Gli Arti inferiori - gambe



Arti inferiori
Gli arti inferiori sono collegati al tronco dal cingolo pelvico, composto da due ossa dell’anca articolate saldamente con l’osso sacro e con il coccige. 

L’arto inferiore si può suddividere in sei regioni: 

  • Anca;
  • Coscia;
  • Ginocchio;
  • Gamba;
  • Collo del piede;
  • Piede.


Anca 

Collega l'arto inferiore al bacino. Deve sostenere i carichi derivanti dalla postura eretta, ed è quindi caratterizzata da una notevole stabilità, assicurata da solidi legamenti, da potenti masse muscolari, nonché dal particolare orientamento del collo del femore rispetto sia alla cavità acetabolare sia alla diafisi femorale. 

I muscoli che determinano i movimenti di flessione della coscia sono: 

  • Lo psoas;
  • Il tensore della fascia lata;
  • L'adduttore lungo;
  • L'adduttore breve;
  • Il sartorio;
  • Il retto femorale;
  • Il pettineo.


Ginocchio
Il ginocchio è un'articolazione complessa, comprendente l'articolazione tra femore e tibia e l'articolazione tra femore e rotula. 

Anteriormente, il ginocchio è composto dall'apparato estensore, costituito:

  • Dal tendine del muscolo quadricipite;
  • Dalla rotula;
  • Dal tendine rotuleo.

I menischi presenti all'interno del ginocchio sono due:

  • Esterno;
  • Interno.

I legamenti crociati, elementi responsabili della stabilità del ginocchio, quello anteriore, più corto (1,5-2 cm),  mentre il posteriore, più lungo (4,5-5 cm). I legamenti crociati sono dotati di innervazione e irrorazione proprie.


Collo del piede
Il collo del piede mostra il rilievo del tendine di Achille, e comprende:

  • Ai lati rilievi dei malleoli;
  • Anteriormente quelli dei tendini dei flessori dorsali del piede.

La caviglia è dotata di una capsula e di legamenti:

  • Il legamento tibiale;
  • Mediale;
  • Il legamento fibulare;
  • Laterale.


Piede 
Il piede assicura all'uomo la stazione eretta e un corretto meccanismo di deambulazione. Lo scheletro del piede è costituito dalle ossa del tarso, del metatarso e delle dita. 

Le ossa del tarso sono:

  • L'astragalo;
  • Il calcagno;
  • Il cuboide; 
  • Lo scafoide;
  • I tre cuneiformi.


Nelle sue tavole Leonardo da molta importanza agli arti inferiori, convinto di quanto essi siano fondamentali per sorreggere tutto il corpo umano. 

Probabilmente avendo visto molti suoi contemporanei zoppicare o infermi per malattia, attribuisce proprio alle gambe una buona parte della loro incapacità. 

Ma le gambe oltre che supportare il peso del corpo, supportano i pesi che un uomo è in grado di sopportare. 

La domanda che certamente Leonardo si è fatto è: quanto le gambe possono sopportare in aggiunta al peso del proprio corpo? 

Questa è una domanda molto logica e naturale, in quanto capisce perfettamente che esiste un "punto di rottura" oltre il quale le gambe non reggono allo sforzo. Ecco allora la necessità anche in questo caso, di approfondire quelle che definisce "le leve inferiori dei carichi" che, come grandi pilastri, hanno il compito di condurre e direzionare la macchina-uomo. 

Tenendo conto che le tavole anatomiche di Leonardo sono state da lui riprodotte fedelmente attraverso la pratica di dissezione dei cadaveri, si trova di fronte ad un mondo fino a quel momento inesplorato. 

Non vi sono infatti testi o trattati che parlino cosi specificatamente del funzionamento degli arti inferiori, ma nemmeno disegni particolareggiati in grado di descriverne le proporzioni e le logiche alle quali vengono sottoposte, ecco che allora decide di esplorare in modo unico e straordinariamente realistico il corpo umano.


2700 a.C., 

La Medicina Egizia

Secondo Manetone, sacerdote e storico egizio il faraone Atotis, fu colui che descrisse per primo il corpo umano al suo interno, creando un vero e proprio trattato sulla dissezione cadaverica.

Questi studi consentirono di capire il meccanismo articolare del corpo umano e in particolare quello degli atri inferiori, deputati al trasporto del movimento del peso. 

Di questo si ha notizia negli scritti di "li-em-Hotep", conosciuto come  Imhotep, che in vita fu un grande sacerdote, studioso di astronomia, medico e architetto del regno Egizio. 

Uomo molto stimato per le sue qualità dal faraone Necherjet Dyeser, segnò il punto di partenza della ricerca dell'uomo su se stesso.

Li-em-Hotep  descrive i principi della chirurgia, allora agli albori, che  consisteva in amputazioni delle gambe e trapanazioni dei femori con applicazioni di "protesi", il tutto senza anestesia. Il livello di infezioni prodotto era altissimo e la maggior parte dei "pazienti", moriva in pochi giorni.  
E' di questo periodo che si ha notizia di Peseshet, una donna che faceva la levatrice in una "Hai-em-tasain" (scuola medica dell'epoca dislocata nella città di Sais), che praticava la chirurgia degli arti inferiori.  


Dal 400 al 301 a.C.

Studi anatomici arti inferiori

Fu Ippocrate  medico, e aforista greco antico, considerato il padre della medicina che nel IV secolo a.C. sperimentò una tavola di distensione che legata alla gamba o al bacino, consentiva una fissazione della frattura, consentendo di evitare una scomposizione disarticolata dell'osso. 

Questo sistema alleviava in qualche modo il movimento dell'osso rotto, ma non ne garantiva la corretta guarigione.
Nel suo trattato chiamato il Corpus Hippocraticum, si trovano circa settanta opere scritte in greco antico che, non tutte si possono attribuire a Ippocrate, dove vengono trattati diversi temi e in particolare approfondimenti sullo studio della medicina, precisamente uno studio complesso sulla "chirurgia" riguardante le fratture ossee e la riduzione degli arti.  


Tardo Medioevo

La medicina di questo periodo si appoggia quasi esclusivamente su alcuni testi, ritenuti i più importanti, gli scrittori del Medioevo fanno riferimento a due testi fondamentali di Ippocrate: 

  • Il “De Fracturis”;
  • Il “De Articulationes”. 


1779, Francia 

Jean-Pierre David scrisse "Dissertation sur les effets du mouvement et du repos dans les Maladies chirurgicales"(tesi sull'effetto del movimento e riposo nelle malattie chirurgiche) considerato uno dei più importanti trattati di medicina ortopedica, che spiega l'effetto del movimento e del riposo nel trattamento delle condizioni articolari. 

David concluse "quello di provocare l'anchilosi - per effettuare l'unione delle ossa - il riposo era benefico, l'azione era dannosa. 

D'altra parte, se l'anchilosi dovesse essere evitata, come nelle lesioni alle articolazioni del gomito o del ginocchio, allora si deve perseguire la pratica opposta - quella dell'azione o del movimento. 


1780-1786, Francia

Pierre Joseph Desault chirurgo francese, ritiene i principi di Ippocrate desueti e superati, soprattutto per quanto riguarda le procedure dei bendaggi e delle fissazioni delle tavole agli arti, pratica da lui rigettata, proponendo di fatto un nuovo modello "avanguardista" riguardante le nuove procedure di  trazione muscolare responsabile del dislocamento dei capi ossei nelle fratture dell’omero prossimale.


1816, Francia

Jacques Mathieu Delpech, chirurgo francese e fondatore della clinica per le malattie ortopediche a Saint-Eloi. A lui si deve lo studio comparato della tenotomia, ovvero l'intervento di chirurgia ortopedica che consiste nella sezione di un tendine allo scopo di allungarlo (soprattutto quando questo si sia retratto) oppure di accorciarlo. Fu il primo ad eseguire una tenotomia sul tendine di Achille con l'utilizzo di bisturi dalla lama sottile chiamata tenotomo.


1881, Londra

Il chirurgo generale britannico William Arbuthnot-Lane studia e progetta la tecnica chiamata l'osteosintesi, che prevede di fissare sull'osso delle placche e delle viti per immobilizzarlo. Questo metodi di fissazione interna aprirà la strada verso la più moderna chirurgia protesica.


1890, Germania 

Il medico e chirurgo tedesco Gluch mise a punto la prima protesi complessa interna di ginocchio, costituita da materiali misti quali l'avorio e leghe semplici, con l'aggiunta di una cerniera. 


Gli studi di Leonardo da Vinci


Gli studi sull'anatomia di Leonardo sono il frutto di un perfetto connubio tra causa e effetto.
Capisce l'importanza degli arti inferiori che hanno il compito di sorreggere la parte superiore del corpo e tutto il peso. Sono le gambe che spostano e direzionano l'andamento e che sospingono e flettono in funzione di un peso o di una fatica sopportata, sono anche gli arti che possono aumentare il flusso di sangue o diminuirlo (nel correre o nel camminare)

Lui era abituato all'osservazione e capisce, vedendo un uomo seduto e immobile, che le gambe nemmeno in quel momento sono ferme, ma stanno "lavorando" per la stabilità della colonna vertebrale.

Le gambe consentono i movimenti corretti del busto e delle braccia, creano equilibrio (gambe accavallate, poste di fianco, stese, allungate,etc..).

Hanno molti compiti e, secondo il suo pensiero, detengono dopo il cervello e il cuore, il senso del tutto.

Secondo i racconti fatti dai suoi contemporanei (racconti non confermati da documentazione), durante la creazione della statua equestre destinata a Francesco Sforza presso il castello Sforzesco di Milano, Leonardo si ferma spesso e si siede all'ombra a scrivere appunti sui suoi taccuini mentre vede gli operai dediti alla costruzione, trasportate grandi quantità di materiali e di metalli. 

Li vede scaricare e trasportare sulle spalle enormi volumi di materiali, spesso ceste di chiodi o travetti di legno utili per il montaggio del ponteggio che servirà per contenere la colata di bronzo prevista per la statua (impalcatura alta circa 16 metri, necessaria per la lavorazione in alto).

Osserva le persone che lavorano e nota i loro sforzi, i piegamenti sulle ginocchia, i corpi che salgono e scendono dall'impalcatura, che poggiano i piedi sui pioli e si danno la spinta per salire e che nello scendere poggiano i piedi e scaricano la forza attraverso la muscolatura delle gambe. 

Si accorge che lo stesso gesto ripetuto nel tempo cambia il posizionamento delle gambe e di conseguenza del corpo: se salire un paio di volte non costa nulla, farlo in continuazione fa in modo che le tensioni fisiche dei muscoli cambino il punto d'appoggio dei piedi, trasmettendo una forza diversa alle gambe e di conseguenza all'intero apparato scheletrico.
Leonardo si alza e si avvicina agli operai toccando loro le gambe e, forse, chiede loro di assumere posizioni in modo tale che lui possa definirne il tratto col disegno. 

Ma è proprio la continua osservazione degli addetti ai lavori sembra che convinca Leonardo a desistere nel continuare, in quanto sembrerebbe che alcuni operai, pur mantenendo un rispetto dovuto al maestro, abbiano avuto da "questionare" su quel continuo guardare i loro corpi sudati e stanchi, a tal punto da sentirsi scrutati dai suoi occhi e che tra loro, forse i meno diplomatici, qualcuno avrebbe detto di Leonardo che il suo interesse nel continuare a guardare "torsi  nudi di omini", non faceva certo deporre a sua vantaggio (frase di scherno verso Leonardo e la sua presunta omosessualità?).

Tavola anatomica arti inferiori


Tavola anatomica arti inferiori


Tavola anatomica arti inferiori


Tavola anatomica arti inferiori


Tavola anatomica arti inferiori


Tavola anatomica arti inferiori