Bombarda multipla


Il foglio 1ar del Codice Atlantico, databile tra il 1503 e il 1505, presenta un disegno chiaro e netto in alto a destra, ma nella stessa pagina si notano molti disegni appena accennati, che aprono la strada a diverse interpretazioni. La più recente, a cura del centro studi Leonardo, offre una soluzione interpretativa inedita, ovvero quella di una poderosa imbarcazione armata di sedici cannoni. In ogni caso, la lettura di un progetto di Leonardo consente sempre interpretazioni diverse, che possono anche convivere tra loro, dal momento che un riscontro definitivo è in molti casi impossibile.
L’ipotesi di una bombarda navale è certamente pertinente al disegno e alle idee che Leonardo cerca di trasmettere in questo foglio. È il meccanismo collocato al centro del disegno che rende questa ipotesi valida. Le palette delle grandi ruote centrali non possono che muoversi nell’acqua; adottando questa soluzione tutti gli altri particolari, i meccanismi posizionati a fianco delle pale e l’intera struttura acquistano un senso. .

La bombarda multipla era prevalentemente costruita in legno, con tecniche simili a quelle impiegate nella costruzione di una grande nave.
Le imbarcazioni che risalgono all’epoca di Leonardo erano costruite in pino, facile da lavorare, con una buona densità, e quindi galleggiamento, e resistente all’acqua. Potevano essere impiegati anche il larice, il cipresso o l’abete. Per le parti più soggette a usura, come per esempio tutti i meccanismi, l’olmo, il noce o il faggio si adattavano allo scopo. Lo scafo, posizionato al di sotto della struttura portante veniva successivamente impermeabilizzato utilizzando generalmente la pece.
La struttura era rinforzata con parti metalliche e cordame, con lo scopo di renderla più resistente agli attacchi dei nemici durante i combattimenti. Nonostante una stazza di assoluto rilievo lo scafo e il volume del progetto ne garantivano il galleggiamento e la manovrabilità

Immagine riprodotta da Peter Lepold 2014 -ricostruzione bombarda multipla 

Lo scopo del progetto
Alcune teorie affermerebbero che questa macchina sia stata ipotizzata per l'utilizzo in acqua, contro eventuali aggressori nemici. In realtà per il suo tipo di progettazione, la consistenza leggera dei materiali e la sua difficoltà di movimento, non parrebbe possibile. Esistono però in alcuni disegni di Leonardo alcune sue considerazioni che potrebbero far pensare che questo fosse solamente una parte del progetto definitivo e che, forse, le informazioni mancanti avrebbero probabilmente fatto propendere per un progetto navale.


Copertura

Nella ricostruzione si intuisce che Leonardo intendeva dare una copertura all'intera macchina. 
 
Ruote per torrione mobile
Molti studiosi affermano che la bimbarda fosse dotata acnce diun sistema di spostameto sul terreno composto da quattro ruote. Questa ipotesi, molto suggestiva, però non tinee conto dell'eccessivo peso costituito proprio dalla struttura e dai cannoni,mtutti in bronzoa colata unica, che sono posizionati all'interno e quindi la macchina avrebbe avuto grandi difficilotà  a superare anche minimi disslivelli del terreno. 

Bombarda posizionata su torre
Qui venivano poosizionati i cannoni in quanto la visuale permetteva grande profondità.


Vista laterale
Il posizionamento della bombarda, escludendo il suo utilizzo in movimento sui terreni, poteva essere destinata ad una collocazione fissa, molto probabilmente in un luogo in grado di difenderla dai colpi nemici come ad esempio in cima ad un torrione di una fortezza.


Ruota tracciante o calcatoria
Le ruote sono state progettate con sistemi di copertura dentati, cioè piccoli cilindri distanziati l'uno dall'altro, in grado di scaricare il peso più a fondo nel terreno: questo gli avrebbe consentito una maggiore staticità durante lo sparo multiplo dei cannoni, evitando probabilmente il costante effetto del rinculo che avrebbe potuto spostarla ogni volta di qualche metro. La ruota dentata quindi sarebbe servita, grazie al suo aggancio col terreno, ad effettuare cambi direzionali della struttura sia in modo quasi circolare, senza di fatto spostarsi dal luogo di collocamento.


Remi

Nel disegno principale sono presenti delle linee radiali. Una prima veloce interpretazione potrebbe far pensare a semplici linee di costruzione, ma a un’analisi più attenta si scorge che tutte queste linee risultano doppie e quindi rappresentano un oggetto definito che potrebbe far pensare a un eventuale serie di remi di ausilio alla navigazione.


Storicamente, il primo celebre attacco con cannoni avvenne nel maggio del 1453, quando i turchi attaccarono Costantinopoli bombardandola pesantemente, e distruggendo le pesanti mura che difendevano la città da più di mille anni. Alcune bombarde che parteciparono a questo attacco si racconta fossero così grandi, potenti e pesanti da trasportare, che fu necessario fonderle sul posto.
L’impiego dei cannoni, e delle armi da fuoco in generale, non stravolse solamente l’architettura dei palazzi, ma anche l’assetto politico degli Stati. Solamente quelli più potenti e ricchi disponevano delle risorse per poter rifornire gli eserciti dei nuovi mezzi e modificare le proprie fortezze in maniera tale da renderle inattaccabili. La Francia fu uno degli Stati che più riuscì ad adattarsi, mentre per i piccoli e frammentati regni e repubbliche italiani fu più difficile. Quando Carlo VIII scese in Italia con un moderno esercito di 30 mila uomini attrezzati con artiglieria, la resistenza dei piccoli eserciti italiani fu inesistente. Nel 1495 l’esercito francese entrò a Napoli senza colpo ferire impossessandosi del regno.
Dal punto di vista tattico anche la condotta dell’esercito e la gestione delle truppe mutò radicalmente. L’impiego di cannoni con gittate sempre maggiori implicò una conoscenza del territorio minuziosa e decisiva, e anche se i raggi di azione non erano quelli dei cannoni moderni, il settore militare alimentò lo sviluppo della cartografia geografica.


battaglia di Costantinopoli e distruzione della parti centrali delle mura