto diventa una grande unione dai confini del tratto nascosti, tratti che lui definisce"sfumati".


La tecnica dello sfumato Leonardesco

Capisce da subito che il disegno e la pittura possono convivere ma che ciò che può rendere di grande impatto emotivo un'opera non è solo il soggetto nel quale l'opera è contestualizzata, piuttosto il contrario. Ritiene infatti che siano i particolari quasi invisibili all'occhio umano che debbano essere definiti, che ciò che appare su una tavola o su una tela debba essere tutt'uno con il ragionamento che nell'osservatore produce.

La rappresentazione delle emozioni, secondo Leonardo, non necessita di evidenza assoluta, piuttosto di un capovolgimento che offra sempre una interpretazione diversa, creando quegli effetti di "stato d'animo" che si ripetono, dovuti all'allusione di vedere le cose, ma non alla certezza di averle davvero viste. E cosa può dare più illusione di ciò che non si vede ? L'immaginazione delle cose.


La mente vede ciò che gli occhi credono e si convince che sia cosi. 

Quello che vedi non è ciò che esiste.



Caratteristiche

Lo sfumato è la tecnica pittorica che Leonardo utilizzava e che tende a sfumare i contorni delle figure e renderli meno netti e pronunciati, a favore di una maggior fluidità dei perimetri e dei tratti. In questo modo i contorni delle figure venivano sfumati con l'utilizzo del polpastrello che distribuiva circolarmente in forma oraria e antioraria, la distribuzione della densità del colore, creando quell'effetto visivo di "dissolvenza".

Procedeva con sottili gradazioni di luce e colore che unendosi insieme, creavano l'effetto della profondità percettiva e dava allo sguardo la vera visione di come potessero essere le distanze reali tra le cose.
Questa tecnica e gli effetti visivi che produce, sono presenti in molte opere di Leonardo e in talune di esse, ha voluto creare "finti piani ottici" in grado di confondere l'osservatore. 


Quali sono le opere di Leonardo che riportano questa tecnica?
Le opere sono diverse e comprendono non solo dipinti ma anche "preparativi". Di seguito abbiamo indicato alcune opere che meglio rappresentano il suo percorso di ricerca, opere prodotte dall'eta di 28 fino ai 61 anni.


L'Annunciazione di Cristo


Una delle opere che certamente ha destato grande fascinazione negli artisti contemporanei di Leonardo è certamente questa.

Un esempio esplosivo di tecnica applicata alla prospettiva dove nulla è lasciato al caso e ciò che appare sembra essere la proiezione ambientale della realtà. Databile tra il 1472 e il 1475 (Leonardo aveva tra i 20 e 23 anni).

Oggi l'Annunciazione è visibile agli Uffizi di Firenze.


San Girolamo


Misura 1,03 m x 75 cm , dipinto a olio su tavola del 1480 (Leonardo aveva 28 anni). E' un Santo penitente nelle carni scavate e nel viso.

Oggi Visibile presso i Musei Vaticani in Roma.



La Gioconda

Olio su tavola di legno di pioppo di Lombardia, 77 cm d'altezza x 53 cm di base e 13 mm di spessore datazione 1503-1504 (Leonardo aveva tra 51 e 52 anni).

Oggi visibile presso il Museo del Louvre di Parigi.



San Giovanni Battista


Olio su tavola di noce,  69 cm x 57 cm databile al 1508-1513 (Leonardo aveva tra 56 e 61 anni).

Oggi visibile presso il Museo del Louvre a Parigi. 


Grazie alla sperimentazione di questa tecnica Leonardo aumenta, semmai ce ne fosse stato bisogno, ancora di più la sua fama che normalmente lo precede, diventando il punto di riferimento per moltissimi pittori suoi contemporanei che hanno modo di ammirare di persona le opere da lui prodotte. 
Le voci corrono per tutta la Lombardia e il Veneto, cosi come in Toscana e nel Regno Aragonese, a tal punto che questa tecnica diventò, da li a breve, il punto di riferimento di alcuni tra i pittori più importanti quali il Giorgione, Sebastiano del Piombo, Giovanni Bellini, Lorenzo Lotto, e soprattutto Tiziano, che divenne fautore della nuova corrente pittorica che esaltava i colori: il tonalismo.

Differenza tra la venere di Sandro Botticelli (1482-1485) e la Gioconda di Leonardo da Vinci (1503-1504)



Bibliogfrafia:

  • F. Negri Arnoldi e S. Prosperi Valenti Rodinò, ibid., in pp.126-135ff.
  • Henry Colin Gray, Harrison, Brian Howard, e British Academy Matthew, Oxford dictionary of national biography: in association with the British Academy: from the earliest times to the year 2000, Oxford University Press, 2004, p. 786, ISBN 978-0-19-861362-6.
  • S. Aliotta, Le basi del disegno (Quaderni di teoria & tecnica), L'Airone Editrice, 2001, ISBN 8884400481.
  • S. Aliotta, ibid., s.v.
  • AA.VV., I principi fondamentali del disegno artistico, Il Castello, 2009, ISBN 8880395750.
  • G. Piva, La tecnica della pittura ad olio e del disegno artistico, II ed., Hoepli, 1985, ISBN 8820307103.
  • G. Civardi, Anatomia artistica. Anatomia e morfologia esterna del corpo umano, Il Castello, 2011, passim, ISBN 8865201843.
  • F. Negri Arnoldi e S. Prosperi Valenti Rodinò, Il disegno nella storia dell'arte italiana, Carocci, 2003, ISBN 8843026410.