Il carro falcato era un antico carro da guerra a due o a quattro ruote, munito di lame taglienti sulla testa e sul timone, sui mozzi delle ruote e sulle sponde. Lanciati a rapido galoppo da cavalli bardati, facevano strage del nemico.
Dal 1400 a.C. al 1200 a.C
Fu usato dai greci e dai popoli orientali sin da età antichissime. Riempirono del loro fragore i poemi omerici, furono largamente usati nell'antichità che va dalla prima apparizione degli Elleni nella Tessaglia al ritorno dalla guerra di Troia.
In Oriente i carri falcati furono usati soprattutto dagli Egizi, dagli Assiri e dai Babilonesi e poi dai Persiani. Ventisettemila ne aveva Ramses II, chiamato dai Greci Sesostri, di cui il poeta Pentaur canta le prodigiose e terribili gesta.
Sedicimila carri falcati possedeva Nino, re degli Assiri, quando mosse all'assalto della Battriana. Spetta però a Ciro II di Persia il vanto di aver fatto dei carri una vera arma, con propria organizzazione tattica, e fu proprio l'intervento dei carri falcati che decise le sorti della grande battaglia di Thymbra contro Creso re dei lidi, battaglia che dovette esercitare un'influenza risolutiva sulle sorti dell'Asia.
I romani, invece, non usarono quasi mai carri d'assalto, salvo poche eccezioni che, del resto, contro di loro servivano assai poco perché la disposizione delle truppe romane, con larghi vuoti tra l'uno e l'altro manipolo, neutralizzava in gran parte la potenza di distruzione dei carri stessi.
L'azione del carro falcato va avvicinata a quella degli elefanti, che ebbero largo impiego bellico da parte di Dario contro Alessandro Magno e fruttarono poi a Pirro la famosa vittoria.
Viene anche citato nella Bibbia.
2 Maccabei 13
- Nell'anno centoquarantanove giunse notizia agli uomini di Giuda che Antioco Eupàtore muoveva contro la Giudea con numerose truppe.
- Era con lui Lisia, suo tutore e preposto agli affari dello stato, che aveva con sé un esercito greco di centodiecimila fanti, cinquemilatrecento cavalli, ventidue elefanti e trecento carri falcati.
- A costoro si unì anche Menelao, il quale incoraggiava con molta astuzia Antioco, non per la salvezza della patria, ma per la speranza di essere rimesso al suo posto di comando.