Madonna di Benois




SCHEDA TECNICA

  • titolo dell'opera: madonna di Benois
  • attribuzione: LDV
  • età di Leonardo: 30 anni
  • committente: sconosciuto
  • supporto utilizzato: tavola
  • dimensioni: cm 48 x 31
  • tecnica: colori a olio
  • datazione: 1478 - 1482
  • stato di conservazione: buono
  • interventi di restauro: non pervenuto
  • opera portata a termine: si
  • attualmente si trova: San Pietroburgo, Ermitage


1824

La famiglia Benois acquista la tavoletta di piccolo formato inizialmente denominata "la madonna di Leonardo"(questa indicazione non ha trovato conferme) o "la madonna con bambino" ad Astrakan, da un mercante d'arte di nome Sapoznikov. L'opera deve il suo nome alla famiglia che ne fu a lungo proprietaria, i Benois, noti soprattutto in quanto abili mecenati e collezionisti di opere d'arte


1914

Da questa data, l'opera si trova presso il museo Russo. 


Descrizione generale

L'opera è stata attribuita a Leonardo da Vinci e raffigura la Madonna col Bambino sullo sfondo di una stanza scura, rischiarata sul fondo da una bifora aperta sul cielo.




La bifora

Viene citata spesso nella bibbia e si tratta di una finestra piuttosto diffusa nel periodo Romanico e Gotico, utilizzata spesso nelle torri e nei campanili e spesso presente nei castelli e nelle rocche delle Signorie rinascimentali.  Il suo stile architettonico è piuttosto semplice e prevede una divisione perpendicolare al centro composta da una colonna, in alcuni casi decorata o scolpita, che ha lo scopo di sorreggere la parte del vertice centrale dei due archi. Normalmente molto utilizzata nell'architettura rinascimentale, era ritenuta una forma armonica che collegava la solidità geometrica delle forme alla profondità e alla capacità di illuminazione degli ambienti.


Maria

Maria sta seduta e tiene sulle ginocchia il figlio che cerca di afferrare il fiorellino che essa tiene in mano, cercando di coordinare i movimenti e lo sguardo come tipico dei bambini piccoli.

Con la mano sinistra Maria, indirizza a sè quel bambino che sembra instabile in quella posizione e lo sorregge controllandolo da eventuali gesti incauti.
Il panneggio vellutato scuro di Maria, viene illuminato da una luce frontale diretta che ne fa scorgere i dettagli dei ricami.



Teoria dei quattro petali del fiore

Nel Medioevo e in molte opere presenti in architettura nel Rinascimento, il Fiore dell’Apocalisse si presenta con un disegno geometrico a forma di fiore dai quattro petali con angoli a fissare le basi di un quadrato. 

Si  tratta di una intersecazione di quattro porzioni di cerchi che si uniscono in un connubio armonico. 


Ogni petalo ha un proprio significato simbolico simbolica dell’Apocalisse (Uomo, Aquila, Toro e Leone) che nella tradizione rappresenta appunto  l’unità del Libro della Conoscenza. Questo simbolo è presente in diverse opere di Leonardo e in qualche modo è presente anche nei famosi "nodi Vinciani" che fanno parte dello stemma di famiglia.









Teoria dell'albero della conoscenza

E' l'albero dell'Eden, è citato espressamente nella Genesi insieme all'albero della vita, da cui scaturì il peccato originale a seguito dell'infrazione del divieto, posto da Dio, ad Adamo ed Eva di mangiarne i frutti. L'albero identifica e contrappone la conoscenza del bene e del male (in ebraico: עץ הדעת טוב ורע‎, etz ha-daʿat tov va-ra''). Secondo il libro della Genesi, l'albero della conoscenza del bene e del male era collocato al centro del giardino di Eden. E' probabile che  prima del peccato che venne consumato col cibarsi dei frutti dell'albero, Adamo mangiasse altri frutti presenti nel giardino e, malgrado gli fu fatto espresso divieto, considerò l'albero della conoscenza alla stregua degli altri alberi presenti, senza fare alcuna differenza. 


Tecnica dello sfumato

Con quest'opera appare evidente che Leonardo contrappone un delicatissimo "sfumato", con cui sottolinea l'atmosfera e i suoi contenuti e la mutevolezza dei lineamenti e dei contorni.

 

Leonardo e l'opera
Quando si occupò di dipingere la madonna di Benois, Leonardo da Vinci era poco più che trentenne ed era già conosciuto nell'ambiente. Si trovava a Firenze ed era già in contatto sia con Giuliano dè Medici, che ne riconosceva le sue qualità e lo riteneva un grande amico, sia con il fratello Lorenzo, che lo sponsorizzava nell'ambiente delle belle arti, facendolo conoscere alle più importanti famiglie fiorentine. 

E' in questa data che  riceve il primo incarico pubblico: una pala per la cappella di San Bernardo nel palazzo della Signoria e per questa commissione viene pagato dai Priori 25 fiorini.

Non esistono documenti ufficiali che attestino che abbia realmente iniziato il lavoro, che venne affidato successivamente nel 1483 a Domenico Ghirlandaio e poi a Filippino Lippi, che quest'ultimo lo completerà nel 1485 (trattasi della "Pala degli Otto", oggi presente agli Uffizi).

 

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