Giorgio de Marchis




Giorgio de Marchis

  • data di nascita: L'Aquila, 9 luglio 1930  
  • data di morte: Roma, 1º gennaio 2009
Considerato un profondo conoscitore dell'arte italiana ed in particolare del periodo tardo medioevale sino al risorgimento, si è sempre speso la la diffusione della cultura del nostro Paese, ricoprendo incarichi di grande responsabilità per Enti e Commissioni.


1956

Si laurea  in lettere classiche presso l'Università di Pisa. 


1961 

Consegue il diploma di élève titulaire presso l'Università di Parigi e l'anno seguente il perfezionamento in storia dell'arte presso l'Università di Roma. 
Ha partecipato alla vita artistica e culturale italiana sin dagli anni Sessanta, rivestendo ruoli di responsabilità pubblica nell'ambito dei beni culturali (ispettore di belle arti, poi direttore e infine soprintendente alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna; direttore dell'istituto italiano di cultura a Tokyo; ispettore centrale presso il Ministero dei Beni Culturali).


1964 

entra in servizio presso la Galleria nazionale d'arte moderna di Roma dove rimarrà fino al 1974, prima come ispettore e poi come direttore. All'attività del museo, caratterizzata dall'organizzazione di numerose mostre di arte contemporanea e del Novecento e dal lavoro di ricerca per la catalogazione della collezione, affianca l'impegno di critico militante e di pubblicista su «L'Espresso» e su riviste specializzate come «Art International». 


1974-1978 

E' nominato direttore dell'Istituto italiano di cultura di Tokio. 


dal 1979 al 1981

E' nomiato soprintendente alla Galleria nazionale d'arte moderna. 


1982

Riprende nella città di Tokyo, la direzione dell'Istituto italiano di cultura fino al 1992. 


1993 - 1995

Si trasferisce definitivamente in Italia e ricopre l'incarico di  ispettore centrale del Ministero; presiede tra l'altro la commissione per la Ricognizione Patrimoniale.


2004 

ha istituito la “Fondazione Giorgio de Marchis Bonanni D'Ocre” con sede nel palazzo Simeonibus a L'Aquila con lo scopo di conservare, incrementare e rendere accessibile la biblioteca e l'archivio documentale di arte contemporanea raccolto durante la sua carriera di studioso e di critico.