Cosa sapeva Leonardo sul palombaro che non scrisse nei suoi progetti?
Leggendo con profonda attenzione i suoi fogli, quelli riguardanti il progetto del palombaro, sembra di entrare in un contesto piuttosto "strano", in quanto si ha come l'impressione di capire che Leonardo avesse gettato le basi dell'autorespiratore, molto simile a quello utilizzato dai sommozzatori del nostro secolo, però di questo non vi è una evidente traccia.
Possibile? Certo, questa è solo una supposizione, ma si percepisce che avesse capito.
Leonardo spiega, a suo modo e secondo il suo stile, di aver compreso che la cosa più importante del palombaro possa essere l'autonomia di respirazione, senza quindi un sistema di areazione e controllo direttamente da operatori posti in superficie, ma è come se si fermasse senza approfondire, rimandando il concetto in altri momenti...
Per meglio capire possiamo ragionare sul fatto che la maschera progettata da Leonardo copre l'intera testa e il volto del "subacqueo" ed è collegata da due tubi, non da uno, tubi che fungono da divisione dell'aria: uno per immissione dell'aria e l'altro per l'espulsione.
Leonardo aveva capito il rischio di incorrere in un eccessivo aumento della CO2 durante l’immersione? Non dobbiamo dimenticarci che Leonardo aveva una visione ben precisa della circolazione sanguigna e forse era anche a conoscenza che lo sforzo dell'uomo prodotto in immersione poteva causare un aumento di CO2.
Questo è deducibile dagli studi sulla fisica degli elementi legati al movimento umano che denotano la sua conoscenza circa lo sforzo prodotto dal corpo umano in normale regime e in immersione: il comportamento e la densità del sangue cambiava notevolmente sott'acqua producendo lo stress dovuto alla pressione dell'acqua.
In acqua, lo sforzo tende ad aumentare notevolmente il ritmo metabolico e può contribuire all'aumento della produzione di CO2.