Tecnica dello spolvero


Nel rinascimento questa tecnica molto antica viene utilizzata con frequenza per le decorazioni murarie, per la decorazione delle porcellane e delle ceramiche per la produzione in serie su larga scala, evitando cosi di lavorare ogni singolo pezzo e di commettere eventuali errori.

Lo spolvero è una tecnica pittorica che permette di riportare un disegno su superfici diverse (per es. una parete da affrescare, una stoffa da ricamare ecc.) un disegno preparatorio eseguito su un foglio di carta o su un cartone.


Rapporto 1:1

Questa tecnica prevede che il disegno fatto sul preparatorio (cartone sul quale disegnare la bozza che verrà riportata sul materiale utilizzato per il disegno finale) sia a grandezza naturale e , in questo caso, venga perforata la linea di contorno del disegno da piccoli punti ravvicinati fino a creare una vera e propria "punteggiatura forellata continua". 

Successivamente si appoggia il cartone forato alla superficie da disegnare e si tamponano con la giusta pressione le parti perforate con un sacchetto di tela riempito con carboncino, grafite o sanguigna, che ne rilascia il contenuto delle polveri.

Levando il cartone, si può quindi vedere il segno di continuità della linea che attraverso i puntini forellati che hanno rilasciato le polveri e si procede con il "ricalco" congiungendo i vari punti e completando il disegno. 

O tramite un carboncino o tramite un pennellino bagnato per stemperare i puntini. 

Esempio di tecnica di spolvero su  tessuto


Tecnica dello spolvero su parete per affresco

La tecnica dello spolvero risale al Rinascimento e consente di disegnare su svariate tipologie di superfici. I pittori rinascimentali amavano infatti riprodurre fedelmente ogni singolo dettaglio di una scena prima di dipingerla. 

Per realizzare tale disegno si servivano appunto di questo metodo molto affidabile. In riferimento a ciò, ecco una guida con alcuni consigli su come disegnare su un muro con la tecnica dello spolvero.

Le linee del disegno venivano forate con un punterurolo o puntello, quindi il cartone era appoggiato sull'arriccio. Sulla linea del perimetro della figura disegnata, venivano applicati forellini di piccole dimensioni e molto ravvicinati tra loro e vi si spremeva sopra un sacchetto contenente finissima polvere di carbone che, passando attraverso i piccoli fori, lasciava traccia puntinata del soggetto, i cui contorni potevano essere ridefiniti maggiormente per esaltarne i particolari e i colori, con l'aggiunta della terra di Sinope.

Leonardo da Vinci utilizzava questo metodo probabilmente solo su alcune opere e nelle  parti del dipinto che richiedevano una maggiore accuratezza nella resa dei dettagli del viso, delle mani, degli occhi, etc..

Tecnica dello spolvero su affresco


Tecnica dello spolvero su cartoncino