Leonardo e la città ideale


Le città del rinascimento sono una concentrazione articolata e diseguale in ambito urbanistico, senza un vero criterio logico che consentisse una corretta vivibilità degli ambienti, sia pubblici che privati. Gli edifici vengono costruiti senza pensare "al domani", ma rispecchiano le necessità presenti. Le abitazioni sono per la maggior parte e prive di corridoi che possano collegare le stanze della casa e tutto questo a discapito della privacy in quanto per poter accedere alle stanze occorre attraversarle. Il sistema idrico è scadente in quanto mancante di sistemi di filtraggio adeguate l'acqua, per essere resa potabile, viene bollita continuamente. Vi sono i pozzi, ma non in tutte le abitazioni, ove è possibile attingere calando corde legate a canestrelli per prelevare l'acqua: anche vasche per la raccolta di acqua piovana aiutano.
La luce che penetra all'interno delle abitazioni è molto scarsa e si fa uso di lampade a petrolio o olio secco.
Fuori le case è normale vedere rigagnoli che passano davanti alle porte che trasportano i liquidi reflui provenienti dai bisogni personali, ma anche osservare il cambiamento costante del colore delle acque che scorre lento, spesso rosso o giallo, dovuto ai residui della lavorazione e colorazione delle pelli.
Per strada è normale imbattersi in grandi topoi che attraversano la strada da un edificio all'altro eo vederli entrare dalle porte o dalle finestre non solo delle case ma anche delle botteghe e nei depositi.

Le case sono buie, l’acqua potabile è assicurata solo dai pozzi, la sporcizia invade e ricopre le strade molto strette, l’igiene personale è precaria, grande è la diffusione di topi e parassiti, quindi una struttura che favorisce la propagazione delle epidemie.
Le case sono spesso collegate da archi e il passaggio, spesso stretto, impedisce il passaggio dei carri che trasportano merci che sono costretti a continue manovre per il passaggio. certo, questo tipo di"passaggi stretti" è senz'altro un retaggio del medioevo in quanto le strade strette e rigide impedivano ad eventuali assalitori e nemici di accedere alla città in forze costretti quindi a prendere possesso della città con piccoli gruppi di soldati che ,spesso, venivano attaccati in imboscate proprio nei centri della cittadina dove le strade strette non gli consentivano manovre difensive o di fuga.

E' chiaro che si è di fronte all'esigenza di creare nuovi modelli urbanistici in grado di creare un maggior respiro, creare una miglior organizzazione vivibile dove vi siano le condizioni di camminamento e di viabilità, nonchè quella luce necessaria a dare risalto alle nuove architetture pronte a sostituire i modelli urbanistici medioevali.


1450,  Il trattato De re aedificatoria

Tra i diversi testi delle costruzioni dell'epoca, possiamo certamente citare Il trattato di Leon Battista Alberti “De re aedificatoria”  (letteralmente "Sull'edilizia"). Si tratta di dieci libri sull'architettura scritto da Leon Battista Alberti , durante la sua lunga permanenza a Roma, su commissione di Leonello d'Este, è universalmente riconosciuto come uno dei principali trattati sulla tecnica delle costruzioni mai realizzati. 

 Leon Battista Alberti morì nel 1472. L'opera fu stampata, grazie al mecenatismo di Lorenzo il Magnifico ed a cura del Poliziano, solo nel 1485, rimanendo comunque un testo riservato agli ambienti colti, a causa del fatto che era scritto in latino. Una maggiore diffusione si ebbe con la traduzione in italiano, apparsa nel 1546 e soprattutto con quella del 1550, a cura di Cosimo Bartoli. In seguito il trattato fu riscoperto e ristampato nel corso del XVIII secolo. raccoglie i canoni più importanti per la costruzione di ville e giardini e diventa per numerosi architetti l’opera a cui fare riferimento, durante le loro progettazioni.


De re aedificatoria libri decem Leonis Baptistæ Alberti Florentini 

 

1450-1452, Ludi rerum mathematicarum 

Questo è un secondo testo di Leon Battista Alberti dove concretizza una parte dei suoi interessi scientifici sempre presenti accanto all'attività letteraria ed agli interessi artistici e architettonici.

Si tratta di una raccolta di questioni di geometria e fisica analizzate sotto forma di giochi, storie, situazioni, con un intento ed uno scopo pedagogico. Spesso si tratta di problemi di misurazione, come la determinazione dell'altezza di una torre con l'ausilio dell'ombra di un bastoncino infisso applicando il teorema di Talete. Le questioni trattate non sono originali, ma dimostrano l'ampia cultura dell'autore. Il giudizio sull'opera oscilla dunque tra coloro che lo giudicano un divertissement e altri che lo ritengono uno fra i testi più rappresentativi dell'epoca.

alcuni disegni di Leon Battista Alberti presenti nel Ludi rerum mathematicarum 

 


Le osservazioni di Leonardo da Vinci

Leonardo conosce molto bene sia il De re edificatoria e dei Ludi mathematici dell’Alberti in quanto sembra ne possedesse le copie. Secondo lo stesso Leonardo i due testi, ognuno secondo le proprie caratteristiche, denotano attenzione e intuizione in particolare per l'attenzione che Alberti dedica ai temi della prospettiva delle costruzioni architettoniche ma anche all'attenzione dei parallelismi geometrici. 


In una pagina del Codice Atlantico al foglio 184 v. si può leggere una serie di osservazioni che Leonardo scrive, con l’intenzione di inviarle in una lettera a Ludovico il Moro, circa il piano di ammodernamento e di ampliamento della città e gli studi sulla “città ideale”, affrontando in tal modo l’argomento più discusso in quel tempo dai più famosi architetti ed urbanisti. Leonardo è ormai a Milano da tre anni, presso la corte sforzesca, quando assiste alla terribile epidemia di peste del 1485 che arreca molte vittime nella città con la conseguente distruzione di numerosi edifici, sottoposti al contagio.

Negli anni successivi Leonardo si occupa di ristrutturazione urbana e nel farlo abbandona l’astratta eleganza di molti suoi colleghi e cerca di dare risposte ai problemi come la pulizia,  l’illuminazione, la fatiscenza, l’inquinamento. Egli pensa a una città molto lontana dal modello solare degli altri urbanisti, pensa a una città attraversata da canali e su più livelli, dotata cioè di aree sotterranee utilizzabili. 

La soluzione al problema diventa concreta e non tanto estetica e, per il grande artista, dotato di spirito di osservazione e capacità critica, la città deve essere funzionale, efficiente e pulita. La serie di studi leonardeschi che riguardano chiese e progetti per città sono raccolti anche nel Manoscritto B, composto in quegli anni tra il 1486 e il 1490, in cui Leonardo si trova nel ducato milanese, in una regione dove l’acqua non manca, elemento per risolvere vari problemi.

L'idea del vivere su misura 
Sin dalla storia antica dell'uomo, troviamo tracce di  progetti di architettura che hanno descritto nuove idee circa la creazione e lo sviluppo agglomerati urbani sostenibili e organizzati. 
In ogni epoca della storia dell'uomo i grandi pensatori si sono misurati sui modelli di urbanizzazione delle loro città, cercando  la chiave di volta che potesse essere nel loro pensiero e nel loro progetto, la migliore soluzione che comprendesse fluidità, organizzazione delle strade..  Nello spazio delimitato della "città" dovevano idealmente convergere aspirazioni ed esigenze disparate, sia funzionali che estetiche, veri tratti culturali caratteristici dell'epoca, il cui equilibrio fosse espressione della nuova sensibilità affermatasi nella cultura e nella società del tempo.

La città assume per questo un ruolo di spicco nei confronti delle arti: non solo semplice luogo privilegiato in cui se ne esprimono e se ne raccolgono le manifestazioni ma, più di tutto, spazio teorico che, nel suo perimetro prospetticamente delimitato, si pone in posizione gerarchicamente sovraordinata nei confronti del complesso delle arti, assumendosi la funzione ideologica di coordinarne le differenti espressioni, ricomponendole all'interno di un coerente sistema di interrelazioni formali in grado di trascendere le peculiarità e gli aspetti particolari delle singole manifestazioni, attraendole e subordinandole nella sfera concettuale unificante della città-stato, ora non più semplice contenitore di abitanti, e nemmeno, d'altronde, mero luogo architettonico o monumentale (urbs, secondo la definizione di Leonardo Bruni, ma comunità civica (civitas, sempre secondo la definizione di Bruni), portatrice di un retaggio storico e culturale, che si pone come «spazio ideale aperto all'invenzione e insieme luogo concreto della vita associata e sede del potere politico».


Sin dagli inizi del'400, molti furono i dibattiti e le tesi circa il significato della"città ideale" dove però mancarono progetti in stato di avanzamento dei lavori  o portati a conclusione, piuttosto si rimaneva fermi sugli aspetti teorici di un dibattito infinito riguardante "il principio filosofico" di un modello di vita che fosse legato anche ad una più attenta e fruibile architettura e urbanistica, nonchè uno sguardo deciso verso il principio estetico. 


Gli attuali leonardiani evidenziano l’impegno di Leonardo nel delineare una planimetria per la “sua città ideale”, geometricamente organizzata con un sistema di canali sotterranei che diventano un’efficiente rete fognaria per risolvere il problema degli scarichi delle abitazioni, ma anche canali navigabili da barche destinate ai rifornimenti, per risolvere il problema del traffico in superficie. 

Su questo livello egli apre le cantine (che chiama, con termine antico”canove”) dotate di pavimento in pendenza, in modo da favorirne il lavaggio e proteggerle da possibili inondazioni. 

Immagina la città costruita in prossimità di un fiume dal corso veloce, il Ticino, l’Adda e altri simili e per regolare le acque tra fiume e città predispone una rete di canali e di dighe. Non trascura niente tanto che arriva a stabilire persino una rigida distinzione tra le “vie basse” e quelle “alte”: le prime da destinare a “i carri e altre some a l’uso e comodità del popolo”; le seconde , solo a “li gentili homini”. 

E’ una soluzione avveniristica e funzionale, volta a tenere lontano dalla vita quotidiana della gente quel che oggi definiremmo”traffico pesante”. Inoltre esprime chiaramente l’orientamento delle case, la distribuzione delle vettovaglie, della legna e del vino e considera per un ordine maggiore lo spazio che deve esistere tra una casa e l’altra. A tal proposito Leonardo annota:

 “Tanto sia larga la strada, quanto è la universale alteza delle case” 

[ MS. B, f. 36 r.]

“…è necessario eleggere sito acomodato; come porsi vissino a uno fiume, il quale ti dia i canali che non si possino né per inondazione o secchezza delle acque, dare mutazione alle altezze d’esse acque”. 

[ MS. B, f. 37 v.] 

E’ necessario inoltre che i canali siano tra loro ben raccordati e in essi l’acqua di un grande fiume scorra velocemente, per smaltire rapidamente i rifiuti.

L'importanza dell'acqua

Leonardo e le acque Legato al progetto di città ideale, è lo studio delle acque, della loro regolazione attraverso una fitta rete di canali, affinché si possa creare un sistema idrico, utile alla città ed al territorio circostante. Infatti l’acqua è un elemento importante per l’uomo del Rinascimento, sia perché molte macchine fondamentali per l’economia del tempo sfruttano l’energia dell’acqua, come dimostrano molti trattati di ingegneri, compreso Leonardo; sia per la bonifica di paludi ancora esistenti, fonte di malattie oltre che di miseria, per la carenza di terre agricole e in seguito per l’irrigazione di campi ormai predisposti alla coltivazione. 

L’acqua è però anche un possibile pericolo che può creare danni con inondazioni, soprattutto in un territorio attraversato da un fiume, e che perciò l’uomo deve controllare, affinché possa salvaguardarsi da qualsiasi evento negativo, e possa d’altro canto trarne dei vantaggi per diversi usi. 

“Vuolsi torre fiume che corra, aciò’ che non corompessi l’aria della città; 

e ancora sarà comodità di lavare spesso la città, 

quando si leverà il sostegno sotto a decta città e con rastrelli e recisi rimoverà il fango in quelle moltiplicato, 

che si mischierà co’ l’acqua, 

facendo quella torbida; e questo si vorè fare ogni anno una volta”. 

[MS.B, f. 38 r.] 


Nello stesso foglio Leonardo cita il fiume Ticino e descrive una conca, necessaria alle imbarcazioni per superare i dislivelli d’acqua all’interno di un canale. Le analisi e gli studi per migliorare anche la realtà territoriale continuano e a Vigevano. Leonardo oltre a calcolare il rendimento dei Mulini, presso la residenza voluta dal Duca Ludovico il Moro, la Sforzesca, progettata da Bramante, e che fa parte di un sistema di sette cascine campione dove sperimentare nuove coltivazioni, nuove tecniche agricole e d’irrigazione progetta manufatti idraulici, e suggerisce metodi per prosciugare e bonificare le paludi. 

“quanto più cade, più balza Adí 2 febbraio 1494 alla Sforzesca ritrassi scalini 25 di 2/3 di braccia l’uno,

 larga braccia 8. braccia 4-ghiara 

La somma profondità dell’acqua sarà tra la percussione e i bollori d’essa resultanti”

 [ MS. H, 65 v.] 



“L’acqua che cade più visino al suo perpendicolare, 

men ghiara grossa caccia La ghiara sempre si posa dopo il balzo dell’acqua ab, e percosse in f 

[MS. H, 66 r.] 

 Sono le scale in granito che Leonardo ritrae a sanguigna alla Sforzesca e che si sofferma a studiare, vedendone l’importante utilizzo sia per la regolazione della velocità dell’acqua che da essi scende, sia per l’opera di bonifica. Infatti l’acqua reca in sospensione una buona quantità di terra che, drenata, può essere convogliata nelle paludi, ancora esistenti, per colmarle e prosciugarle. Inoltre Leonardo arricchisce i disegni dando dettagli di misure e portate d’acqua



in questo modello si vede come leonardo intendeva il progetto: strade in superficie e canalizzazione per trasporto fluvianle sotto il livello della strada. I portici con le botteghe e le lecande, ,mentre ai piani superiori le abitazioni dei nobili e dei signori.



il plastico riproduce fedelmente il progetto di Leonardo tratto dai suoi fogli



questo foglio facente parte il progetto delle volte di passaggio e la canalizzazione del fiume è da considerarsi una bozza più che un progetto schematico. Probabilmente Leoanrdo ha buttato giù quello che riteneva essere un idea e proprio su questa verranno prodotti progetti e disegni completi di misurazioni e calcoli



Nel disegno di Leonardo si notano le volte ad arco e i camminamenti relativi al piano terra, adiacente al fiume naviglio, destinata alle botteghe.