La sindone è di Leonardo

La Sacra Sindone è considerata da sempre, la reliquia più importante del cristianesimo.
Divenuto simbolo iconografico per la sua importanza derivata dal fatto che viene identificata come il telo che ha avvolto il corpo di Cristo, nei secoli si è avvolta di un alone di mistero tale da scatenare guerre e distruzioni.

Tutti gli storici ritengono documentata la storia della reliquia a partire dalla meta’ del XIV secolo, data della sua apparizione. Sulla sua storia precedente e sulla sua antichita’ non c’e’ accordo:


Breve storia della sindone

Il presunto sudario di Cristo risulta essere custodito presso le primissime comunità e insediamenti cristiani che la conservarono con cura e riserbo quale elemento della rappresentazione della Passione di Cristo.

Si ipotizza un suo trasferimento nella città di Edessa di Mesopotamia.  Da questo momento il telo del sudrio assume il nome di mandylion (Il mandylion (greco "μανδύλιον", in arabo: ﻣﻨﺪﻳﻞ‎, mandīl, lett. "panno, fazzoletto") .
943 -
La città di Edessa di Mesopotamia è stata occupata dai musulmani. Le truppe i bizantine del domestikos Giovanni Curcuas Gurgen trasferiscono il mandylion a costantinopoli, dando in cambio 200 prigionieri musulmani.1147 - Durante il suo viaggio a Costantinopoli, il re di Francia Luigi VII,  riconosce e venera la santa reliquia.

1171 - Manuele I Comneno, imperatore d'Oriente mostra ad Amalrico I re dei latini di Gerusalemme,il telo di cristo.

1204, 12 aprile - Costantinopoli viene messa a fuoco e fiamme e saccheggiata dai crociati.  Da questo preciso momento il mandylion, il tessuto nel quale fu avvolto cristo, non viene più ritrovato. 

1353 - La Sindone viene ritrovata in Francia dal cavaliere Goffredo di Charny . 

1355 e 1357  Il telo di cristo, la sindone, è esposta completamente dai canonici della chiesetta di Lirey.

1389 - La prima citazione storica della sindone si trova in un memoriale del vescovo francese Pierre d'Aris, il quale è fermamente convinto si tratti di un falso e ne vieta l'ostensione in pubblico. 

1390 -  Secondo Clemente VII  indica il telo misterioso, che chiama sindone di Lirey città del vescovo Pierre d'Aris, come "un dipinto voluto e eseguito a somiglianza della sindone di nostro Signore", dando vkia per poco tempo all'ostensione in pubblico. concedendo comunque, qualche mese dopo, indulgenze speciali per quanti vi si fossero recati in visita.

Rappresentazione di come fu avvolto cristo nel telo di lino


1453 - La sindone, di proprietà di Margherita di Charny, viene venduta al duca Ludovico II di Savoia, che la trasferisce nella cittadina di Chambéry. 
1464 - Ludovico II di Savoia, quasi a giustificare la perdita di proprietà della sindone, decide di riconoscere una pensione ai religiosi di Lirey, in quanto si presero cura della sindone con diligenza 
1473 - Appare per la prima volta nel trattato chiamato  "Del corpo e del sangue di Cristo", scritto dal  teologo Francesco della Rovere, la citazione che indica il telo della sindone quale tessuto nel quale è stato avvolto Cristo, affermando che vi sono tracce visibili in gran quantità del suo prezioso sangue. 
1502 - Viene costruita una piccola cappella del castello ducale di Chambèry della famiglia Savoia, dove  Filiberto II di Savoia da ordine di conservare la sindone.
1506 - Papa Giulio II riconosce e autorizza il culto della Sindone per le popolazioni cristiane, indicando nel 4 maggio di ogni anno, la data di ricorrenza. 

1532 - nella notte tra il 3 e 4 dicembre - A seguito di un disastroso incendio, la sindone viene danneggiata e il suo telo, colpito da tizzoni ardenti in diversi punti della sua superficie, viene irrimediabilmente danneggiato. viene 1532 la Sindone viene danneggiata da un incendio che la brucia in più punti. La sindone viene successivamente riparata grazie al lavoro certosino delle suore clarisse di Chambèry.

1536, 7 maggio - La sindone arriva a Milano e viene esposta presso il castello Sforzesco. I fedeli possono ammirarla solo durante l'ostensione che avviene dalle mura del castello.
1553, novembre - L'esercito francese con le sue truppe, occupa diversi territori italiani, tra i quali l'area della Lomellina e del vercellese. Dopo una lunga battaglia, la città di Vercelli capitola e le truppe della cavalleria al comando del maresciallo di Francia Carlo Brissac, entrano in città, mettendola a fuoco e fiamme. La sindone, che nel frattempo si trova proprio a Vercelli, viene nascosta ai saccheggi e alle fiamme solo grazie all'intervento di un canonico, Giovanni Antonio Costa.
1578, 19 settembre - La sindone viene trasferita a Torino, divenuta capitale del ducato e residenza del duca Emanuele Filiberto.
1598 - Viene costituita a Torino, la Confraternita del SS Sudario che ha come scopo ultimo, la diffusione e la promozione del cult sindonico.  

1625 - Il ritrattista e pittore fiammingo Antoon van Dyck, allievo di Rubens, si trova a in Italia per studire i capolavori dell'arte del '400 e in particolare le opere di  Giorgione, Raffaello, Guercino, Carracci, Bellini, Tintoretto, Leonardo, Tiziano e , durante la sua permanenza, a modo di conoscere  don Lorenzo de' Medici, figlio del granduca Ferdinando I, grande mecenate. Passando per Torino molto probabilmente ha modo di vedere la sindone e comunque dipinge un cristo crocifisso con i chiodi fissati nei polsi del cristo e non nel palmo delle mani come la tradizione riporta.
1667 - L'architetto Guarino Guarini  progetta la cupola della cappella della sindone di Torino, precedentemente iniziata dall'ingegnere militare Amedeo Cognengo di Castellamonte e situata a metà strada tra la cattedrale ed il palazzo reale.
1685 - Avviene l'estensione della sindone presso la cappella dei SS. Stefano e Caterina del duomo di Torino.
1694 - La sindone viene sposta dalla cappella dei SS. Stefano e Caterina in quella appena completata su richiesta dei Savoia, dal Guarini.
1694 - Viene eseguito da Sebastiano Valfrè il lavoro di sostituzione del telo, riparato in precedenza dalle suore clarisse di Chambery con uno di seta nera.
1706 - Durante l'assedio di Torino, dove oltre 44.000 soldati francesi accerchiarono la cittadella di Torino fortificata difesa da circa 10.500 soldati sabaudi, la Sindone viene trasferita a Genova, evitando in questo modo danneggiamenti o, peggio, che possa cadere in mani francesi.
1898, 25 maggio - La Sindone viene fotografata per la prima volta dal l'avvocato torinese Secondo Pia,e  da quella questa ha inizio una nuova fase esplorativa dell'immagine sindonica.  
dal 1939 al 1946 - Secondo testimonianze accreditate dalla chiesa, la Sindone viene tenuta nascosta all'interno dell'abbazia di Montevergine in Campania, per essere successivamente trasferita in gran segreto sotto le celle del santuario. La guerra mondiale è in atto e le follie espansionistiche di Hitler, che aveva per le reliquie religiose e opere d'arte una vera e propria mania, è cosi veloce che Vittorio Emanuele III e Pio XII, individuano proprio nel monastero il posto più sicuro dove celare il sudario di cristo

1973 - Per la prima volta, non solo in Italia, la RAI trasmette la prima ostensione pubblica televisiva della Sindone,creando di fatto un grande interesse scientifico e mediatico.
1983 - Muore Umberto II di Savoia, ultimo Re d'Italia. Dai documenti testamentari morendo lascia la Sindone in eredità al Papa quale rappresentante della chiesa apostolica romana, che delega la custodia della sindone, all'Arcivescovo di Torino.
1988 - Con l'esame del carbonio-14 effettuato sulla sindone, emerge che il lenzuolo che avrebbe avvolto cristo non ha 2.000 anni come si pensava, ma si tratta di un epoca successiva, quella medievale (1260-1390, periodo compatibile con la sua comparsa a Lirey nel 1353). Seguiranno molte contestazioni circa il corretto esame sul telo. 

1997, notte tra l'11 e 12 aprile - Un devastante incendio distrugge la Cappella del Guarini dove si trova la sindone che, grazie all'intervento dei vigili del fuoco, viene portata in sicurezza all'esterno della cappella, senza subire alcun danno. portata in salvo dai vigili del fuoco, non riporta alcun danno.
2002 - Viene effettuato sulla sindone un intervento di restauro conservativo.

Ricostruzione "uomo della sindone" con tecniche 3D

Ricostruzione "uomo della sindone" con tecniche 3D


I test effettuati sul telo sindonico

1981 -  Compiuti dall’italiano Baima Bollone e dagli statunitensi Heller e Adler, hanno scoperto su campioni dei fili tracce di sangue umano del gruppo AB; dal canto suo il biologo svizzero Frei Sulzer ha individuato sul telo pollini di oltre 50 piante, presenti non solo in Europa, ma anche nelle aree palestinese ed anatolica. Ricercatori israeliani hanno inoltre trovato tracce di particolari piante appartenenti alla zona di Gerusalemme.

1988 -  Viene svolto l'esame per la datazione radiometrica con la tecnica del Carbonio 14, e ritenuta inadeguata dallo stesso ideatore, il chimico americano Willard Frank Libby, ha datato la realizzazione del lenzuolo tra il 1260 e il 1390, ma i sostenitori dell’autenticita’ della reliquia sostengono che i campioni utilizzati potevano anche provenire da parti rammendate dopo l’incendio del 1532. Alcuni studiosi ritengono che la Sindone sia l’autentico lenzuolo funebre di Gesu’. Secondo questi la Sindone di Torino risalirebbe alla Palestina del I secolo. Gode poi di molto credito l’ipotesi che essa sia da identificare con il ‘mandylion’ o ‘Immagine di Edessa’, un’immagine di Gesu’ molto venerata dai cristiani d’Oriente, scomparsa nel 1204 (questo spiegherebbe l’assenza di documenti che si riferiscano alla Sindone in tale periodo).

2013 -  I ricercatori delle Università di Modena,  di Padova, Bologna, e dell’Enea di Frascati, non hanno dubbi a riguardo: la sindone è assolutamente vera!

I nuovi esami di laboratorio condotti utilizzando la Spettroscopia Raman, la Spettroscopia Infrarossa, e uno strumento per la “datazione meccanica” del filo di lino, dal Prof. Fanti Giulio, raccontano che il telo di lino dove è stato avvolto "l'uomo della sindone"risale senza dubbio al I secolo a.C. 

Il team di ricercatori delle varie Università che hanno contribuito alla nuova ricerca, concordano che l'esame rivela finalmente una datazione certa, anche se occorre calcolare un margine di oscillazione di circa 250 anni, ma che in fondo confermerebbe che il telo della sindone, risalirebbe all'epoca di Cristo. 

In questo nuovo test non è stati utilizzato la datazione al radiocarbonio.

Di seguito si riporta il testo del vangelo apocrifo di Matteo che spiega come nasce ala storia "dell'uomo della sindone".

Giuseppe, dopo aver chiesto a Pilato di consegnargli il corpo, 

lo avvolge in un lenzuolo, lo depone in una tomba nuova scavata nella roccia e fa rotolare una grande pietra all'ingresso del sepolcro. 

Benché tutto ciò sia nell'ordine dei fatti e fosse necessario seppellire colui che sarebbe risuscitato dai morti, tuttavia le azioni sono state annotate una per una, perché non sono senza una qualche importanza. 

Giuseppe è figura degli apostoli: perciò è chiamato discepolo del Signore, 

anche se non era nel numero dei dodici apostoli. 

Egli avvolse il corpo in un candido lenzuolo. 

In questa stessa tovaglia noi vediamo ogni sorta di animali discendere dal cielo davanti a Pietro (At 10,11). 

Per cui non è esagerato ritenere che la Chiesa è sepolta con Cristo nel nome di questa tovaglia, 

poiché in essa, come nella confessione della Chiesa, 

sono riunite le diverse specie di esseri viventi puri e impuri. 

Così il corpo del Signore è come deposto mediante l'insegnamento degli apostoli in un luogo di riposo, 

vuoto e nuovo, di una roccia tagliata: 

il Cristo è quindi deposto, come mediante un'opera di insegnamento, 

nel cuore scavato della durezza pagana, cioè rozzo, 

nuovo e inaccessibile in precedenza all'entrata del timore di Dio.

 

Ilario di Poitiers - Commentario a Matteo, XXXIII, 8


Perché la sindone viene attribuita a Leonardo da Vinci?

Nel corso dei secoli la sindone ha avuto diverse"paternità" e questo probabilmente è dovuto al fatto che è un simbolo della cristianità, e come tutti i simboli di grande importanza e riferimento ideologico e culturale, hanno bisogno di continue conferme.

Per anni si è cercato di creare una condizione dalla quale partire per creare una forma di ragionamento argomentato ed in grado di essere perseguito: 


Ipotesi 1

Potrebbe esser Cristo quello della sindone?

Secondo gli esami condotti dal Prof. Fanti Giulio, il telo risalirebbe al I secolo a.C., quindi non si può escludere. 


Ipotesi 2

Se non fosse Cristo e fosse Leonardo?

Per quale motivo dovrebbe essere Leonardo? In effetti non vi sono ragioni simboliche che possano relazionare la sindone con Leonardo. 


Ipotesi 3

Può Leonardo aver lavorato sulla sindone?
Non ci sarebbe stato un motivo logico, in quanto non avrebbe potuto rappresentare nulla.


Ipotesi 4

Tra "l'uomo della sindone" e Leonardo esistono punti di contatto fisiognomico?

Come si può notare sotto nell'immagine, nelle prime due fotografie a partire dalla destra, vi è la foto dell'uomo della sindone e di fianco Leonardo da Vinci. Secondo molte immagini presenti nel web che abbiamo riportato sul nostro sito, sembra che i rapporti di somiglianza siano davvero straordinari. Ma siamo sicuri?

Per capire quanto sia  semplice il processo suggestivo che si scatena nella mente umana e cioè quello che la mante vuole convincersi di vedere attraverso lo sguardo, anche in questo caso siamo di fronte a pura suggestione.

Facendo un adeguato ingrandimento in laboratorio delle immagini di Leonardo più somiglianti alle fotografie della sindone risultanti dagli esami spettrografici a raggi x e quelle "dell'uomo della sindone" non esiste nessun rapporto di contatto fisiognomico sufficiente da poter stabilire un punto di partenza oggettivo.

Per capire meglio, dobbiamo prendere in considerazione due visi di persone che non hanno la barba e i capelli lunghi e cioè che mostrino con assoluta chiarezza i lineamento:

  • Delle labbra superiori; 
  • Inferiori;
  • Il mento;
  • Il sottomento;
  • Gli zigomi;
  • Il centro delle guance; 
  • Il sotto naso; 
  • Le orecchie;
  • Il lobo;
  • etc...

Insomma una serie di elementi e caratteristiche fisiognomiche che tutti gli esseri umani hanno, ma se il soggetto in esame li ha coperti grazie alla sua capigliatura e barba, i riferimenti per un indagine credibile e dai criteri scientifici, si riduce enormemente. Vendo a questo punto l'immagine con barba e baffi, la possibilità che Leonardo sia "l'uomo della sindone" è esattamente uguale alla possibilità di avere davanti la foto di un nostro bisnonno con le stesse caratteristiche.

Ecco dove è possibile osservare la ricostruzione attendibile del viso di Leonardo.


Come si è detto in precedenza, lo studio della sindone è in continua evoluzione da parte di esperti sindonici, ricercatori, chimici e scrittori.

Una delle ultime teorie circa la relazione tra Leonardo da Vinci e il telo "dell'uomo della sindone" ci giunge proprio da Torino, e riguarda l'apprezzata scrittrice, giornalista nonché appassionata di Leonardo, Vittoria Hazel, la quale afferma, secondo le sue ricerche, che proprio Leonardo abbia utilizzato la tecnica della pirografia ( scrittura a fuoco) sul lino della sindone.   


LA TEORIA DI VITTORIA HAZEL

Vittoria Haziel afferma che la sindone sia opera di Leonardo con la tecnica della pirografia

chi è Vittoria Haziel?

Tecnica di pirografia

La pirografia è una tecnica d'incisione che avviene attraverso una sorgente di calore. Nel medioevo era già in uso per incidere su legno, sughero e cuoio. Consisteva nel portare ad alte temperature la punta di un ferro arroventato che serviva ad incidere termicamente il segno sulla superficie, al fine di disegnare o marchiare il tessuto stesso, secondo il tipo di lavorazione. 

La tecnica negli anni ha raggiunto una forte evoluzione e questo sistema è utilizzato con metalli delle punte nobili, spesso nichel-cromo e platino, facilmente impugnabili con una forma simile ad una penna, che attraverso una alimentazione di corrente elettrica che riesce a produrre energia termica, sono in grado di avere un alto potere performante sulla materia.


Leonardo conosceva questa tecnica? 

Molto probabilmente si. 

Dal 1469 Leonardo inizia il suo percorso artistico presso la bottega fiorentina di Andrea Cioni, conosciuto all'epoca come il Verrocchio, noto cesellatore, intarsiatore, scultore e artista pittorico, molto amato dalla corte della famiglia dè Medici, in particolare da Lorenzo e Giuliano, che ne promuovono le sue arti, affidandogli diversi lavori di alto prestigio.

La Bottega del Verrocchio è un poli centro artistico di arti e di mestieri che si trova in Firenze ed è conosciuto in tutto il nord della penisola per le importanti committenze che riceve. In questo momento storico nella bottega vi sono allievi come il Perugino, Lorenzo di Credi, Il Ghirlandaio, Sandro Botticelli, e lo stesso Leonardo, tutti ancora molto giovani e sconosciuti, ma che diverranno, da li a breve, artisti straordinari che con il loro sapere, hanno contribuito a determinare il Rinascimento Italiano.

Il Verrocchio crede che un artista debba essere capace di lavorare con le mani ogni forma di materia e tra i suoi insegnamenti ai giovani allievi, vi è quello di apprendere le tecniche di carpenteria che oggi definiremmo "leggera" e di saper lavorare con precisione tutto il processo di fusione dei metalli come il ferro, il bronzo, l'oro. Insegna anche le tecniche di incisione su ceramica e su legno e fa utilizzare utensili incisori adatti per le lavorazioni dei legnami, in particolare il faggio, la quercia, l'abete, il pioppo (quest'ultimo preferito da Leonardo che dipingeva sempre su tavola), acero, vimini e salice. 


Sulla sindone esiste davvero la firma di Leonardo?

Va ricordato che le opere di Leonardo difficilmente riportavano esplicitamente la sua firma estesa come oggi possiamo immaginare la nostra firma su un documento, piuttosto Leonardo utilizzava la simbologia per sottolineare in modo non esplicito, il possesso spirituale di un opera. Un esempio potrebbe esser quello che è ricamato sul vestito della Gioconda dove Leonardo "firma" l'opera, indicando "il giglio" quale stemma di famiglia.

Firma autentica di Lionardo da vinci (la elle iniziale è in minuscolo)

autenticata dall'archivio di stato dei beni culturali di Milano


Non si può tuttavia escludere che Leonardo abbia depositato "la sua firma" in altri modi ad oggi ancora non conosciuti, ma per quanto riguarda la sindone legata a Leonardo, tale conferma non è ancora possibile. 


Quali prove ci sono che legano Leonardo alla sindone

E' possibile che Leonardo abbia visto il telo proprio a Torino, presso  la cappella del castello ducale di Chambèry della famiglia Savoia ne 1502? 

E' importante ricordare che in quel periodo Leonardo si trovava presso la corte di Ludovico il Moro di Milano in qualità di "ingegnere e architetto" e viaggiava spesso all'interno del ducato, sia visitando più volte il castello di Pavia per alcuni sopralluoghi relativi alle fortificazioni, sia nella città di Vigevano, allora chiamata Vigevìgne, dove si occupava di idrocultura e idrodinamica, nonché del progetto della azienda agricola voluta proprio da Ludovico il moro, chiamata sforzesca.


Conclusioni:
Ad oggi il mondo scientifico non è in grado di confermare questa teoria, certamente affascinate e suggestiva, in quanto dai controlli evidenziati in precedenza, non vi sono relazioni dirette e indirette. 

Rimane comunque aperto il dibattito che merita assolutamente di essere approfondito.