La corte di Milano
Ludovico il Moro era il signore indiscusso della città.
Ritenuto personaggio misterioso per le sue relazioni diplomatiche spesso non trasparenti, era amato e ben voluto dalla cittadinanza milanese che gli riconosceva un carattere molto accondiscendente. Si racconta che fosse davvero un generoso, attratto dalla bellezza delle arti e molto affabile con la gente, per nulla autarchico o con manie di superiorità.
Durante il suo ducato la città di Milano ebbe modo di vivere la sua magnificenza in quanto lo stesso duca si spese sempre molto per l'abbellimento e la funzionalità del suo ducato, sviluppando idee in ambito agricolo e dando un forte impulso allo sviluppo all’agricoltura.
In questo settore incrementò l’allevamento del bestiame nelle sue proprietà, portandolo sino a ventottomila capi fra buoi, mucche da pascolo brado, bufali di razza compreso migliaia di tacchini, gallinelle nere, pecore e capre.
Diede molta importanza alle malghe presenti nel suo ducato, incentivando una massiccia produzione di burro e formaggio di altissima qualità, formaggio duro e tenero per ogni palato, ma anche un forte impulso fu dato alla canalizzazione e all'irrigazione dei campi. Insomma una vera e propria industria alimentare che poteva contare tra contadini, fabbri, ingegneri, stallieri, mungitori e raccoglitori di erbe, circa 18.000 addetti!
Per fare tutto ciò lo stesso duca necessitava di "consulenti" che molto sapessero sulle cose da farsi e, tra questi, lo stesso Leonardo da Vinci che fu nominato, non a caso, architetto e ingegnere ducale e uomo di fiducia del duca.
Ludovico il Moro chiedeva consigli a Leonardo su tutto: dalle fortificazioni alle opere da costruire ex novo, dall'urbanizzazione ai colori dei tessuti da utilizzare a corte, dai calcoli per la creazione di turbine nel lecchese, fino a consigli sull'abbigliamento e la profumeria.
Tra le varie richieste del duca a Leonardo, vi era senza dubbio anche quella di organizzare i banchetti di corte, sia quelli ordinari di tutti i giorni, che quelli più elaborati per ospitare ambasciatori e rappresentanti di importanti signorie europee.
Leonardo era sempre presente, almeno quando non aveva altri impegni personali, e sedeva vicino al duca, quest'ultimo cosi fiero di vantare la conoscenza con Leonardo che non perdeva l'attimo durante il pranzo per farlo parlare dei progetti e della sua visione della vita.
Certamente la dialettica di Leonardo faceva soggezione ai più, in quanto lo sterminato sapere spaziava in tutti i meandri dello scibile umano con grande facilità e cognizione di causa e spesso sembrava complicato comprendere tutto il suo profondo e articolato pensiero.