E' da qui che dobbiamo partire...
Si racconta inoltre che uno dei suoi piatti preferiti fosse la “Carabaccia” l’attuale Zuppa di cipolle.
Il nome carabaccia deriva dal greco “karabos” significa barca a forma di guscio. Dal concetto di guscio si è poi passati al concetto di zuppiera e quindi di zuppa.
Carabaccia di Leonardo
Ingredienti:
Cipolle – olio extra-vergine di oliva – brodo di carne – pane abbrustolito – grana – sale – pepe
Preparazione :
Pulite e tagliate delle cipolle a fettine sottili e mettetele in un recipiente di terracotta a rosolare con dell’olio d’oliva. Cuocere lentamente a recipiente coperto per mezz’ora, avendo cura di aggiungere un paio di cucchiai d’acqua.
Salate, pepate, versate abbondante brodo e continuate la cottura a recipiente scoperto per un’altra mezz’ora. Mettete in scodelle di portata alcune fette di pane abbrustolito e versateci sopra la zuppa ottenuta.
Prima di gustare la carabaccia, informaggiatela bene e aspettate qualche minuto.
Nel 1482 Leonardo da Vinci va a Milano con una lettera di presentazione per Ludovico detto Il Moro scritta di suo pugno: “io non ho rivali nel costruire ponti, fortificazioni e catapulte; e anche altri segreti arnesi che non ardisco descrivere su questa pagina. La mia pittura e la mia scultura reggono il confronto con quelle di qualunque altro artista. Eccello nel formulare indovinelli e nell’inventare nodi. E faccio delle torte che non hanno uguali”.
Ludovico si incuriosisce nel leggere le modeste auto-referenze di Leonardo e gli concede udienza. Ne rimane così colpito che Leonardo lascia la Sala delle Udienze in qualità di consigliere del Moro alle fortificazioni e Gran Maestro di feste e banchetti alla corte degli Sforza. Leonardo viene incaricato per l’organizzazione di una festa speciale per una nipote dello Sforza e coglie al volo l’occasione di propinare alcuni piatti che tanta ostilità avevano incontrato a Firenze.
Ogni ospite, spiega Leonardo ad un incredulo Ludovico, avrebbe avuto innanzi a sé un piatto da portata contenente:
– un involtino d’acciuga in cima a una rondella di rapa scolpita a mò di rana;
– un’altra acciuga avvolta attorno a un broccolo;
– una carota, bellamente intagliata;
– un cuore di carciofo;
– due mezzi cetrioli su una foglia di lattuga;
– un petto d’uccello;
– un uovo di pavoncella;
– un testicolo di pecora con panna (freddo);
– una zampa di rana su una foglia di tarassaco;
– uno stinco di pecora cotto, con l’osso.
Fonte: http://www.unconventionaltour.net