Leonardo da Vinci: origini del nome

LEONARDO

Il nome di Leonardo ha origini longobarde e significa 'forte come un leone', esso trae origine dall'unione di due parole:

  • leo ovvero 'leone'
  • hard, 'forte, coraggioso'

I suoi accorciativi sono: Nardo, Nardino.

L'onomastico viene festeggiato il 6 novembre in onore di San Leonardo, abate di Noblac in Francia, vissuto nel VI secolo, patrono di Campobasso, dei carcerati, degli agricoltori, dei fabbri e dei fruttivendoli, un santo che viene evocato anche per auspicare un parto facile.


Caratteristiche: 

Grande appassionato di sport, ha un'anima curiosa che lo spinge a essere sempre in movimento e conoscere luoghi, persone, situazioni e cose nuove. Dotato di grande entusiasmo e voglia di vivere non prova nessuna fatica a socializzare con gli altri.


Curiosità: 

Leonardo è un nome diffuso in circa 101.000 persone in Italia, con prevalenza in Puglia (23%), Sicilia (12%) e Lombardia (10%). Numerosi sono i personaggi storici di grande spessore che hanno portato il nome Leonardo: primo tra tutti ricordiamo Leonardo da Vinci che è stato inventore, scultore e pittore, ma anche Leonardo Fibonacci, matematico senza eguali. A livello letterale ricordiamo Leonardo Sinisgalli e Leonardo Sciascia, celebre autore de “Il giorno della civetta”; a livello cinematografo invece si ricorda con piacere Leonardo DiCaprio e Leonardo Pieraccioni. Infine, a livello musicale si ricorda una dolcissima canzone portata allo Zecchino d'Oro nel 1969, intitolata “Se fossi Leonardo”.


Quante varianti esistono di questo nome?

Varianti italiane maschili del nome:
  • Lionardo
  • Lellonardo
  • Leonardino
  • Leo
  • Leonida 
  • Leoluca
  • Narduccio

Varianti italiane femminili del nome:
  • Leonarda
  • Lionarda
  • Leonardina
  • Lea
  • Lia 
  • Nardina

Varianti estere / Maschili:
  • Léonard (francese)
  • Leonard (inglese) 
  • Leonhard (tedesco)
  • Leonárdo (spagnolo)

Secondo alcuni studiosi, ma non abbiamo trovato conferma circa questa teoria, sembrerebbe che Lihonard fosse il nome utilizzato ad Erastotene, matematico, astronomo e poeta greco, vissuto intorno al 200 a.C., in alcune lodi e poesie viene citato il "leone coraggioso" e si pensa che Erastotene parlasse di se stesso con il nome appunto di Lihonard.

DA VINCI

Si può risalire fino al 1200 per trovare tracce storiche relative al cognome degli avi di Leonardo Da Vinci. 

Esistono due rami definiti del cognome Vinci che si dividono già nel medioevo: il primo ramo riporta cognomi come ad esempio Vinciprova, Vinciguerra, più presente nel basso ligure, e Vincislao, il secondo più legato alle terre toscane, viene indicato nel cognome puro, cioè Vinci.

A partire dal 1300 il cognome Vinci si può trovare in diverse regioni italiane come ad esempio le Puglie, verso il salento, e la Sicilia. 

In Sardegna vi sono tracce nello stesso periodo del cognome Vincis, soprattutto nel sud-est dell'isola. 

Secondo gli studi recenti e in mancanza di un archivio notarile, esistono diverse ipotesi circa la reale discendenza di Leonardo da Vinci e quelle, più accreditate sulle quali fare affidamento, ci portano al'origine più attendibile del toponimo di Vinci, e quello del torrente Vincio.

Il Vincio è un torrente che nasce dal monte Albano a San Baronto e attraversa nel suo corso, le Provincie di Pistoia e Firenze. In queste zone attraversate dal torrente è dominante la presenza di salici che ne delimitano per buona parte il suo percorso, soprattutto nella zona di vinci.
Va ricordato che il salice da vimine è una pianta molto resistente che cresce preferibilmente in luoghi umidi, lungo i fiumi, ai bordi di stagni e laghi e che verso la fine del 1300, era utilizzato per creare molti manufatti. Per trasportare le cose vi erano le Gerle e le cestine, per la cucina venivano creati i setacci per passare le farine di orzo e farro e il riso. 

La sua domesticazione da parte dell’uomo risale a tempi antichissimi: è una pianta molto presente nell’ambiente contadino, utilizzato per legare viti e fare intrecci e per sostenere il bordo dei fossi.

In cesteria rappresenta il materiale d’eccellenza, grazie alle sue doti di grande flessibilità e di regolarità dei rami. Il periodo migliore per la raccolta del salice è quello invernale, quando il ciclo vegetativo delle piante è fermo.
La maggior parte dei cestai consigliano la luna calante, per non rovinare la pianta e per evitare che il cesto tarli.
I salici capitozzati, tipici del paesaggio contadino e spesso coltivati vicino alle vigne, si potano ogni anno, recidendo i ributti alla base e lasciando pulita la parte vecchia e legnosa. Una volta che si inizia a potare una pianta di salice, è necessario farlo tutti gli anni.
I ributti dei salici che si trovano vicino ai fiumi vengono recisi alla base, vicino a terra.
Nel caso si vogliano pelare i bacchetti, bisogna potare le piante in primavera, quando “va in amore”, ovvero la linfa ricomincia a scorrere e rende facile la pelatura. Alcuni cestai per la stessa ragione raccolgono il materiale in estate.

Sembra inoltre essere legato al termine latino vincus, vinci, da cui deriva anche il nome dei salici dai ramoscelli flessibili, diffusi in queste campagne, che venivano e sono tuttora usati per realizzare canestri o legare le viti. Forse da questa consuetudine traggono origine i "nodi vinciani", che saranno emblema di Leonardo e della sua Accademia.

Stemma della famiglia Vinci di Anchiano, famiglia di Leonardo


Bibliografia

Emanuele Repetti, Dizionario Geografico Fisico Storico Della Toscana, Vol. III, Firenze, 1839, p. 249