La madonna e il disco volante


Presso Palazzo vecchio in Firenze è possibile osservare l'opera denominata "tondo di madonna, Gesù e San Giovannino".  Misura circa 1 mt. di diametro e si nota subito la sua cornice che ha intarsiato su legno dorato una esplosione di frutta, con pregevoli dettagli che ci riportano alla scuola di intarsio e di intaglio fiorentina del '400.   

Possibili attribuzioni:

  • Sebastiano Mainardi nato nel 1460 e morto nel 1513;
  • Jacopo del Sellaio, cognato di Domenico Ghirlandaio;
  • Leonardo da Vinci  (la sua attribuzione è stata definitivamente esclusa);


Per vedere l'opera in questione occorre recarci in Firenze e più precisamente presso Palazzo vecchio. Salire le scale e arrivare sino all'ultimo piano ed entrare nella Sala d’Ercole, e di colpo ci troviamo d'innanzi a la “Madonna con Bambino e San Giovannino”.

Quest'opera è da sempre controversa per la sua attribuzione pittorica, ancora oggi  divide le scuole di pensiero degli storici e dei critici d'arte; l'opera infatti è attribuita a Filippino Lippi, che è stato per un certo periodo allievo della bottega di Leonardo, Leonardo che conosceva benissimo il padre, Filippo Lippi. Successivamente è stata attribuita a Jacopo del Sellaio e ultimamente a Sebastiano Mainardi, tutti artisti della fine del Quattrocento fiorentino.

1978 

All'opera viene attribuito da qui in avanti un nuovo nome: la madonna del disco volante.


Il suo restauro

Il quadro è stato restaurato in Italia e studiato negli Stati Uniti. Le analisi hanno dimostrato che non si tratta di uno “scherzo postumo”, l’opera è completamente originale. Quindi non vi è certezza su cosa rappresenti quell'oggetto, ma, comunque da quel 1978 l’opera è nota come la "Madonna dell'UFO" o "Madonna del disco volante".


Osservazione del quadro

Proviamo ad immaginare di trovarci davvero davanti a quest'opera senza sapere il mistero che l'avvolge. La stiamo osservando da profani, come spesso succede durante la visita presso un museo, magari in fila per pochi minuti. La stiamo osservando partendo dal soggetto centrale, quello grande all'interno del cerchio. Certamente la Madonna con le mani giunte poi i bambini ma.. guardando la Madonna ci è sembrato di vedere qualcosa in alto a destra, qualcosa che non riusciamo bene a capire. Ci avviciniamo con lo sguardo proprio su quel particolare e per un attimo tralasciamo il tutto.
Forse a prima vista pensiamo che quella sia una macchia, magari una esfoliazione dello strato di pittura che ci fa sembrare quell'oggetto una specie di "bozzo".
Ma non ne siamo davvero persuasi e continuiamo a guardare ancora meglio, ci avviciniamo ulteriormente magari allungando
parte del collo e fissiamo quell'oggetto da più vicino.
Solo a questo punto può succedere di avere un piccolo sobbalzo, silenzioso e dignitoso, che ci fa capire che siamo davanti a  qualcosa di strano.. Si, ma a cosa? Quello che stiamo vedendo non è del tutto sconosciuto alla nostra memoria ma non siamo ancora sicuri che si tratti di ciò che pensiamo anche perché sarebbe davvero strano. Cosa facciamo allora? Continuiamo ad osservarlo e più lo osserviamo, più ci rendiamo conto che non si tratta di una macchia, di esfoliazione, di un colpo di pennello sbagliato ne tanto meno di un probabile uccello disegnato male, si tratta di qualcosa che è molto simile, del tutto simile a qualcosa che è sospeso, come fosse...un disco volante! Ma dai, che senso ha un disco volante.
La cosa ci intriga molto e allora vogliamo sapere di più ci avviciniamo quanto più possibile e scopriamo che quell'oggetto propaga come dei raggi verso l'esterno, poi ci rendiamo conto che è tridimensionale e non piatto, riusciamo infatti a vedere l'ombra al di sotto. Perbacco, sembra davvero un oggetto volante non identificato, molto simile ai disegni dei fumetti americani degli anni trenta. 
Poi il nostro sguardo viene catturato in una zona dell'opera leggermente più in basso, dove vediamo il disegno di una persona che sembra osservare coi piedi ben piantati per terra, quell'oggetto. 
E' un uomo con una specie di tunica che sembra osservare, anche lui come noi, quell'oggetto e con la mano destra cerca di proteggere il suo sguardo che sembra abbagliato da quegli strani raggi. In questo preciso momento facciamo una associazione mentale che ci porta a capire una cosa, 
se quello è un oggetto sospeso nel vuoto e quell'uomo lo guarda, sicuramente si tratta di un velivolo e visto che nel '400 non esistono ne aerei, ne mongolfiere, arriviamo facilmente alla conclusione che si può trattare di un UFO!


Cosa ci è sfuggito nell'osservazione?

Forse il nostro cervello ha creato troppo velocemente l'associazione oggetto + uomo che osserva = UFO e non ci siamo resi conto che vicino a quell'uomo esiste un cane seduto che anche lui osserva lo stesso oggetto.
Nel quadro vi è anche dipinta la stella della natività che viene accompagnata nel suo cammino da tre piccole e quasi invisibili stelle o fiammelle. Di cosa si tratta?

Bisogna fare un salto indietro nel tempo in un altra epoca e arrivare sino ai Bizantini.

L'arte bizantina ha la sua maggiore espansione tra il IV ed il XV secolo, dove si sviluppa sotto forma di temi religiosi e iconografie legate al divino con particolare sottolineatura della stilizzazione delle forme e la smaterializzazione delle immagini a tal punto d creare forme e disegni di astrattismo, scollegati dalla realtà. Queste forme vengono identificate come forme anti-materia, cioè fuori dalla materia a tal punto da renderle del tutto inverosimili a confronto con il mondo reale delle cose.     

L'arte bizantina dunque non ripropone la realtà cosi come vista e vissuta dagli uomini del proprio tempo, ma pone la questione del divino attraverso la proiezione non di ciò che è ma di ciò che potrebbe essere. Proprio nell'arte bizantina si ripropone il tema delle tre stelle che spesso sono il momento dell'annunciazione dell'avvento di Cristo, dove le madonne hanno sulle vesti, sulla fronte le tre stelle quale simbolo del nuovo avvento ma assumono il significato simbolico verginità di Maria, che rimane vergine per tre volte: prima, durante e dopo il parto. Ecco allora che ritroviamo le tre stelle che sottolineano la verginità della madre di Dio.


L'uomo che osserva
L'uomo e il suo cane rappresentano il pastore e la guida del suo gregge, il cane appunto. In molte opere del Rinascimento, ma addirittura ancora prima, la natività e l'annunciazione della venuta di Cristo re, sono spesso accompagnate dalle tre stelle nello sfondo o vicine alla Madonna. Questo è un passaggio-chiave della spiegazione simbologica della loro presenza, in quanto nell'annunciazione del cristo, spesso sono presenti i pastori con il loro cane o il gregge e le tre stelle che ne guidano e illuminano il suo percorso, cosi come indicata e narrata nei testi del Vangelo secondo Luca, Vangelo scritto 2.000 anni fa..  

Gesù e i suoi fratelli in un dipinto presso la parrocchia di Serravalle Scrivia, citati nei vangeli apocrifi

Come ben ricorda Marco Cappadonia Mastrolorenzi su Lucidamente anno VII,  nelle Sacre Scritture si fa spesso riferimento a “nubi luminose”, “carri volanti”, “colonne di fuoco”, “sfere infuocate”, che sono tutti segni del divino e della presenza di Dio nel creato. Se si conoscono i classici greci e latini, ma soprattutto le Sacre Scritture, ci si rende conto che quei segni “strani” in cielo, somiglianti ai nostri fantastici dischi volanti – o comunque a immagini che fanno parte esclusivamente della modernità –, acquistano sempre più un significato allegorico all'interno dei codici assiologico e semico-simbolico di cui fanno parte quelle opere d’arte, un valore figurale che connota l’opera d’arte in senso religioso e divino.

Nelle opere dei seguenti pittori, appaiono in molti dipinti "segnali" che possono sembrare incomprensibili:

  • Domenico Ghirlandaio - è visibile una nube luminosa;
  • Antoniazzo Romano - appare una nube luminosa e un angelo;
  • Pinturicchio - è visibile una nube luminosa;
  • Vincenzo Foppa - è visibile una nuvola piena di luce con angelo;
  • Nicola Francke - è visibile una nube che emana fasci di luce;
  • Agnolo Bronzino - si nota molto bene una sfera dorata con attorno angioletti e putti;
  • Amico Aspertini - è visibile in cielo un piccolo oggetto scuro;
  • Lorenzo Monaco - è visibile una nube che emana fasci di luce.


Testo tratto dall'originale
Vangelo Apocrifo di Giacomo


2] Sellò l'asino e vi fece sedere Maria: il figlio di lui tirava la bestia e Giuseppe li accompagnava. Giunti a tre miglia, Giuseppe si voltò e la vide triste; disse tra s‚: "Probabilmente quello che è in lei la travaglia". Voltatosi nuovamente, vide che rideva. Allora le domandò: 

"Che cosa hai, Maria, che vedo il tuo viso ora sorridente e ora rattristato?"

 Maria rispose a Giuseppe: 

"E' perché vedo, con i miei occhi, due popoli: uno piange e fa cordoglio, l'altro è pieno di gioia e esulta". 


[3] Quando giunsero a metà strada, Maria gli disse: 

"Calami giù dall'asino, perché quello che è in me ha fretta di venire fuori". La calò giù dall'asino e le disse: 

"Dove posso condurti per mettere al riparo il tuo pudore? Il luogo, infatti, è deserto".


[18, 1] Trovò quivi una grotta: ve la condusse, lasciò presso di lei i suoi figli e uscì a cercare una ostetrica ebrea nella regione di Betlemme. 


[2] Io, Giuseppe, camminavo e non camminavo. 

Guardai nell'aria e vidi l'aria colpita da stupore; guardai verso la volta del cielo e la vidi ferma, e immobili gli uccelli del cielo; guardai sulla terra e vidi un vaso giacente e degli operai coricati con le mani nel vaso: ma quelli che masticavano non masticavano, quelli che prendevano su il cibo non l'alzavano dal vaso, quelli che lo stavano portando alla bocca non lo portavano; i visi di tutti erano rivolti a guardare in alto. 


[3] Ecco delle pecore spinte innanzi che invece stavano ferme: il pastore alzò la mano per percuoterle, ma la sua mano restò per aria. Guardai la corrente del fiume e vidi le bocche dei capretti poggiate sull'acqua, ma non bevevano. 

Poi, in un istante, tutte le cose ripresero il loro corso.


[19, 1] Vidi una donna discendere dalla collina e mi disse: 

"Dove vai, uomo?". Risposi: "Cerco una ostetrica ebrea". 

E lei: "Sei di Israele?". "Sì" le risposi. 

E lei proseguì: "E chi è che partorisce nella grotta?". "La mia promessa sposa" le risposi. 

Mi domandò: "Non è tua moglie?". Risposi: "E' Maria, allevata nel tempio del Signore. Io l'ebbi in sorte per moglie, e non è mia moglie, bensì ha concepito per opera dello Spirito santo". 

La ostetrica gli domandò: "E' vero questo?". 

Giuseppe rispose: "Vieni e vedi". E la ostetrica andò con lui. 


[2] Si fermarono al luogo della grotta ed ecco che una nube splendente copriva la grotta. 

La ostetrica disse:

 "Oggi è stata magnificata l'anima mia, perché i miei occhi hanno visto delle meraviglie e perché è nata la salvezza per Israele". Subito dopo la nube si ritrasse dalla grotta, e nella grotta apparve una gran luce che gli occhi non potevano sopportare. 

Poco dopo quella luce andò dileguandosi fino a che apparve il bambino: venne e prese la poppa di Maria, sua madre. L'ostetrica esclamò: "Oggi è per me un gran giorno, perché ho visto questo nuovo miracolo".


[3] Uscita dalla grotta l'ostetrica si incontrò con Salome, e le disse: 

"Salome, Salome! Ho un miracolo inaudito da raccontarti: una vergine ha partorito, ciò di cui non è capace la sua natura". Rispose Salome: "(Come è vero che) vive il Signore, se non ci metto il dito e non esamino la sua natura, non crederò mai che una vergine abbia partorito".


[20, 1] Entrò l'ostetrica e disse a Maria: 

"Mettiti bene. Attorno a te, c'è, infatti, un non lieve contrasto".

 Salome mise il suo dito nella natura di lei, e mandò un grido, dicendo: "Guai alla mia iniquità e alla mia incredulità, perché ho tentato il Dio vivo ed ecco che ora la mia mano si stacca da me, bruciata".


 [2] E piegò le ginocchia davanti al Signore, dicendo: "Dio dei miei padri, ricordati di me che sono stirpe di Abramo, di Isacco e di Giacobbe. Non fare di me un esempio per i figli di Israele, ma rendimi ai poveri. 

Tu, Padrone, sai, infatti, che nel tuo nome io compivo le mie cure, e la mia ricompensa la ricevevo da te". 


[3] Ed ecco apparirle un angelo del Signore, dicendole: 

"Salome, Salome! Il Signore ti ha esaudito: accosta la tua mano al bambino e prendilo su, e te ne verrà salute e gioia". 


[4] Salome si avvicinò e lo prese su, dicendo:

 "L'adorerò perché a Israele è nato un grande re". E subito Salome fu guarita e uscì dalla grotta giustificata. 

Ed ecco una voce che diceva: "Salome, Salome! Non propalare le cose meravigliose che hai visto, sino a quando il ragazzo non sia entrato in Gerusalemme".


[21, 1] Poi Giuseppe si preparò a partire per la Giudea. In Betlemme della Giudea ci fu un grande trambusto, perché erano venuti dei magi che dicevano: "Dov'è il nato re dei Giudei? Abbiamo visto la sua stella nell'Oriente e siamo venuti ad adorarlo". 


[2] Udendo questo, Erode fu turbato e inviò dei ministri ai magi; mandò anche a chiamare i sommi sacerdoti e li interrogò, dicendo: 

"Come sta scritto a proposito del Cristo, dove deve nascere?". 

Gli risposero: "In Betlemme della Giudea, perché così sta scritto". 

E poi li rimandò. Interrogò anche i magi, dicendo: 

"Quale segno avete visto a proposito del re che è nato?". I magi gli risposero: "Abbiamo visto una stella grandissima che splendeva tra queste stelle e le oscurava, tanto che le stelle non apparivano più. 

E' così che noi abbiamo conosciuto che era nato un re a Israele, e siamo venuti per adorarlo". "Andate e cercate", disse Erode "e se troverete fatemelo sapere affinché anch'io venga a adorarlo".

I magi poi se ne andarono. 


[3] Ed ecco che la stella che avevano visto nell'oriente li precedeva fino a che giunsero alla grotta, e si arrestò in cima alla grotta. I magi, visto il bambino con Maria sua madre, trassero fuori dei doni dalla loro bisaccia: oro, incenso e mirra.


[4] Essendo stati avvertiti da un angelo di non entrare nella Giudea, se ne tornarono al loro paese per un'altra via.


[22, 1] Accortosi di essere stato giocato dai magi, Erode si adirò e mandò dei sicari, dicendo loro: 

"Ammazzate i bambini dai due anni in giù".


[2] Maria, avendo sentito che si massacravano i bambini, prese il bambino, lo fasciò e lo pose in una mangiatoia di buoi. 


[3] Anche Elisabetta, sentito che si cercava Giovanni, lo prese e salì sulla montagna guardandosi attorno, ove nasconderlo; ma non c'era alcun posto come nascondiglio. Elisabetta, allora, gemendo, disse a gran voce: "Monte di Dio, accogli una madre con il suo figlio". Subito il monte si spaccò e l'accolse. E apparve per loro una luce, perché un angelo del Signore era con loro per custodirli.


[23, 1] Erode, nel mentre, cercava Giovanni, e mandò dei ministri da Zaccaria, dicendo: 

"Dove hai nascosto tuo figlio?". 

Rispose loro: 

"Io sono un pubblico ufficiale di Dio e dimoro costantemente nel tempio del Signore, non so dove sia mio figlio". 


[2] I ministri se ne ritornarono per riferire tutto ciò a Erode. Adiratosi, Erode disse loro: 

"E' suo figlio colui che regnerà su Israele!". 

Mandò, perciò, di nuovo da lui per dirgli: 

"Dì proprio la verità: dov'è tuo figlio? Sai bene che il tuo sangue sta sotto la mia mano". 


[3] Zaccaria rispose: 

"Se tu spargerai il mio sangue, io sarò un testimone di Dio. Il mio spirito sarà accolto dal Padrone, poiché tu spargerai sangue innocente nel vestibolo del tempio del Signore". 

Allo spuntare del giorno, Zaccaria fu ucciso. I figli di Israele non sapevano che era stato ucciso.


[24, 1] All'ora del saluto, i sacerdoti uscirono, ma Zaccaria non venne loro incontro, come di solito, con la benedizione. I sacerdoti stettero a aspettare Zaccaria per salutarlo nella preghiera e glorificare l'Altissimo. 


[2] Ma, dato che tardava, tutti si intimorirono. Uno di loro si fece coraggio: entrò e vide presso l'altare del sangue coagulato e udì una voce che diceva:

 "Zaccaria è stato ucciso! Il suo sangue non sarà cancellato fino a quando non giungerà il suo vendicatore". 

All'udire tali parole ebbe paura, e uscì per riferire ai sacerdoti. 


[3] Questi si fecero coraggio, entrarono e videro quanto era accaduto: gemette la travatura del tempio, ed essi si strapparono le vesti dall'alto in basso. 

Non trovarono il suo corpo, trovarono invece il suo sangue pietrificato. 

Pieni di timore, uscirono e annunziarono a tutto il popolo che Zaccaria era stato ucciso. Lo vennero a sapere tutte le tribù del popolo, che lo piansero e fecero cordoglio per tre giorni e tre notti. 


[4] Dopo i tre giorni, i sacerdoti deliberarono chi mettere al suo posto, e la sorte cadde su Simeone. Questo, infatti, era colui che era stato avvisato dallo Spirito santo che non avrebbe visto la morte fino a quando non avesse visto il Cristo nella carne.


[25, 1] Alla morte di Erode, essendo sorto a Gerusalemme un trambusto, io Giacomo, che ho scritto questa storia, mi ritirai nel deserto, fino a quando cessò il trambusto a Gerusalemme, glorificando il Padrone Dio che mi ha concesso il dono e la saggezza per scrivere questa storia.


[2] La grazia sarà in coloro che temono il Signore nostro Gesù Cristo, al quale sia gloria nei secoli dei secoli. Amen.


Per gli storici dell'arte

Si tratterebbe senza ombra di dubbio della scena che viene descritta "nube luminosa", citata nell'apocrifo Protovangelo di Giacomo (leggi sopra). Questa nebulosa avrebbe avuto il compito di illuminare il cammino e l'ascensione dello spirito e reso lucente la  strada.



Per gli Ufologi

Secondo le loro teorie si tratta espressamente di un disco volante che è apparso a Leonardo. In quell'epoca, nel '400, molto probabilmente è apparso in cielo questo oggetto e non avendo strumenti fotografici per poter fissare l'immagine cosi come vista, lo stesso Leonardo che era dotato di grande memoria fotografica e visiva, è riuscito, attraverso il ricordo fissato nella mente e probabilmente schizzato su alcuni fogli che non sono giunti sino a noi, a riportarla su tela con alta capacità descrittiva.