Lenoardo da Vinci: pensiero



"Raro cade chi ben cammina." 

Codice Atlantico



"Costanzia: non chi comincia, ma quel che persevera."



"Noi tutti siamo esiliati entro lo cornici di uno strano quadro. 

Chi sa questo, viva da grande, 

Gli altri sono insetti."



"Sì come una giornata bene spesa dà lieto dormire,
così una vita bene usata dà lieto morire."
Codice Trivulziano



"Chi non punisce il male comanda che lo si faccia."



"De' 5 sensi, vedere, uldir, odorato sono di poca proibizione, tatto e gusto no."



"La verità sola fu figliola del tempo."

 Codice M, 58



"Chi poco pensa molto erra."

Codice H, 119



"Ogni nostra cognizione prencipia da sentimenti."

Codice Trivulziano, 20



"Lussuria è causa della generazione."
Codice H, 32



"Colui che più possiede, è colui che più ha paura di perdere."



"Nessuna azione naturale si po' abreviare." 

Codice Atlantico



"L'omo ha desiderio d'intendere se la femmina è cedibile alla dimandata lussuria, 

e intendendo di sì e come ell'ha desiderio dell'omo, 

elli la richiede e mette in opera il suo desiderio, 

e intender nol può se non confessa, e confessando fotte."

libro Codice Arundel




"Se questa sua [dell'uomo] composizione ti pare di maraviglioso artifizio, 

pensa questa essere nulla rispetto all'anima che in tale architettura abita e, 

veramente, quale essa si sia, 

ella è cosa divina sicché lasciala abitare nella sua opera a suo beneplacito [... ] 

così mal vole[n]tieri [l'anima] si parte dal corpo e ben credo 

che 'l suo pianto e dolore non sia sanza cagione."



"Chi vol essere ricco in un dì è impiccato in un anno."



"La passione dell'animo caccia via la lussuria."

dal Codice Atlantico, 358 va, 994 v, in Scritti letterari, a cura di Augusto Marinoni, Rizzoli, 1974



"Vedendo il castagno l'uomo sopra il fico, il quale piegava inverso sé i sua rami, e di quelli ispiccava i maturi frutti, e quali metteva nell'aperta bocca disfacendoli e disertandoli coi duri denti, crollando i lunghi rami e con temultevole mormorio disse:
«O fico, quanto se' tu men di me obrigato alla natura! Vedi come in me ordinò serrati i mia dolci figlioli, prima vestiti di sottile camicia, sopra la quale è posta la dura e foderata pelle, e non contentandosi di tanto beneficarmi,
ch'ell'ha fatto loro la forte abitazione, e sopra quella fondò acute e folte spine, a ciò che le mani dell'homo non mi possino nuocere.»
Allora il fico cominciò insieme co' sua figlioli a ridere, e ferme le risa, disse: «Conosci l'omo essere di tale ingegno, che lui ti sappi colle pertiche e pietre e sterpi, tratti infra i tua rami, farti povero de' tua frutti,
e quelli caduti, peste co' piedi e co' sassi, in modo ch'e frutti tua escino stracciati e storpiati fora dell'armata casa; e io sono con diligenza tocco dalle mani, e non come te da bastoni e da sassi.»"
Il castagno e il fico



"Acquista cosa nella tua gioventù che ristori il danno della tua vecchiezza. 

E se tu intendi la vecchiezza aver per suo cibo la sapienza, 

adoprati in tal modo in gioventù, 

che a tal vecchiezza non manchi il nutrimento."




"Chi disputa allegando l'autorità, non adopra lo 'ngegno, ma più tosto la memoria."

Codice Atlantico, 76