Il ‘kreion’
era una specie di focaccina dolce a forma di pagnotta, e in Argo era donata dalla sposa al marito- è da sevire con il miele.
l’ ‘elafos’,
una torta in forma di cervo, fatta di farina di farro, miele e semi di sesamo- offerta alle Elaphebolia (Ateneo D 646c)
L’ ‘hebdomos bous’
è una torta a forma di luna crescente, offerta in sacrificio insieme a sei ‘phthoeis’ (F. Sokolowski, lois sacrées des cités grecques)
‘myllos’
avente la forma delle zone intime femminili; offerto a Demetra e Persephone. “Eraclide di Siracusa nel suo ‘I costumi di Siracusa’ dice che alle Panteleia, che è una parte della festa delle Tesmoforie, dolci a forma di genitali femminili erano preparati con semi di sesamo e miele, che erano chiamati mylloi in tutta la Sicilia, e venivano portati in processione in onore delle Dee.” (Ateneo D 647a)
il ‘phthois’,
una torta sacrificale tonda, forse chiamata ‘Selene’, composta di farina di grano, formaggio e miele- si consumava insieme alle carni degli animali sacrificati (Ateneo D 489d, 647d; Eustathius ne offre la ricetta..). Clemente di Alessandria afferma che si trattava di una delle torte presenti nella cista mystica. Erano di solito offerte durante i sacrifici, nelle iscrizioni sono associati con Hestia, Zeus, Apollo ed Asclepio (Clement, Protr. 2.19; iscizione del IV ac da Erythrai e una del I dc, riguardante un sacrificio a Zeus Atabyrios)
L’ ‘enkhytos’
è il romano encytum, di cui Catone ci fornisce la ricetta: mescolare formaggio e farina di farro in parti uguali. Prendere un imbuto largo e far colare parti uguali di impasto a forma di spirali nello strutto bollente. Girare le spirali nello strutto con due palette. Togliere, spalmare di miele e mettere a dorare nello strutto meno caldo. Servire a temperatuta moderata, con miele o mulsum (vino bianco con miele) e accompagnati da vino dolce. Pare che nella preparazione di questa torta vi fossero palesi allusioni alla sfera sessuale, come attesta Ateneo, citando Hipponax.
Il ‘gouros’
è citato da Solone nei suoi Giambi: “Essi stanno bevendo e alcuni di loro stanno mangiando itria*, altri pane, e altri gouroi insieme a lenticchie. Non un singolo tipo di ‘pasta’ lì manca, di tutte quelle che la nera terra produce per gli esseri umani, ma ogni cosa è disponibile in abbondanza.” Appare anche in un’elaborata descrizione poetica di Filosseno di Citera in stile ditirambico, nel ‘Convito’.
l’ ‘itrion’:
è una pasta leggera fatta di sesamo e miele, la descrive Anacreonte: ho spezzato un po’ di croccante itrion e l’ho avuto per pranzo, e ho bevuto un vaso di vino. Aristofane negli Acarnesi 1092: torte, tortine di sesamo, itria.
L’ ‘enkris’;
il romano globus o globulus, era una ciambella, fritta in olio o strutto e immersa nel miele (Stesicoro 179 Davies; Catone DA 79; Petronio S 1.3; Ateneo D 645e; Esichio, Lexicon s.v. enkris)
‘Psothia’ :
ossia briciole o molliche di pane; Ferecrate nel ‘Piccolo Cambiamento’ (fr. 86): avrai un piccolo cambiamento e psothia nell’Ade.
Il ‘gastris’ :
era una specialità cretese fatta con noci, semi di papavero e semi di sesamo. Ateneo ce ne dà la ricetta: noci e nocciole, insieme alle mandorle e ai semi di papavero, al miele, al pepe e ai semi di sesamo bianco; sembra essere quasi lo stesso dolce descritto da Plauto, i ‘laterculi’- ma ricorda molto da vicino i deliziosi baklavà della cucina greca moderna (Ateneo D 647f; Plauto, Poenulus 325-6)
“Glykinai:
torte di Creta fatte con dolce vino e olio d’oliva, così dice Seleuco nel suo glossario.”
Il ‘melipekton’:
miele cagliato e dal sapore di miele, sono torte di cui non si sa altro che i loro nomi (Erodoto 8.41 ‘melitoessa'; Aristofane, Nuvole 507, Lisistrata 601)
L’ ‘oinoutta’:
a base di vino e formaggio, forse assomiglia al ‘mustaceus’ (Aristofane, Plouto 1121 con scholia; Plinio NH 15.127; Ateneo D 647d)
‘Pyramous’;
avevano evidentemente forma piramidale, come alcune delle torte dipinte sui vasi. In un vaso, in cui è rappresentata una scena d’iniziazione (probabilmente Eleusina), un fanciullo porta una grande kiste in cui si vedono chiaramente delle focacce tonde e delle torte piramidali; in un’altra scena è una donna a reggere una corona e un canestro colmo di queste torte. Callimaco suggerisce che il ‘pyramous’ fosse dato come premio a coloro che fossero rimasti svegli durante le cerimonie notturne (pannychis). Invece Ateneo connette tale premio con il ‘kharisios’ (Ateneo D 646b, 647c). Plutarco (Sympos.lib. IX quaest. 15) riferisce che veniva data in premio ai giovani vincitori negli agoni ginnici o nella danza pirrica.
(Suda s.v. ‘pyramous'; Photios s.v. pyrameidés; Schol. Aristofane Tesmoforie 94, Cavalieri 277; Clem. Protr. 2.19)
‘sesamis’ :
era una torta rotonda, fatta con una mistura di semi di sesamo, olio d’oliva e miele, servito durante le nozze in Atene. Antifane nel Deucalione: “sesamides o torte di miele o qualcosa di simile”. (Stesicoro 179 Davies; Ateneo D 646f; Aristofane, Pace 869) Si tratta di una delle torte contenute nella cista mystica dei riti di Gaia e Dionysos, secondo clemente di Alessandria (Clem. Protr 2.19). Un calendario spartano, dedicato agli Dei Ctoni, prescrive l’offerta di questa torta a Demetra e Despoina.
‘Tagenites, taganies, tagenias’:
era una sorta di frittella o ‘pancake’, fatta semplicemente di farina e acqua, come si può evincere dalla descrizione di Galeno. (Galeno AF 6. 490-1; Ateneo D 110b, 646b, 646e); anche Hipponax lo conferma in un verso: “mentre mangi il francolino e i conigli, insaporisci l’impasto dei teganitas fritti con semi di sesamo” (PLG 4.2.474)
“Amorbites”:
tutto quello che sappiamo di questo dolce (Athen. 14.646f) è che si tratta di una specialità siciliana; a partire dalla radice etimologica, possiamo inferire che abbia a che fare con pastori e campagna, e alcuni studiosi hanno ipotizzato che contenesse miele e formaggio (ricotta).
“Empeptas”:
dalla descrizione che troviamo in Ateneo (14.645) si evince che si tratta di una torta fatta con diversi formaggi, simile grosso modo ai ‘vol au vent’ francesi.
“Diakonion”:
“quando gli Ateniesi celebrano il cosiddetto Eiresione in onore di Apollo, suonando la lira e i cimbali e portando alcuni dei rami e altri delle torte rotonde chiamate diakonion…anche Ameria dice che le diakonia sono le torte preparate alla cerimonia dell’Eiresione per Apollo…alcuni dicono che è una torta di farina d’orzo.” (Suda s.v.)
fonte: http://chi-lyra.com/