Il Montalbano


Il Montalbano o Monte Albano è una catena montuosa che si estende per 16.000 ettari tra le province di Pistoia, Prato e Firenze, nei territori dei comuni di Serravalle Pistoiese, Monsummano Terme, Larciano, Lastra a Signa, Lamporecchio, Quarrata, Carmignano, Poggio a Caiano, Signa, Montelupo Fiorentino, Capraia e Limite, Vinci e Cerreto Guidi. 

 

Leonardo da Vinci nella sua infanzia con il nonno Antonio e lo zio Francesco ha scorrazzato su e giù per il monte Albano (detto anche montalbano), cosi come ha fatto per tutta la valle.

La sua presenza è stata registrata spesso nelle zone del padule di Fucecchio e del lago di Bientina, cosi come abbiamo testimonianza dalle sue carte, disegnate intorno al 1503 proprio da lui, relative a queste zone. 

Nei suoi disegni riporta l'area della valle dell’Arno con il progetto di un canale navigabile Firenze-mare (Windsor, RL 12685) eppoi quella che oggi possiamo definire la Toscana nord-occidentale (Madrid II, foll. 22v-23r). 


Località Bacchereto

Sul Montalbano vi è anche il piccolo paesino di Bacchereto, vedi i luoghi di Leonardo, dove risulta avere le origini "nonna Lucia", la tanto amata nonna paterna, moglie di ser Antonio da Vinci, il nonno. 

Nel paese il nonno Antonio aveva una piccola bottega per la lavorazione delle maioliche e spesso portava Leonardo, almeno fino all'età di 16 anni, per insegnargli la lavorazione delle terrecotte e dei metalli, dove secondo una teoria ancora in fase di esame, Leonardo avrebbe creato una mattonella quadrata in maiolica, detta la mattonella di maiolica di Leonardo, considerata il suo primo lavoro artistico.  

Nella stessa zona, il padre ser Piero, possedeva un podere in un luogo detto "Toia", che ha mantenuto per molti anni.


I fossili del Montalbano

Durante il suo girare sul Montalbano, Leonardo si imbatte anche in conchiglie fossilizzate e ne rimane affascinato a tal punto che inizia a osservarli per cercare di capirne la provenienza, li osserva nella forma e si incuriosisce a tal punto che inizia a studiarli, cosi come si evince dai fogli presenti nel codice Leicester (conosciuto anche come codice Hammer) di proprietà del filantropo Bill Gates, datati tra il 1506 e il 1509.


Leonardo si rende subito conto dell'armonia e della ripetizione degli "anelli del Nautilus" e considera da subito, come poi indicato successivamente nei suoi studi sulla geologia e sulla paleontologia, che esista un rapporto sconosciuto e misterioso alla base di questa ripetitività. 

Non ritiene che si tratti di  "un caso", piuttosto comincia ad affermarsi nella sua mente che la natura sia talmente metodica, che al suo interno nasconda delle leggi matematiche in grado di sviluppare tali procedure.

Non a caso, durante la sua vita, ha avuto modo di approfondire questi studi relativi alla spirale logaritmica chiamata anche spirale aurea.


L'incontro col Nibbio

Si recava spesso sul Montalbano dove ha avuto modo di conoscere e vedere i primi animali come il cero, la volpe, le lepri, i fagiani e le upupe, ma anche il suo "amato nibbio", che troveremo nel codice del volo realizzato da Leonardo, questo piccolo rapace allora presente in grandi quantità. Proprio il Nibbio affascina Leonardo che lo osserva da seduto sotto le piante, protetto dal sole, spiandone le linee che disegna nel cielo, linee armoniose e lente, quasi come immaginasse un disegno. 

Poi, all'improvviso, quel volteggio armonico viene allertato da il correre di una preda attraverso i campi e il Nibbio, che è troppo in alto nel cielo per essere visto dalla piccola bestiola che si ciba di erba, inizia a preparare la sua picchiata. 

Leonardo osserva il suo viaggiare veloce verso il basso, quasi una linea perpendicolare che lo indirizza verso l'animale ignaro che la sua esistenza sta per concludersi. Un impatto rapido, deciso e improvviso, con i suoi artigli afferra e preleva la preda che sia agita urlando di spavento e dolore, poi la porta con se, verso il cielo, quasi a sparire dalla vista.

Questo è quello che rimarrà nella memoria di Leonardo tutta la vita: il fenomeno straordinario del volo.

Leonardo secondo ipotesi e considerazioni relative alla sua infanzia, probabilmente frequentava anche i figli degli amici di famiglia del nonno Antonio e dello zio Francesco, possidenti di mulini, dove i contadini della zona, portavano il loro grano per essere macinato.