La tecnica pittorica nel Rinascimento
Per tempera si intende la tecnica pittorica che utilizza l'acqua per sciogliere i pigmenti naturali preparati in polvere e composti da resine vegetali, pietre e terre di diverso colore (bruna, rossa, marrone, etc.. ) e viene amalgamata mescolando albume d'uovo, colla di pesce e spesso gomma arabica, il tutto per consentire di creare una vera e propria amalgama emulsionata con acqua.
Questa tecnica consente di ottenere un impasto liquido o semiliquido a seconda delle necessità dell'artista e in funzione del supporto sul quale si intende dipingere, se su carta, pietra legno o tela.
In diversi casi l'artista procedeva con con una imprimitura su entrambi i lati della tavola o della tela che utilizza, questo per evitare che l'umidità della parte dipinta e non dell'altra lasciata bianca, possa deformare la base e creare differenze di tenuta tra le due superfici.
Gli strati di pittura sono molto leggeri e vengono preparati con una emulsione composta generalmente dal rapporto 1:10, che equivale ad una parte di albume con dieci parti d'acqua che garantiscono una amalgama in grado di essere "stesa" senza difficoltà.
Una volta stesa, il processo di asciugatura è immediato, e la pittura deve essere continua per evitare l'asciugatura del colore. Nei casi di una maggiore intensità del colore, veniva ridotta la quantità di acqua e si passava una seconda volta sul dettaglio che doveva risaltare rispetto all'intero disegno.
Il passaggio col colore fatto con pennello, doveva essere preciso evitando incertezze o rallentamenti, al fine di evitarne increspature o errori di tonalità.
In teoria non c'è limite al numero di strati applicabili. Per eseguire una velatura, è meglio inumidire da prima la superficie, in modo da far scorrere il colore con scioltezza e senza striature.
Le superfici a tempera morbide e delicate, non si scuriscono col tempo come avviene per gli olii, sebbene l'emulsione olio-uovo lo faccia.