estratto da
Il viaggio di de Beatis
e il rebus della Gioconda, dove sono raccolte ipotesi divergenti circa la dama identificata come la Gioconda e anche il fatto che sia stata realmente portata in Francia, ad Amboise, da Leonardo stesso.
Alinei Mario:
Il sorriso della Gioconda, Il Mulino, Bologna 2006 - sostiene essere il ritratto di una donna
morta
Bramley Serge:
nel suo Discovering the Life of Leonardo da Vinci, Harper Collins, Fox Island, USA, 1991,
sostiene che si tratta di Caterina, la madre di Leonardo in seguito formula l'ipotesi che si tratti di un
modello femminile ideale. Anche per Sigmund Freud si tratta di Caterina Buti del Vacca.
Clerici Gianni:
Una notte con la Gioconda, Rizzoli, Milano 2008 - la donna raffigurata sarebbe in realtà
un uomo, cioè Gian Giacomo Caprotti ( Salaì ). A partire dal 1990 in vari scritti Ernesto Solari ha espresso
tesi analoga sull'identità della Gioconda, modificando in seguito la sua tesi. Nel 2011 anche Silvano Vinceti
indica il Salaì.
Pallanti Alessandro:
(Monna Lisa. Mulier ingenua, Polistampa, Firenze 2004 e La vera identità della Gioconda,
Skira, Milano 2006): è Lisa Gherardini. Pallanti porta alcuni riferimenti storici e d'archivio, si rifà al
Vasari e più recentemente alla nota dello scrivano fiorentino Agostino Vespucci, vicino a Leonardo tra
il 1503/1507, ritrovata presso la Biblioteca Universitaria di Heidelberg nel 2008.
Pedretti Carlo.
nel 1957 ha fatto riferimento alla testimonianza di Antonio De Beatis del 1517, il quale
dava come committente del quadro Giuliano de Medici, identificando la donna con Pacifica Brandano,
favorita di Giuliano a Roma; successivamente, nel 1973 riteneva dovesse trattarsi di Isabella Gualanda
(presente a Roma negli anni in cui vi soggiornò Leonardo); nel suo recente libro Leonardo & io, Mondadori,
Milano, 2008, non si pronuncia sull'identità della donna ritratta.
Pulitzer Henry:
riprendendo una tesi di Adolfo Venturi, e di Benedetto Croce, sostiene che il ritratto
sia di Costanza d'Avalos, duchessa di Francavilla, amante di Giuliano dè Medici, che era soprannominata
la Gioconda
Sand George:
nel ritratto intravedeva lalter ego femminile dell'artista, che avrebbe imposto la propria
anima al corpo della dama misteriosa (Sand G., La Joconde de Leonard de Vinci, Impressions et souvenirs
littéraires, Paris, Dentu, E. Hetzel 1862)
Schwartz Lillian:
(la cui tesi è sostenuta anche da Renzo Manetti ): trattasi di un autoritratto di Leonardo.
Vedasi: Manetti R./Schwartz L./Vezzosi A., a cura di R. Manetti: Monna Lisa: il volto nascosto di
Leonardo/Leonardos Hidden Face, Firenze, Polistampa, 2007.
Soest Magdalena:
si tratta di Caterina Sforza (a questa tesi, a far data dal maggio 2009 ha scelto di
aderire Ernesto Solari): si adducono somiglianze tra la fisionomia della Gioconda e quella di Caterina
Sforza, che viene identificata nel quadro di Lorenzo di Credi noto come Dama dei gelsomini.
Solari Ernesto.
(*): nel libro Gioconda - il volto e l'anima, Aisthesis, Milano 2006, pp. 60-63, sosteneva
trattarsi di Bianca Sforza localizzando il paesaggio nell'area lecchese del Lago di Como; dal maggio 2009
si è dichiarato convinto della giustezza della tesi della ricercatrice tedesca Magdalena Soest, che la
identifica con Caterina Sforza, ed è impegnato a ricercarne le prove. Infatti ha tralasciato la sua tesi
precedente - fondata sul foglio 385 del Codice Atlantico in quanto non si regge a suo avviso su una
datazione. (*) si rimanda alla nota 2 del libro.
Tanaka Hidemichi:
ha proposto Isabella d'Este
Vecce Carlo:
ha proposto Isabella Gualanda, cortigiana amante di Giuliano il Magnifico (amica di
Vittoria Colonna e Costanza d'Avalos)
Vogt-Luerssen Maike:
sostiene che si tratti di Isabella dAragona, figlia di Ippolita Sforza e vedova di
Gian Galeazzo Sforza
Zapperi Roberto:
identifica nella dama Pacifica Brandano, amante di Urbino di Giuliano dè Medici,
che gli aveva dato un figlio, da lui riconosciuto dopo la morte della madre.