Oramai non ci sono dubbi: Leonardo da Vinci era vegetariano.
Lo troviamo scritto dappertutto e leggendo gli articoli pubblicati, abbiamo notato che le fonti sembrano davvero autorevoli, ma...non è proprio cosi!
Tutto ha inizio da una lettera.
Oramai non ci sono dubbi: Leonardo da Vinci era vegetariano.
Lo troviamo scritto dappertutto e leggendo gli articoli pubblicati, abbiamo notato che le fonti sembrano davvero autorevoli, ma...non è proprio cosi!
Tutto ha inizio da una lettera.
La famosa testimonianza....
Andrea Corsali è stato un navigatore italiano. La famiglia Corsali, per quel che se ne sa, ebbe origine a Monteboro, in quella che fu poi la villa dei Setticelli.
Il padre Giovanni (circa 1452 - 8 dicembre 1519) era stato priore nel 1493 e Podestà di Peccioli nel 1503.
«...va annoverato fra i più illustri navigatori italiani, inferiore al Vespucci nell'importanza delle scoperte, ma non minore di lui e dell'Empoli nell'arte dello scrivere.»
Contrariamente ai suoi fratelli che si trovano nei registri dei battezzati di Empoli, Andrea è forse nato a Firenze, nel senso che è stato "segnato" in Santa Maria del Fiore presso la cosiddetta Opera del Duomo fiorentina.
La famiglia infatti era "pendolare" fra la casa avita di Monteboro e quella del capoluogo, dove aveva la residenza per via delle attività pubbliche del padre Giovanni. Potrebbe però anche essere nato a Empoli ed essere poi stato registrato a Firenze per avvalorarne la cittadinanza fiorentina cui a quell'epoca tanto si teneva. Mancano purtroppo certezze in proposito.
Andrea Corsali inviò dall’estremo oriente due lunghe relazioni a Giuliano de’ Medici, figlio di Lorenzo il Magnifico e fratello di Papa Leone X, oltreché patrono di Leonardo Da Vinci.
In questa lettera vi è una citazione che riguarda proprio Leonardo da Vinci sulla quale si è basata la convinzione che Leonardo fosse realmente vegetariano:
”Fra Goa e Rasigut over Carmania, vi è una terra detta Cambaia, dove l’Indo fiume entra nel mare.
E’ abitata da Gentili detti Guzzarati, grandi mercatanti.
Vestono parte di loro all’apostolica e parte all’uso di Turchia.
Non si cibano di cosa alcuna che tenga sangue; nè fra essi loro consentono che si noccia ad alcuna cosa animata, come il nostro Leonardo Da Vinci .
Vivono di risi, latte, e altri cibi inanimati”.
Andrea Corsali 1 gennaio 1516
Leonardo come San Francesco d'Assisi
Sappiamo che Leonardo ammirava San Francesco e spesso lo citava parlando con i suoi contemporanei per la sua scelta di vita.
Come sappiamo, la maggior parte delle persone afferma che Francesco fu un vegetariano convinto e che di questo ne fece la sua ragion di vita. Ma siamo davvero sicuri?
Le fonti più vicine, per quanto agiografiche, Celano e Bonaventura, dicono l’inverso.
Chi sono questi signori?
Bonaventura da Bagnoregio, nato a Bagnoregio, 1217/1221 circa – Lione, 15 luglio 1274) è stato un cardinale, filosofo e teologo italiano. Denominato Doctor Seraphicus, insegnò alla Sorbona di Parigi e fu amico di san Tommaso d'Aquino. Vescovo e cardinale, dopo la morte venne canonizzato da papa Sisto IV nel 1482 e proclamato Dottore della Chiesa da papa Sisto V nel 1588. È considerato uno tra i più importanti biografi di san Francesco d'Assisi. Infatti alla sua biografia — la Legenda Maior — si ispirò Giotto per il ciclo delle storie sul Santo nella basilica di Assisi.
1257
Fu ministro generale dell'Ordine francescano, del quale è ritenuto uno dei padri: quasi un secondo fondatore. Sotto la sua guida furono pubblicate le Costituzioni narbonesi, su cui si basarono tutte le successive costituzioni dell'Ordine.
Tommaso da Celano, nato a Celano nel 1190 è stato un religioso, poeta e scrittore italiano. Frate francescano dell'Ordine dei Frati Minori, è celebre per essere considerato il probabile autore della sequenza Dies irae, e per aver composto due Vitae di San Francesco d'Assisi, una Vita di santa Chiara, e almeno due lodi del Poverello.
1215
Entrò nell'Ordine francescano attorno al 1215. Non fu, quindi, uno dei primi discepoli del santo di Assisi, ma comunque lo conobbe personalmente. Dopo un paio d'anni, tornò in Italia e fu presente a due eventi notevoli della biografia di san Francesco d'Assisi: la morte del poverello di Assisi (3 ottobre 1226) e la sua proclamazione a Santo (16 luglio 1228).
Fu incaricato dal papa Gregorio IX di redigere una Vita del santo di Assisi; risultata insoddisfacente per una parte dei francescani (che si dividevano tra Spirituali e Conventuali), la Vita ebbe una seconda redazione, coadiuvata da testimonianze di altri francescani che avevano seguito Francesco da vicino. Come è noto, tutti questi scritti furono poi sostituiti ufficialmente dalla Legenda maior di Bonaventura di Bagnoregio e condannati alla totale distruzione. Nel 1260 Tommaso ottenne il suo ultimo incarico, direttore spirituale di un convento di Clarisse nei pressi di Tagliacozzo (AQ), dove morì attorno al 1265.
Francesco da Paola (Paola, 27 marzo 1416 – Tours, 2 aprile 1507) è stato un religioso italiano, proclamato santo da papa Leone X il 1º maggio 1519. Eremita, ha fondato l'Ordine dei Minimi. Sono sorpreso di vedere ripetere tante volte questa inesattezza, quando abbiamo avuto un santo dichiaratamente vegetariano (come forma di digiuno), quale Francesco di Paola!
Eppure quest’ultimo non viene citato, mentre falsamente di sostiene dell’altro Francesco o, addirittura, di Agostino d’Ippona (inconcepibile, data l’epoca, sarebbe più probabile mangiasse carne in contrapposizione con manichei ed altri gnostici, sic!). Ora San Francesco da Paola, pur facendo quaresima perpetua dalla carne e dai derivati della carne, si nutriva anche di pesci. E di pesci si nutrono tuttora quelli che seguono la sua regola (i Padri Minimi).
San francesco d'Assisi
San Francesco d’Assisi insieme con tanti altri santi non mangiava la carne. Anzi la carne era proibita negli ordini religiosi. "La severità ed il rigore che Francesco esercitava verso se stesso si estrinsecavano soprattutto per mezzo dei digiuni ed astinenze e ci vengono confermati all'unanimità da tutte le fonti francescane primitive. Il Celano, nella Vita prima afferma che 'raramente si cibava di vivande cotte, oppure le rendeva insipide con acqua fredda, o le cospargeva di cenere! Quante volte, mentre era pellegrino nel mondo a predicare il Vangelo, invitato a pranzo da grandi signori che lo veneravano con grande affetto, mangiava appena un po' di carne in ossequio alla parola evangelica di Cristo, poi, fingendo di mangiare, faceva scivolare il resto nel grembo'. La stessa cosa viene confermata da san Bonaventura.
Bisogna ricordare che secondo la Regola dell'ordine francescano del 1223, i frati sono tenuti a diversi tipi di digiuni, ma per quanto riguarda la scelta dei cibi "secondo il santo Vangelo potranno mangiare di tutti i cibi che saranno loro presentati" (p. 406).
Francesco consigliò ai propri fratelli che non si facesse uso di carne – e ciò non tanto per motivi economici legati alla necessità della povertà – per rispetto degli animali; la squisitezza del tratto francescano prevedeva invece che il frate ricevuto da qualsiasi famiglia non stesse a questionare, però, sui cibi o sulle proibizioni. Pertanto il frate doveva mangiare e ringraziare.
Come stanno davvero le cose?
Bisogna partire da un presupposto:sono vegetariani coloro che escludono dall'alimentazione qualsiasi carne di animale.
Tuttavia non si può ascrivere al vegetarianesimo né Gesù Cristo, né san Francesco d’Assisi né san Francesco da Paola.
Come si sa, Gesù Cristo, essendo Israelita, durante la Pasqua, come tutti gli israeliti, mangiava l’agnello. Si è nutrito non solo di pesci.
San Francesco d’Assisi insieme con tanti altri santi non mangiava la carne. Anzi la carne era proibita negli ordini religiosi.Tuttavia l’astinenza dalla carne non includeva l’astinenza dai pesci.
Nella sacra Scrittura è lo stesso Dio che concede all'uomo di nutrirsi anche delle carni degli animali e in particolare è una vera e propria concessione del padre che viene fatta nell'alleanza con Noè dopo il diluvio universale.
Prima del diluvio Universale: “Dio disse:
«Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra, e ogni albero fruttifero che produce seme: saranno il vostro cibo” (Gn 1,29)
Dopo il diluvio Universale:
“Dio benedisse Noè e i suoi figli e disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite la terra. Il timore e il terrore di voi sia in tutti gli animali della terra e in tutti gli uccelli del cielo. Quanto striscia sul suolo e tutti i pesci del mare sono dati in vostro potere. Ogni essere che striscia e ha vita vi servirà di cibo: vi do tutto questo, come già le verdi erbe” (Gn 9,1-3).
Quest'ultima affermazione esemplifica il fatto che Dio concesse agli uomini il cibarsi degli animali. Quindi si può affermare che il vegetaresimo nulla ha a che vedere col Cristianesimo o alla Sacra Scrittura.
Cos'è la Quaresima?
La Quaresima è la celebrazione liturgica di quaranta giorni che precede la celebrazione della Pasqua; I fedeli sono invitati alla conversione a Dio attraverso la penitenza, la carità, la preghiera e il digiuno.
Il riferimento è al ricordo dei quaranta giorni trascorsi da Gesù nel deserto dopo il suo battesimo nel Giordano e prima del suo ministero pubblico.
Anche nella quaresima più stretta si è sempre concesso di nutrirsi dei pesci. E anche questi sono animali. Ma inutile pensare che la scelta vegetariana dipendesse, in Leonardo, da lontane dottrine.
Il rifiuto del cibo animale da parte di Leonardo da Vinci fu testimoniato anche da Vasari, nelle Vite, egli per tutte queste informazioni poteva attingere da fonti dirette. Ser Piero, padre di Leonardo, era un suo vicino di casa.
ecco la frase citata da Leonardo da Vinci
Fin dalla più tenera età, ho rifiutato di mangiar carne e verrà il giorno in cui uomini come me guarderanno all’uccisione degli animali nello stesso modo in cui oggi si guarda all’uccisione degli uomini”
Relazioni di viaggio
E proprio ai Medici sono indirizzate le lunghissime relazioni che il Corsali stese dei suoi due viaggi, e che ci sono pervenute integralmente. Entrambe furono spedite dall'India e pubblicate rispettivamente nel 1516 e nel 1518.
La prima è indirizzata a Giuliano de' Medici, figlio di Lorenzo il Magnifico e fratello di Leone X, e racconta del lungo viaggio compiuto da Lisbona al seguito di un'ambasceria portoghese, comprendente la circumnavigazione dell'Africa e la traversata dell'oceano Indiano.
La seconda è indirizzata a Lorenzo de' Medici, duca di Urbino, e vi si parla dei territori del Mar Rosso e del golfo Persico, visitati nel corso di un'avventura dai toni drammatici. Entrambe le relazioni furono incluse da Giovan Battista Ramusio nella monumentale raccolta Delle navigationi et viaggi, edita a Venezia nel 1550.
Copia manoscritta della lettera di Andrea Corsali inviata al Principe Duca Juliano de' Medici
venuta Dellindia del mese di Octobre nel XDXVI, preparata per Andrea Gritti, Doge di Venezia dal 1523.
La lettera di Andrea Corsali fu spedita da Cochin a Giuliano de' Medici a Firenze
The Corsali manuscript', Horden House, 1989. National Library of Australia
Il romanzo di Leonardo da Vinci (in russo : Воскресшие боги. Леонардо да Винчи, Gli dei risorti. Leonardo da Vinci , in traduzione letterale).
Questo testoscritto da Dmitrij Merezhkovsky, autore e studioso della storia degli artisti rinascimentali, viene pubblicato per la prima volta nel 1900 dalla rivista Mir Bozhy, poi pubblicato in edizione separata 1901.
La rivista Novyj Mir che significa "Il mondo di Dio", è una rivista mensile letteraria in lingua russa fondata nel gennaio 1925 ed è pubblicata a tutt'oggi.
Il romanzo di Dmitrij Merezhkovsky costituisce la seconda parte della trilogia di Cristo e Anticristo (1895-1907), iniziata dal romanzo d'esordio dello scrittore La morte degli dei.
Tratta la storia di un abile e colto mercante Buonarcozzi che scava all'interno della statua di Venere, e al suo fianco, vi è Leonardo da Vinci, da lui chiamato in qualità di esperto. Questo riecheggia la scena finale di La morte degli Dei con la profezia di Arsinoya sui "futuri fratelli" che scaverà le preziose ossa di Hellas e ricomincerà ad adorarli.
Per concludere possiamo affermare con assoluta certezza che questa frase:
Fin dalla più tenera età, ho rifiutato di mangiar carne e verrà il giorno in cui uomini come me guarderanno all’uccisione degli animali nello stesso modo in cui oggi si guarda all’uccisione degli uomini”
Non ha nessuna attinenza documentale e veritiera circa il vegetaresimo di Leonardo da Vinci, piuttosto è il frutto di un romanzo ben scritto e decisamente suggestivo di Dimitri Merejkowski intitolato The Romance of Leonardo da Vinci, nulla di più!
Abbiamo chiesto il parere a Carmen Nicchi Somaschi, che cosi ci ha risposto:
"Leonardo da Vinci è stato un personaggio che ci ha donato ricchezze
infinite, la sua genialità è sorprendente pure oggi, in un era, nella quale il
progresso ci ha portato oltre la luna e l’immaginazione che si poteva avere
secoli fa.
Per ricchezze io intendo beni non materiali ma intuizioni concretizzate e
realizzate che solo una mente illuminata poteva donare all’umanità.
Era vegetariano: questa sua scelta alimentare che ci viene tramandata non ci stupisce, così come questa sua sensibilità. Molti altri filosofi e illuminati hanno fatto questa scelta, la storia è ricca di personaggi antichi che sostenevano questa alimentazione che ora sta tornando sempre più incisiva.
Le motivazioni non erano di carattere salutistiche ma di una sensibilità verso la vita che si estendeva anche ai nostri compagni su questo pianeta: gli animali. Stimolato forse da un esploratore, Andrea Corsali, che dall’estremo oriente inviava a Giuliano de’ Medici, parlando dei Gentili detti Guzzarati, che non si cibava di ciò che conteneva sangue e neppure consentiva danno a ciò che vivesse. Citando un suo scritto: “Vivono di risi, latte, e altri cibi inanimati”. O forse dagli antichi Francescani, che pur essendo vegetariani per amore verso i fratelli minori, gli animali, vivendo di carità accettavano il cibo offerto da chi non lo era.
Ci sono alcune controversie in merito alla frase di Leonardo: “Verrà un giorno in cui gli uomini guarderanno l’uccisione di un animale nello stesso modo in cui oggi si guarda l’uccisione di un uomo”.
Alcuni mettono in dubbio che questa frase non sia stata detta da Leonardo da Vinci. La storia a volte ci racconta episodi non sempre verificabili al 100%.
Altra frase contestata è: “i nostri corpi sono sempre più le tombe degli animali”.
Non è mia intenzione dare vita a inutili polemiche, vero o meno, per noi
vegetariani Leonardo Da Vinci è un simbolo, un punto di riferimento a cui non
vogliamo e non possiamo rinunciare perché il vegetarismo è una scelta, E’
appunto una scelta che si può fare ad ogni età, quindi è possibile che nel suo percorso di vita lo
sia diventato, senza per questo negare parte delle sue esperienze precedenti a
questa nostra alimentazione.
Il 2 maggio si è ricordata la sua morte avvenuta nel 1519, secoli in cui i
ricordi e i racconti si perdono, un genio come Leonardo appartiene al mondo,
tutto e non solo a noi vegetariani".
Carmen Nicchi Somaschi
Presidente Associazione Vegetariana Italiana www.vegetariani.it
Bibliografia