Lo studio di Leonardo di anatomia umana lo ha portato alla progettazione di uno dei primi noti robot umanoidi della storia.
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Secondo alcuni studi ( non confermati da prove documentali) avrebbe presentato il suo progetto di cavaliere -automa direttamente a Ludovico il Moro in occasione di una festa tenutasi all'interno della corte del Castello Sforzesco di Milano.
In questa occasione avrebbe spiegato le intenzioni: il cavaliere-automa avrebbe sostituito i soldati veri per evitare loro di essere uccisi.
Secondo Leonardo quindi, l'idea di sostituire nei combattimenti un automa avrebbe sostituito un vero soldato? Probabilmente no. Il suo impiego sarebbe stato "dissuasivo", nel senso che l'automa non avrebbe potuto tecnicamente competere con un soldato armato di spada o lancia e non avrebbe potuto quindi prevederne i movimenti nè tantomeno i colpi sferrati, però poteva incutere , in qualche modo, paura.
Come avrebbe fatto?
Nell'idea di Leonardo vi era un utilizzo" a distanza", non direttamente corpo a corpo con il nemico, piuttosto un posizionamento sulle torri e sui corridoi di cinta delle mura del castello o delle fortezze che muovendosi autonomamente, lasciava credere che fosse a tutti gli effetti un soldato.
In questo modo il nemico si persuadeva dell'elevato numero di cavalieri-automa, che non immaginava fossero davvero delle "repliche umane, presenti nelle zone visibile delle mura e quindi era più propenso a desistere da qualsiasi forma di combattimento.
come avrebbe potuto muoversi?
Secondo i progetti che Leonardo ci ha lasciato, il movimento da lui ipotizzato era riferito esclusivamente alla parte superiore del tronco, comprendendo una serie di funzioni, tra le quali:
- i movimenti delle braccia
- dei gomiti,
- delle spalle e la leggera torsione del collo, sia di lato che in su e in giù
- stare in piedi,
- sedersi
- alzare la sua visiera
- aprire e chiudere la bocca
La meccanica interna, oltre che prevedere un sistema meccanico azionato da una serie di pulegge e manovelle, prevedeva anche cavi di diverso spessore agganciati agli ingranaggi interni che manovravano diverse manovelle.