Leonardo e lo studio delle relazioni
Forse, più di noi, Leonardo capiva esattamente che l'essere umano era semplicemente "fango della natura", in grado di essere plasmato dalla natura stessa e dai suoi minerali e, come il fango, poteva assumere forme e consistenze diverse in grado di essere plasmato e utilizzato.
...La terra è il cuore della vita, perchè essa abbraccia l'acqua che l'appartiene...
La vita quindi non era solo ciò che ai suoi occhi si mostrava e che lui era in grado di vedere, ma anche ciò che la sua mente non poteva immaginare e ciò che immaginava non era ciò che era reale.
Osservava per ore il formicaio e le colonne che si formavano tra le formiche che portavano i semi dentro la tana e quelle che, avendoli depositati, uscivano ordinatamente, quasi fosse un ciclo infinito: il tutto attraverso un ordine, un tempo e un modo degno del calcolo solo di un abile ingegnere urbanista, scorciatoie.
Sapeva perfettamente che la macchina umana da sola era una grande potenza in quanto poteva muoversi in ogni lato, saltare e correre, portare pesi e persino nuotare, ma... Non volare.
Secondo i suoi studi e le sue intuizioni oggi si può affermare che Leonardo sapesse dei limiti umani e la sua convinzione derivava proprio dall'osservazione degli elementi naturali, dei moti della natura e degli animali che in essa vivevano, cacciavano e procreavano.
Era talmente consapevole che in molte sue novelle, ne cita le gesta e i limiti, sempre inferiori agli uomini, e ne paragona gli aspetti in modo ironico e scanzonato.
Di cosa si era reso conto davvero Leonardo?
Capacità di blocco: Leonardo era a conoscenza che gli Arabi addestrano i Falchi sacri (Falco cherrug) per cacciare le gazzelle della sabbia e sapeva che il falco Sacro non pesava più di 1,5 kg, a differenza di una gazzella gazzella che supera anche i 20 kg! Inimmaginabile quindi che un essere umano di 80 kg fermi un peso di 1700 kg (una tonnellata e mezzo).
Velocità verticale: sapeva bene che il falco pellegrino, frequente nelle zone del Montalbano, era uno straordinario "volatore". In effetti può volare mantenendo una velocità pari a 96 km/h, e la sua "picchiata" verso la possibile preda può raggiungere 387 km/h. Questa velocità era assolutamente impensabile per la costituzione ossea e scheletrica umana.
Velocità di crociera: anche il croccolone, uccello non molto aerodinamico di medie dimensioni, piuttosto comune in alcune varianti della sua specie nell'area toscana introno al '400, è in grado di completare una traversata transcontinentale in 48h, senza nessuna sosta di riposo, volando continuamente per circa 6.000 chilometri a 97 chilometri orari. L'uomo non potrebbe affrontare tale prova, in quanto andrebbe incontro ad arresto cardiaco.
Capacità di sollevamento: una formica comune può sollevare fino a 110 volte il suo peso per circa 3 minuti. Seguendo lo stesso principio un uomo di 80 Kg dovrebbe essere capace di sollevare, per tre minuti consecutivi, 8.800 kg (equivale a 176 frigoriferi tutti insieme), cosa impossibile in quanto al raggiungimento di 490 kg per 3 minuti, imploderebbe la colonna vertebrale per la compressione dinamica!
Capacità di slancio: vedendo il nibbio partire da terra verso il volo verticale, molto probabilmente si è domandato come fosse in grado di farlo visto che il nibbio ha uno stacco di 6m/sec con una progressione decuplicabile dopo i 22 metri. Impossibile che un uomo sia sottoposto, senza protezione e senza ossigeno, a tale pressione, in quanto andrebbe incontro a morte immediata per collasso cardiaco e polmonare.
Sviluppo della velocità: la velocità di un pesce, di una formica, di una farfalla e di altri animali con i quali Leonardo è entrato in contatto, sono decisamente superiori di gran lunga a quella umana di almeno 30-40 volte. L'esser umano non può superare, senza ausilio e supporti tecnici, la massima velocità di 48kmh.
Capacità di scatto: lo scatto dell'uomo partendo da fermo, in relazione alla sua massa e alla sua altezza è inferiore ad almeno 50.000 specie di esseri viventi in natura.
Capacità di salto: l'uomo non è fatto per saltare, mentre le cavallette comuni che Leonardo ha visto, possono saltare fino a 20 volte la lunghezza del loro corpo. Ma certamente sappiamo che ha studiato le rane, che possono saltare fino a 50 volte, eppoi le pulci, sino a 35 volte la loro dimensione e il loro peso.
Capacità visiva: Leonardo conosceva molto bene la capacità visiva limitata dell'uomo, talmente limitata da trovare delle soluzioni (mai trovate), per migliorare la focalizzazione. Il falco, il fagiano, il cane e il gatto, le capre e i rettili, hanno una capacità visiva superiore di almeno 250 volte quella dell'uomo e in certe specie esiste anche la visione notturna.
Capacità tattile: la capacità dell'uomo di distinguere un oggetto col tatto è inferiore alla maggior parte degli animali presenti sul pianeta terra.
Capacità olfattiva: attraverso il canale olfattivo l'essere umano può distinguere "un odore" ordinario fino ad una distanza di circa un Km (trattandosi di effetti derivati da combustione senza essere in grado di classificarne il contenuto e la consistenza), mentre un cavallo, un topo, un serpente, il cane o gli uccelli e i pesci (tutti animali che Leonardo conosceva), hanno un olfatto notoriamente più sviluppato.
Ovviamente questi dati sono stati parametrati con le conoscenze di Leonardo che ben conosceva i limiti umani.
Leonardo era tutto fuorchè uno stupido da non capire che l'uomo era limitato se relazionate al mondo animale, ma sapeva anche che l'uomo nella sua limitatezza, era in grado di fare ciò che altre specie non erano in grado di produrre.
Conoscendone i limiti, ha cercato nel Codice sul volo e sugli uccelli, di aiutare l'uomo nel soddisfare il suo sogno: quello di volare.
Sapeva anche che l'essere umano era degno di esplorazione e che occorreva conoscere "il di dentro" per conoscere "il di fuori".
I suoi studi, contrariamente a quanto si pensa, non miravano a trovare soluzioni ad eventuali malattie umane o dare risposte ai medici, dei quali Leonardo non aveva molta stima in quanto li riteneva poco più che fattucchieri, piuttosto avevano lo scopo di capire il funzionamento meccanico del corpo e quali fossero le relazioni dirette e indirette tra causa ed effetto.
Leonardo capì, forse prima di altri, che la vera "macchina perfetta" è sempre relazionata alle funzioni che deve compiere in funzione dello sforzo-beneficio, sia umana, artificiale o naturale e se oggi fosse in vita, probabilmente si occuperebbe di
robotica.
Decide quindi per lungo tempo di dedicarsi all'uomo e ai suoi misteri, cercando di dare le spiegazioni argomentate alle logiche dei movimenti, studiandone i limiti e superarli, e per fare questo, occorre un grande lavoro meticoloso, attento e profondo che dovrà portarlo ad una definizione "corretta" e non approssimativa delle "leve" che producono nell'essere umano lo sviluppo delle funzioni.