Introduzione Architettura



L'architettura è la disciplina che si pone l'obiettivo di rendere gli spazi organizzati secondo le esigenze abitative, lavorative e sociali dell'uomo, attraverso lo sviluppo di canoni armonici, estetici e funzionali. 

Lo stile architettonico nella storia ha cambiato trasformando le città e le abitudini dei popoli, fino a rappresentarne un modello di luogo e di spazio che ha testimoniato "il sapere" di quel periodo storico.  


Tra 2650 a 2350 a.C., Egitto

In questo periodo vengono create le grandi "mastabe" (strutture a base quadrangolare poste in verticale fino a completare la struttura), conosciute come piramidi. 

Furono faraoni a volerle per celebrarne il luogo nel quale il tempo consentiva loro di essere immortali e luogo nel quale gli dei potessero dare loro la forza oltre la vita terrena. 

Gli architetti egizi avevano il compito di  creare queste grandi strutture che potessero garantire la solidità eterna dei materiali per garantire al defunto il viaggio verso l'oltreterreno. 

In tutto l'Egitto iniziano ad essere costruite queste grandiose piramidi, probabilmente più di 100, con lo scopo di avere al loro interno non solo camere funebri destinate al loro faraone, ma decine di stanze attigue (oggi molte sono ancora sconosciute) che potessero ospitare i suoi beni terreni e i suoi familiari.

I grandi faraoni


  • La Piramide di Micerino

Costruita in onore del faraone Micerino, è la piramide più piccola delle tre. È alta solo 67 metri e secondo gli studiosi è stata costruita in fretta, perché fu edificata in più momenti e usando diversi materiali e varie tecniche.  


  • La Piramide di Cheope 
Costruita in onore del faraone Cheope intorno al 2560 a.C. con più di 2 milioni di blocchi di pietra pesanti più di due tonnellate ciascuno. È stata per 3.800 anni la costruzione più alta del mondo fino a circa il 1300 d.C., quando fu alzata la guglia centrale della Cattedrale di Lincoln in Inghilterra. La piramide di Cheope faceva parte di un complesso funerario con altre piccole piramidi e tombe.

  • La Piramide di Chefren    
IV sovrano della IV dinastia è la seconda piramide più grande di tutto l’Egitto. Fu costruita per volere del sovrano della IV dinastia Chefren, che ha onorato il padre Cheope costruendo una piramide di un paio di metri (145) più bassa di quella dedicata a lui.

23 -29 a.C. 

Il primo trattato composito relativo all'architettura è risalente al tempo di Marco Vitruvio Pollione che nel suo tempo sembra avesse avuto rapporti diretti con l'imperatore di Roma, Giulio Cesare, al quale prestava i suoi servigi e le sue conoscenze in qualità di ufficiale sovrintendente alle macchine da guerra.
Ma Vitruvio diverrà conosciuto per il suo grande progetto conosciuto come il trattato De architectura, un vero e proprio resoconto descrittivo sull'arte del costruire, composto da 10 volumi:


  • Libro I. Definizione dell’architettura e dell’architetto; nozioni di urbanistica.
  • Libro II. Evoluzione dell’umanità e nascita dell’edilizia; materiali, murature e tecniche edificatorie.
  • Libro III. Templi; ordine ionico.
  • Libro IV. Templi; evoluzione degli ordini greci; ordine dorico; tempio tuscanico; soluzioni ibride.
  • Libro V. Edifici pubblici: foro, basilica, erario, carcere, curia; teatri; bagni e palestre; porti e murature sommerse.
  • Libro VI. Edilizia privata (disposizione, misure, organizzazione, orientamento, tipologie).
  • Libro VII. Edilizia privata: rifiniture (rivestimenti e decorazione).
  • Libro VIII. Idraulica.
  • Libro IX. Astronomia; astrologia e meteorologia; orologi solari e ad acqua.
  • Libro X. Meccanica civile e militare.

Marco Vitruvio Pollione e il trattato  De architectura



Medioevo

L'architettura è assimilata alle "artes mechanicae" da filosofi quali Scoto Eurigenia e Ugo di San Vittore. 

Durante il periodo romanico e quello gotico la figura più simile a quella dell'architetto, era quella del capomastro, un magister operis che dopo anni di esperienza curava la progettazione dell'edificio e l'andamento del cantiere.


1350
Matteo di Giovannello Gattapone abile architetto italiano è colui che progettò Rocca Albornoziana di Spoleto. 


Stile Pre-Romanico
In Europa le diverse culture delle costruzioni sono ancora di stile Paleocristiano, Merovingio, Carolingio, dove l'identità culturale e ideologica è ancora forte e forse non ancora pronta per una nuova cultura dello stile predefinito e originale.


Stile Romanico
L'Europa medievale è sinonimo di un nuovo modello di costruzioni chiamato paneuropeo, composto  da archi rotondi decisamente smussati al vertice con volte a botte e grandi colonne con capitelli scolpiti con decorazioni. 


1100, Stile gotico

In Francia i primi cenni del Gotico, stile caratterizzato dalle forme allungate "verso il cielo" a formare guglie e punte rigide e imponenti, guglie acute e ordine dei colonnati.  Si vedono le grandi finestre delle chiese e Cattedrali curate nel dettaglio con grandi vetrate colorate che raccontano passi della Bibbia e epiche storie di cavalieri e Santi.


Rinascimento

Mentre nel resto dell'Europa il gotico resterà lo stile predominante per lungo tempo, in Italia il Rinascimento pone l'architettura sotto una nuova luce. 

Per questo motivo, architettura, pittura e scultura assumono una valenza principale e prescindono l'una dall'altra pur tuttavia creando fra di esse un equilibrio.  

Il ruolo del disegno, in architettura, assume quindi una valenza maggiore, più marcata e determinante e non viene più visto come un progetto di esecuzione, ma comincia ad essere approfondito lo studio delle proporzioni degli spazi legati agli studi sulle simmetrie, rimandando il tutto a riferimenti di modelli architettonici dell'antichità romana, dando il via ad  una "più fresca" concezione dell'utilizzo degli spazi e dei volumi in una nuova visione della prospettiva.

Firenze è la fucina ideologica di questa nuova corrente che ha origine proprio nel periodo romanico. 

In questo preciso momento storico vi è l'abbandono del modello gotico, oramai incapace di essere un modello di riferimento della rinascita.


1420, Firenze

Con Filippo Brunelleschi viene dato il via al nuovo processo di cambiamento e la prima opera architettonica che subisce questo nuovo disegno di stile è attribuibile allo "Spedale degli Innocenti". 


1420-1436, Firenze

Brunelleschi progetta la cupola del Duomo di Firenze, poi le basiliche di San Lorenzo e Santo Spirito, la Sagrestia Vecchia e la Cappella dei Pazzi, e molte di esse furono abbellite da grandi lavori di decorazione sia interna che esterna, con l'utilizzo opere nelle quali lo stile brunelleschiano diede origine a decorazioni in pietra serena, pietra arenaria di colore grigio utilizzata nelle costruzioni e nella scultura.  

Molti cominciarono ad essere ispirati da questo stile e dai nuovi materiali tanto che seguirono l'esempio del Brunelleschi  Michelozzo, Filarete, Giuliano da Maiano e Giuliano da Sangallo. 

Progetto di Brunelleschi della volta interna della cupola del Duomo di Firenze


1446, Firenze

Leon Battista Alberti, inizia i lavori del progetto di Palazzo Rucellai e la facciata di Santa Maria Novella.


De re aedificatoria
  

Uno dei trattati fondamentali sull'architettura fu il De re a edificatoria di Leon Battista Alberti su commissione di Leonello d'Este, scritto intorno al 1450, durante la sua lunga permanenza a Roma. Il trattato viene considerato dopo la sua diffusione, il punto di rifermento nello studio delle costruzioni e preso ad esempio da molti architetti dell'epoca rinascimentale. Il testo richiama gli studi di Vitruvio che vengono notevolmente approfonditi in ogni loro parte ed in particolare nell'approccio per la prima volta dell'architettura, a nuovi moderni centri urbani definiti come "la città ideale" da sempre ipotizzata e mai creata in architettura. Siamo nel periodo nel quale l'architetto abbandona il suo ruolo di artigiano delle costruzioni e per diventarne artista completo, con maggio conoscenza estetica e formale, abbinando conoscenze scientifiche prima di allora non richieste.


1487

Il momento più fecondo per le arti sotto la signoria di Ludovico il Moro. I maggiori maestri erano invitati al cantiere: si cercava l'eccellenza. Leonardo, con l'aiuto del suo falegname di fiducia, Bernardino de Mediis de Abbiate, preparò un modello in legno, corredato da disegni e note. Nacque però una controversia con la Fabbrica sui problemi di staticità creati dal tiburio per l'intera costruzione. Non era facile conciliare l'inventiva con la tradizione. 


1490

Anche su consiglio del Bramante, Leonardo ritirò il progetto - già pagato - per rivederlo e modificarlo alla luce dell'ultimo «Trattato di architettura militare e civile» donatogli da Francesco di Giorgio Martini. Tuttavia anche la nuova soluzione non fu approvata e il lavoro fu affidato a Giovanni Antonio Amadeo.


1499

Leonardo è a Milano e frequenta l'amico e architetto senese Francesco di Giorgio Martini, col quale ha modo di studiare meglio e approfondire le sue conoscenze ingegneristiche e architettoniche, concentrandosi sul Trattato di architettura militare e civile e perfezionandolo con sue annotazioni, progettando di seguito fortificazioni con grandi bastioni ricchi di angoli per opporsi nel modo più efficace possibile ai colpi di cannone nemici.

E' anche i periodo nel quale si occupa di archiettura e idrodinamica nell'irrigazione, scrivendo: 


«col molino farò generare vento d’ogni tempo della state; farò elevare l’acqua surgitiva e fresca, la quale passerà pel mezzo delle tavole divise […] e altra acqua correrà pel giardino, adacquando li pomeranci e cedri ai lor bisogni […] farassi, mediante il molino, molti condotti d’acque per casa, e fonti in diversi lochi, e alcuno transito dove, chi vi passerà, per tutte le parti di sotto salterà l’acque allo insù». 


Per l’architettura, Leonardo ha lasciato dei noti disegni per la cupola del Duomo di Milano, e altri realizzati per alcuni edifici signorili. Si dedicò anche a riflessioni su soluzioni per gli interni assolutamente nuove per l’epoca, come scale multiple o progetti per giardini pensili, e ideò una stalla più moderna e funzionale, detta “polita stalla”.

Il genio di Leonardo arrivò anche a immaginare una città ideale suddivisa su più livelli. Secondo la sua idea, al livello stradale inferiore dovevano transitare i carri e i mezzi di lavoro, mentre quello superiore era dedicato ai pedoni, in pratica la prima idea di “zona pedonale” della storia.


1502

Leonardo lavorò a un progetto richiestogli dal sovrano degli Ottomani, il sultano Bayazed II, per la realizzazione di un ponte sullo stretto del Bosforo. Leonardo ideò un ponte con un’unica campata di 300 metri ma, come accadde a molti dei suoi progetti, non fu mai costruito. Anche Michelangelo eseguì un progetto simile, sempre per il sultano Bayazed II, anch’esso non realizzato. Solo all’inizio degli anni 2000 il Governo turco ha deciso la costruzione del ponte in base al progetto di Leonardo.


1506, Roma

A Roma, chiamati da papa Giulio II, arrivano i migliori pittori tra i quali il Pollaiolo, il Bramante, Michelangelo Buonarroti, Raffaello Sanzio,  Domenico Fontana, Baldassarre Peruzzi, Bernardo Rossellino, Giuliano da Sangallo, Giacomo Della Porta, tutti chiamati per ascoltare le richieste del papa: affrescare la Cappella Sistina.

Interno della Cappella Sistina in Roma
 
 


Gli studi di Leonardo


Il fascino di Leonardo verso l'architettura forse è quello meno conosciuto anche perché non risultano opere da lui costruite se non alcuni progetti, ma il suo interesse verso la progettualità lo ha da sempre stimolato nel conoscer e approfondire, come fece nella pittura, lo studio dei materiali e  delle tecniche . 

I suoi studi furono utilizzati prevalentemente per opere d’idraulica e ingegneria militare, ambiti che da sempre hanno suscitato grande interesse nel maestro. Esempio emblematico fu il progetto di deviazione del corso dell’Arno. 


Giorgio Vasari in proposito scrisse: 


«nell’architettura ancora fe’ molti disegni così di piante come d’altri edifizi e fu il primo ancora che, giovanetto, discorresse sopra il fiume Arno per metterlo in canale da Pisa a Fiorenza».


1492

Leonardo scrive a Ludovico il moro la famosa lettera di presentazione.


Leonardo da Vinci nelle sue opere d’arte, negli appunti, nelle annotazioni e negli schizzi, più di Raffaello e Michelangelo, ha riassunto tutta l’etica e l’estetica del Rinascimento. Non esiste un indirizzo dell’arte e una disciplina della scienza naturale che non abbia studiato. 

Nei suoi quaderni si ritrovano presentimenti di formulazioni scientifiche e scoperte intuitive che più di un secolo dopo saranno avallate da Galileo Galilei e Giuseppe Luigi Lagrange invece. 


“L’uomo è il riflesso del mondo, cita Leonardo,
bisogna essere partecipi, coesistenti”


Attraverso la conoscenza, invece partecipi vuol dire scoprire le leggi opposte della natura ma non attraverso l’immaginazione ma con il metodo di sperimentazione. 

La natura è condizionata dalla sua legge ragionevole, legge che sussiste incorporata con lei.
La natura è sottoposta all’ordine logico esistente in lei". 


continua...

“nessuna scoperta di qualsiasi uomo in realtà non può essere considerata scoperta se non confermata da approvazioni matematiche”.
Leonardo è considerato il fondatore del metodo composto sperimentale/matematico.


continua...

Per la natura la necessità è istruttiva, curata, la necessità è la materia della natura,
la creazione, la definizione, il bisogno forzato, la legge eterna”. 


Sussiste una visione comune tra Leonardo e Galileo per quanto riguarda la correlazione tra logica formale e sapere scientifico. 

Nonostante questo, il mondo del pensiero di Galileo è puramente scientifico, lui sopravaluta la scienza, crea distinzione tra la verità della materia naturale ed il mondo considerato “mitico e illusionista” dove fioriscono la poesia e l’arte espressioni che nutrono dubbiose e sostanzialmente false certezze. 

Mentre per Leonardo l’arte non è un evento partorito dalla fantasia soggettiva ma un metodo identificativo della comprensione della realtà. 


“La scienza costruisce la seconda natura attraverso la logica mentre la pittura raggiunge la creazione della natura attraverso l’immaginazione”


Secondo il pensiero leonardesco i confini tra l’arte e la scienza sono relativi, intrecciati oppure paralleli. L’artista, meglio il pittore, è uno scienziato e per essere ancora più precisi un creatore, un inventore che cerca di stabilire un reciproco contatto tra la “natura” e la propria “libertà”.


Completando l’empirico con il razionale, Leonardo riesce a prevenire G. Galilei e F. Becon contribuendo alla nuova conoscenza. 


1483-1499

Milano  fondò l’Accademia superiore chiamata da lui “vinciana”. 

Gli studenti avevano il compito di: 

“Studiare e scoprire il legame tra la luce e la materia”.


Mentre per Leon Battista Alberti l’ombra è nera, Leonardo, più attento alla natura, afferma che l’ombra è bluastra e precisando l’affermazione che 


l’uomo è un’ombra”


nota che egli contiene una minima quantità di luce dunque, l’uomo ha sete di luce. I pittori del novecento ritornano al problema dell’ombra colorata. Delacroix e Valance usano il blu per colorare l’ombra.


La conoscenza della cultura antica avviene attraverso due metodi fondamentali: traduzioni di testi (per esempio Marsilio Ficino tradusse tutti gli inni di Platone e di Plotino dal latino) e ricerche archeologiche (la pubblicazione da parte di L. H. Heydenreich dei rilievi dei ruderi degli edifici di Roma eseguiti da Filippo Brunelleschi e Donatello nel quattrocento). 

L’amico di Leonardo, Bernardino Dei, commerciante e console dell’Impero Ottomano, fornì preziose informazioni su Mar Nero, sulle montagne dell’Asia Minore, sui suoi fiumi. 

Più tardi Leonardo attraverso questi suggerimenti disegnò frammenti di cartine geografiche dell’Asia Minore compresa la Cilicia per arrivare fino all’Armenia Orientale, Erzerum e Karin.


L’architettura crea un mondo particolare, artificiale e tramite le leggi della scienza si unisce alla natura assoggettandosi alla permanenza, alla successione creando un ordine armonico di forze opposte.


L’arco è una forza composta da due instabilità,
c
omposto da due cerchi di ¼ che presi a se stessi sono instabili e provocano rottura però contrapposti uno all’altro, creano forza” 


Simile determinazione definisce la legge della stabilità dell’arco e della volta. L’espressione grafica di quest’evento è puramente scientifica (Codex Arundel 141v) e corrisponde alla teoria leonardesca della forma architettonica e le forze opposte. 

L’espressione grafica riassume la forma architettonica e l’esperienza di cantiere. Dunque, occorrono dati scientifici. Il reciproco confronto tra questi due valori, il sopravvalutare uno o l’altro di loro, produce varie comprensioni architettoniche, fasi storiche oppure tendenze stilistiche. 

La composizione centrale a cupola creata dagli armeni nel cristianesimo (IV-VII secolo d.C.), nel Rinascimento ebbe un grande interesse per Leonardo. Essa rappresenta un unione armonica della forma e del dato scientifico.

Nell’ambito della scienza tal espressione grafica della logica formale è adottata tutt’oggi. 

Nel passato essa ha contribuito all’invenzione e all’uso della prospettiva nella pittura e nella progettazione architettonica. Nel complesso della problematica della pittura rinascimentale, l’artista non escludeva la prospettiva come idea dell’uomo centrico. Al contrario, da questa teoria nacque l’idea della prospettiva a centro unico che dette la possibilità, nonostante gli stili artistici di, riprodurre oggetti e paesaggi contribuendo anche alla conservazione della fedeltà tramite dipinti o sculture.

Disegnando la volumetria architettonica Leonardo crea la sua ricostruzione di attraverso le leggi della prospettiva. Ciò significa che la forma non è solamente percepita attraverso la pianta o il prospetto ma in modo universale come accade nella percezione dell’intero mondo.          

Esso non sistemava mai sui fogli, in modo ordinato e tematico, le sue idee e i disegni, ma in modo spontaneo seguendo l’ispirazione. 

Per esempio se osserviamo il Codex B, 21v (anno 1490), (dis.1), troviamo un disegno di una macchina affiancato a una pianta del tipo “Bagaran”, più un altro disegno di un edificio poligonale con successive descrizioni. 

Tra l’altro, i manoscritti di Leonardo sono sparsi ovunque, raggruppati in Codici che si trovano nelle biblioteche, nei musei e negli istituti di Roma, Milano, Venezia, Parigi, Londra, Madrid e Vinzor.

Il primo ricercatore che ha sistemato il materiale grafico riferentesi all’architettura e all’edilizia è stato il tedesco H. Geymuller. 

La sua ricerca: Leonardo da Vinci als Architekt è pubblicata assieme al saggio di J.P. Richter: The literatury Works of Leonardo da Vinci, London, 1883. – Geymiller, come cita J. Stryzigowski, non conosceva l’architettura armena e di seguito, nei suoi studi non si riferisce alla problematica dei confronti -.

(Leonardo - Due pagine del manoscritto "Lettere Armene" )


1414

L’umanista italiano Poggio Bracciolini nel Monastero di Montecassino scopri il trattato di Vitruvio Pollione “De architectura” in dieci tomi che in seguito, fino all’epoca del Barocco classico (L. Bernini), fu ristampato in più occasioni perché considerato una fonte inesauribile di ricerca, di confronto e d’ispirazione. 

Di conseguenza, sotto l’influenza di Vitruvio, durante il Rinascimento nacque il trattatismo. 

Una delle opere più espressive sotto quest’aspetto è il saggio dello scultore Lorenzo Ghiberti (1379-1455) I commenti. – I greci, come scrive Ghiberti, hanno inventato la scultura, la pittura, la teoria del disegno senza il qual è impossibile diventare buono scultore o buon pittore, perché, il disegno è la base della teoria. Ghiberti seguendo il proprio genio e la logica degli antichi maestri, preferisce la forma al colore, la scultura alla pittura .

Leonardo considera il disegno come strumento per far confluire la scienza con l’arte, la base di tutte le arti. La pittura è considerata come la sapienza superiore la quale raggruppa tutte le arti, tutte le teorie e unisce l’idea con la realtà.


1468

Sotto quest’aspetto, era fondamentale la presenza della nuova figura dell’architetto scienziato come pretendeva Ludovico da Montefeltre quando nel 1468 firmò il contratto per l’affidamento dell’edificazione del Castello di Urbino assieme all’architetto Luciano di Laurana.


1470

Leonardo è invitato a Pavia per il dibattito sul plastico della Cattedrale che sfortunatamente è bocciato. 

Gli architetti che avevano espresso parere sfavorevole erano: Cristoforo Rocchi, Giovanni Antonio Amadeo e Dolcebono. 

In seguito, Leonardo assieme a Bramante e di Giorgio realizza il plastico definitivo della Cattedrale. 

In questa versione l’idea prevalente di Leonardo era creare un unico volume interno circoscritto dalle cappelle e dall’abside principale.  Questa composizione rappresenta l’idea fondamentale del pensiero architettonico leonardesco.    

I fatti sopraccitati illustrano la personalità di Leonardo come architetto. Per capire meglio l’insieme delle eccellenti qualità dell’artista, si desidera segnalare i seguenti eventi. E’ ben noto che l’elaborazione della pianta del centro di Milano durante il ducato dei Visconti e Sforza è opera di Leonardo e Filarete. Il viale che collega piazza Duomo e Castello Sforzesco fu realizzato su progetto di Leonardo. Per evitare l’affollamento di Milano e Firenze propone di costruire dei quartieri satelliti isolati nelle zone verdi fuori le mura delle città. Dopo la fine di Ludovico il Moro, Leonardo parte per Venezia perfezionando il sistema difensivo della città rendendolo più solido contro gli attacchi dei turchi.


1477

Donato Bramante si reca da Urbino a Milano dove, partendo dal 1482 si era stabilito il trentenne Leonardo da Vinci trasferitosi da Firenze. 

Proprio in quelli anni i due giovani artisti si dedicano alla scoperta del nuovo e “vero” linguaggio architettonico che sopravviene al gotico e cioè,

 

“al metodo di costruire senza leggi” 


per affermare l’impegno della scienza avanzata e della matematica anche perché era a portata di tutti. Il progetto assume un importanza primaria mentre la costruzione risulta il seguito cioè la realizzazione pratica del proprio pensiero. Sotto quest’aspetto l’eredità progettuale di Leonardo assume un’importanza essenziale per i nostri tempi e anche per noi, per gli armeni.  


1487

A Leonardo è affidato l’incarico di capo architetto del cantiere del Duomo. Lui elabora varie soluzioni di archi incrociati dimostrando la solidità di queste strutture realizzate in mattone (Codex Atlanticus 310, dis. B, 1490, dis. 2) proponendo di rinforzare i pilastri e usare archi a sesto acuto (molto solidi e leggeri) (Codex B 78v, 1490), come anche contrafforti capovolti e rivolti in basso (Codex Trivulgiano 22, dis. 3).


1488

Il progetto presentato da Leonardo è approvato, retribuito, però non si realizzò.


1490

Assieme a Donato Bramante e Francesco di Giorgio Martini, Leonardo è invitato in qualità di consulente dei lavori di cantiere del Duomo. Preparò un plastico del tiburio. 

Dai disegni si risale all’idea originale che rappresenta una struttura portante realizzata da arcatelle e nervature interne e cupola a sfera sopraelevata sulle absidi.


1490, 29 giugno

E' definitamente rifiutato il progetto di Leonardo riferente al tiburio del Duomo di Milano.

Un secondo fatto. Nei manoscritti leonardeschi conservati all’Istituto francese in Parigi (B 35v, 1490), si trova un disegno che rappresenta una pianta a tre navate e tre absidi probabilmente con riferimento al progetto della nuova Cattedrale di Pavia.


1497-1500

Nei disegni del Codice atlantico 266r, in modo chiarissimo si evidenziano le soluzioni architettoniche delle cupole rinascimentali e barocche. Per Leonardo è caratteristica la capacità di prevenzione dell'eventuale sviluppo di questo tema.


1502 

A servizio di Cesare Borgia, per dieci mesi copre l’incarico d’ispettore edile durante il quale ispeziona le fortezze, prepara le cartografie e le carte di Rimini, Imola, Faenza, Piombino. Progetta una possibile viabilità di navigazione collegando Firenze con l’Adriatico, collegando Milano al lago di Como. Quest’ultimo progetto forse si realizzerà nei nostri tempi.


1504 

Progetta il ponte mobile sul fiume Arno, il palazzo principesco e la cappella di Santa Maria della Fontana e lavora sul progetto del monumento a Giangiacomo Trivulzio. 


1509 

E' pubblicato il manuale “De divina proportione” del matematico Luca Pacioli, “ Manuale di geometria dei corpi regolari”, i cui disegni sono realizzati da Leonardo. 


1514 

Elabora un progetto di prosciugamento delle Paludi Pontine approvato dal papa Leone X. A Roma esegue il progetto di restauro di Civitavecchia e realizza il rilievo della basilica di San Paolo fuori le Mura. 


1517 

Leonardo si trasferisce in Francia nel Castello di Cloux coprendo l’incarico di “primo pittore, architetto e meccanico” del re Francesco I. Progetta il canale d’irrigazione che passava lungo i campi delle cittadelle di Tur, Blois e Saon. 

Opera di grande importanza urbanistica risulta la definizione del castello principesco di Romorantin. In quel periodo Leonardo copriva l’incarico di consulente di Carlo d’Ambroise. 

La popolarità di un principe, in ogni città importante, era riconosciuta tramite le opere architettoniche realizzate durante il suo principato. L’architettura esprimeva la formazione intellettuale del principe e di seguito, l’architettura si presentava come l’arte più significativa dell’epoca. 

Essa non era esclusivamente la soluzione pratica anche perché, la ragione della sua esistenza è nella “virtù” infatti, per Leonardo risulta la base matematica tramite la quale, l’architettura raggiungeva la purezza “delle arti libere”, superando l’insegnamento nei licei del “quadrivium”.

  

1925

Il Primo ricercatore italiano che coerentemente ha sistemato, catalogato e datato i fogli dei quaderni di Leonardo è stato Girolamo Calvi il quale, nel 1925 pubblicò il primo saggio. 


1967 

Nella Biblioteca Nazionale di Madrid, sono stati ritrovati due libri con manoscritti di Leonardo, successivamente codificati Codex Madrid 1 (8936) e Codex Madrid 2 (8927).

Il primo si riferisce agli anni 1493-1495 mentre il secondo 1503-1505. Il Codex Madrid 2 (320 pag.) è una raccolta di vario tipo di materiale. Il Codex Madrid 2 (380 pag.) è un vero proprio manuale di nozioni dedicati alla meccanica.

Probabilmente Leonardo intendeva scrivere un manuale sull’architettura. 

Catalogando tutto il materiale rinvenuto, gli specialisti l’hanno diviso in quattro settori: resistenza dei materiali, morfologia della cupola, progettazione di nuove città e residenze, palazzi, ville. In modo straordinariamente moderno Leonardo cita la possibilità di edificare le piccole case residenziali tramite elementi composti. 


“La casa residenziale”è possibile trasportare e risistemare in fila, ciò non comporta difficoltà perché è possibile preparare tutti gli elemento in anticipo e dopo riunirli” 

(Codex Arundel 270, 1517-1518)


E’ notevole l’influenza del pensiero architettonico sui contemporanei di Leonardo nonostante lui non abbia costruito niente anche se si conoscono edifici realizzati con suoi progetti.

Per esempio, durante la signoria di Visconti il cantiere del Duomo di Milano era in fase avanzata non era stato ancora costruito il tiburio innalzato sull’incrocio delle navate quando muore l’architetto Guiniforte Solari. 

Per terminare l’opera si presentano numerosi progetti e il dibattito si prolunga per ben 20 anni.


1971-1976

Notevoli studi furono pubblicati successivamente come: quello di Carlo Pedretti  e il libro Leonardo, architetto e urbanista, di Luigi Firpo pubblicato nel 1971 dove troviamo disegni e notazioni riferenti al materiale d’archivio.
Conclusioni affrettate di certi critici segnalano l’importanza “enciclopedica” di questi manoscritti. Affermano che Leonardo aveva l’intenzione di creare un manuale e proprio per questo motivo usava i disegni per illustrare i testi come si usa fare nei nostri tempi con le immagini fotografiche.

Osservando con molta attenzione questi disegni, è possibile notare che essi sono così dettagliati come quelli dei noti architetti Filippo Brunelleschi e Giuliano Sangallo appartenenti allo stesso periodo. Gli schizzi di Leonardo sono concreti, costruiti con intelligenza, approvati dalla pratica.

Tratto da "LA DIFFUSIONE DELL'ARCHITETTURA ARMENA E L'IPOTESIA ARMENA DI LEONARDO DA VINCI" a cura di Armen Zarian,  (traduzione dall’armeno di Ara’ Zarian) in collaborazione con  Museo Istituto di Architettura Armena di Jerevan.


Bibliografia:

  • Les manuscrits de Leonardo de Vinci, Ravaisson-Mollien, G. (Harutyunian E., La filosofia della logica, Jerevan, B, pp. 170).
  • Leonardo da Vinci, Trattato di pittura, Ludwig, Wien, 1882.
  • Richter J.P., The literary Works of Leonardo da Vinci, London, 1883, n°1135.
  • Cassier E., Individuo e cosmo nella filosofia del Rinascimento, Firenze, 1974, pp. 254-255.
  •  Kepler J., Harmonia mundi, Wien, 1619.
  •  Leonardo da Vinci, op. cit.
  •  Venturi L., Storia della critica d’arte, Torino, 1964, pp.105.
  • Pagani L., Contributi nella cartografia italiana del XII secolo alla conoscenza dell’Armenia in: Oriente moderno, Roma, 1978, pp.105.
  • Heydenreich L. H., Spätwerke Brunelleschi, in: Jahrbuch der preussischen kunstsammlung, Berlin 1931, pp.52.
  •  Harutyunian E., op. cit., pp.196.
  •  La necessità della forma nell’architettura, in: Rivista Armena Haykazyan, Beiruth, 1973, pp.147).
  • Stryzigowski J., Die Baukunst der Armenier und Europa, Wien, 1918.
  • Calvi G., I Manoscritti di Leonardo da Vinci dal punto di vista cronologico, storico e bibliografico, Bologna, 1925.
  • Pedretti C., A chronology of Leonardo da Vinci’s architectural studies after 1500, Geneva, 1962, pp.180.
  • Firpo L., Leonardo, architetto e urmanista, Torino, 1971.
  • Ghiberti L., I commentari ed J. von Schlosser, Berlin, 1912, Napoli, 1947.
  • Leonardo da Vinci, op. cit.
  •  Pedretti C., Leonardo’s Plans for the Enlargement of the City of Milan, in: Raccolta V inciana, XIX, 1962.